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Il Poggio della Marruca
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Il Poggio della Marruca è un piccolo rilievo alto poco meno di 490 metri, che si trova alle porte del borgo di Montecerboli.
Nonostante sia interamente costituito da rocce ofiolitiche, che caratterizzano gran parte della zona, appare ricoperto da una fitta macchia mediterranea a prevalenza di lecci, scope e ginepri, intervallata da arbusti di caducifoglie, con impianti di pini marittimi e domestici.
Riguardo al suo nome curioso, non è dato saperne con esattezza l'origine.
Già riportato così dal Catasto Leopoldino, si suppone che sia stato ispirato proprio dalla presenza delle spinose piante di Marruca, utilizzate soprattutto in passato per delimitare, con siepi invalicabili, confini di pascoli e proprietà, che ritroviamo anche in altri toponimi di zone vicine.
(Marruca approf.)
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Ai piedi del rilievo ci accoglie un'ombrosa pineta di pini domestici e una piccola area attrezzata chiamata 'Croce al Masso', legata all'antica leggenda della 'Carrozza di Fuoco'.
Quest'area, da sempre luogo di aggregazione per gli abitanti di Montecerboli, era una piacevole meta di passeggiate, merende e giochi per tutti i bimbi della zona, con la preziosa presenza della 'Fonte di Beppone', una sorgente naturale sostituita oggi da un moderno fontanello.
Nel tempo, il Poggio della Marruca, è stato scelto dalla locale associazione scout, come luogo simbolo per la loro attività, rappresentata anche da una rudimentale croce di rami secchi, ormai semidistrutta. Per questo motivo, recentemente sul piccolo pianoro che precede la sommità del poggio sovrastante, è stata sostituita la vecchia croce con una nuova di metallo, con targhe ed iscrizioni che ne testimoniano il ricordo.
Tutto rigorosamente realizzato da alcuni volenterosi Montecerbolini, con l'intento di valorizzare questo angolo del loro territorio e non disperderne la storia.
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Dopo l'inaspettato interesse dimostrato da tante persone, il Poggio della Marruca si è trasformato anche in una piacevole passeggiata ad anello, che sfruttando in parte, il percorso che seguiva il vapordotto proveniente dal 'Pozzo Gabbro 9', ci porta al raggiungimento della vetta, con i suoi straordinari panorami a 360°. |
Proseguendo infatti, oltre il piccolo pianoro della 'Croce Scout', tra i cespugli di erica e di ginepro, si può raggiungere con una breve e panoramica salita sassosa, la cima del poggio, dove grazie ad un curioso 'puntatore', anch'esso realizzato da appassionati della zona, si potranno ammirare i paesaggi che ci circondano.
Utilizzando il simpatico attrezzo, potremo divertirci a riconoscere il profilo dei borghi e dei paesi che punteggiano le colline intorno a noi. Dai vicinissimi Montecerboli e Larderello, affacciati sulla suggestiva Valle del Diavolo, tra gli sbuffi delle torri refrigeranti, ai panorami più a est, verso San Dalmazio, Montecastelli e la Rocca Sillana, spostandoci poi in direzione Radicoldoli, Belforte e Casole d'Elsa.
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Il pozzo, denominato “Gabbro 9” alimenta la vicina "Centrale Nuova Gabbro" e contribuisce per circa 7MW di produzione, sui 18 totali prodotti da questa centrale. Sappiamo che il pozzo è profondo 958 metri, con casing produzione 13 5/8 fino a m. 860. Il vapore sgorga fino alla superficie con una portata di 60 T/h, ad una pressione di 7 bar, alla temperatura di 234°C. |
Ancora avanti, dopo i boschi di Berignone e Monte Soldano, vicinissimo di fronte a noi, Pomarance sovrastato dal profilo dell'etrusca Volterra; fino a scoprire in lontananza, oltre il rudere del Monastero di San Michele, le cime delle Alpi Apuane che sfumano verso la linea immaginaria del mare. |
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Per gran parte della passeggiata intorno al Poggio della Marruca, nel continuo sali-scendi del percorso, sarà facile notare la particolarità delle rocce ofiolitiche che costituiscono tutto il rilievo.
Le ofioliti sono sezioni di crosta oceanica e del sottostante mantello, sollevate e sovrapposte, fino ad emergere in seguito a movimenti avvenuti circa 180 milioni di anni fa, causati della chiusura dell'Oceano Ligure Piemontese. Il loro nome proviene dalle parole greche ophis=serpente e lithos=pietra, dovuto proprio dal colore verdognolo della roccia, che ricorda la pelle dei serpenti.
Queste formazioni rocciose, sono caratterizzate dalla presenza di alte concentrazioni di metalli fitotossici, tanto che le forme di vegetazione che riescono a svilupparsi e a sopravvivere su di esse, diventano spesso dei veri e propri endemismi e, sfidando un habitat tanto ostile, riescono a mostrarci tutta la loro bellezza.
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Impossibile non ricordare alcune tra le tante specie che durante tutto il periodo primaverile, fino all'inizio dell'estate, allietano il nostro passaggio con le loro preziose fioriture. Dalla colorata Iberide, al Lilioasfodelo, al superbo Giaggiolo tirrenico, lasciandoci sorprendere dai cuscini dorati di Euforbia spinosa, di Alisso bertoloni e del profumatissimo Elicriso, tra i pennacchi evanescenti della Stipa etrusca.
(Le intrepide piante delle ofioliti -Approf.)
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Alcuni anni fa la 'carrozzadergambini', la nostra piccola associazione dedita al trekking e alla riscoperta del territorio, ha creato e quindi descritto nel proprio sito, il breve percorso intorno al Poggio della Marruca, una zona già amata da tanti, arricchita dalla tipicità degli ambienti che la caratterizzano.
Successivamente questo nostro percorso è stato anche inserito nella rete escursionistica ufficiale della Val di Cecina, che insieme agli itinerari delle antiche Terme di S.Michele e ai ruderi del Poggio di Spartacciano, possono offrire importanti opportunità per scoprire le bellezze del nostro territorio e il suo ricco patrimonio di beni storici, archeologici e naturalistici, che spesso ignoriamo solo perché si trovano a pochi passi da casa!
Un esempio questo, che speriamo possa essere ripetuto o imitato, perché dalle cose più semplici spesso nascono quelle più belle e significative!
L’”Operazione Marruca” è senz'altro una di queste, e grazie a queste piccole idee che potrebbero sembrare banali, il ricordo e la memoria di molti potrà sopravvivere ancora a lungo!
Una parte del nostro lavoro ci sentiamo di dedicarla a coloro che non sono più con noi e che, alla Marruca e alla Croce del Masso, erano profondamente legati.
Buona Marruca a tutti
'carrozzadergambini'
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