Come sempre, il nostro modo di ‘camminare’, fatto di osservazione e scoperta anche del più piccolo particolare, ci ha permesso di avvicinarci al misterioso mondo dei funghi e grazie ad Arianna e Cristian, due giovani appassionati di micologia, che da tempo si sono uniti alle nostre passeggiate, abbiamo pensato a un’immancabile raccolta di immagini che potesse impreziosire le nostre piccole ricerche.

Si pensa che esistano al mondo circa 1 milione di specie fungine: dalle microscopiche muffe, ai giganteschi ‘Termitomyces’ africani, tutti facenti parte del loro misterioso “regno”, di cui solo il 10% è stato finora catalogato e identificato dagli studiosi.

Col nostro piccolo lavoro, ci siamo limitati a riportare alcune immagini delle specie, così dette ‘minori’, autentiche meraviglie autunnali per forma e colore, accompagnate dalla breve descrizione di Arianna e Cristian, che ringraziamo per il loro piacevole contributo.

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IL MISTERIOSO MONDO DEI FUNGHI

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Chiunque ami stare all'aria aperta sicuramente si sarà imbattuto in qualche fungo, talvolta dall'aspetto più tipico, con il classico gambo e cappello, talvolta dall'aspetto particolare, strano, con svariati colori e forme, alcuni piccolissimi, altri molto grandi, tanto da farci domandare... ma cos'è?! Chi i funghi li conosce bene certamente li userà per preparare piatti prelibati, altri si limiteranno invece a fare qualche foto. Ma cosa sono esattamente i funghi?

Proprio come i vegetali e gli animali sono esseri viventi facenti parte di un regno tutto loro: il regno Fungi. Per quanto possa sembrare strano, questa ripartizione sistematica è vastissima e comprende milioni di specie, più o meno evolute, sia unicellulari che pluricellulari. Si trovano in tutto quello che ci circonda, alcuni sono utili all'uomo, altri sono causa di malattia, alcuni se ingeriti portano allucinazioni, altri possono uccidere; vivono nella terra, nelle piante, negli animali, perfino nel mare! Basti pensare che il lievito di birra che utilizziamo per fare il pane non è altro che un fungo!

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Come gli animali sono eterotrofi, cioè si nutrono di sostanze organiche elaborate da altri organismi; le loro cellule sono sostenute da pareti, ma la composizione è diversa da quelle dei vegetali, inoltre non hanno una differenziazione e non contengono linfa. La loro riproduzione infine avviene in maniera del tutto diversa, perlopiù tramite spore, in maniera sessuata, ma anche per moltiplicazione cellulare o per frammentazione.

I funghi visibili a occhio nudo, quelli in cui ci imbattiamo facilmente quando passeggiamo nel bosco, vengono chiamati “macromiceti” . La particolarità è che quello che solitamente vediamo, per esempio un porcino, non è il vero e proprio fungo, ma è solo il suo frutto. Il corpo fungino sta invece solitamente sottoterra ed è formato da filamenti biancastri, chiamate ife. Questi filamenti si espandono nel sottosuolo fino a coprire aree anche molto vaste, è stato calcolato che ci potrebbero essere fino a 100 km di ife racchiuse nello spazio di un passo! Si crea così una fitta rete di comunicazione per le piante che riescono, attraverso i funghi, a scambiarsi sostanze e informazioni come fosse una vera e propria rete internet.

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Alcuni funghi si possono comportare come spazzini, uccidendo e degradando le piante malate e deboli, giocando un ruolo importante nella selezione naturale. Altri invece passano la loro vita in simbiosi con gli alberi, tramite un legame vantaggioso per entrambe le specie chiamato micorriza, che avviene a livello delle radici e consente lo scambio di nutrienti utili per la crescita.

Quando decidiamo di approfondire un pochino le conoscenze sul mondo dei funghi scopriamo quindi che non sono solo ottimi ingredienti per la cucina, ma che si trovano in ogni ambiente e ovunque entrano a far parte di un sistema complesso, fatto di microscopiche interazioni che hanno importanti ripercussioni sugli ecosistemi.

 

Di seguito sono illustrate alcune delle specie meno conosciute di funghi in cui ci siamo imbattuti durante le nostre escursioni, scelti tra quelli che solitamente ci incuriosiscono per alcuni aspetti peculiari e inconsueti.

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Il FUNGO MULTICOLORE (Genere Trametes)

 

Nelle nostre escursioni, durante tutto l'anno, non è raro imbattersi in funghi variopinti che spuntano dai tronchi marcescenti come piccoli ventagli, spesso molto numerosi. Il T. versicolor svolge così il suo ruolo ecologico aiutando la decomposizione del legno.

Il suo nome significa “dai colori mutevoli”; ne possiamo trovare gruppi, anche ravvicinati, che variano molto nelle tonalità, dal bianco all'arancio, al verde, al blu, e che si prestano molto alle nostre fotografie; i colori e la forma a ventaglio gli hanno fatto guadagnare il nome di “turkey tail”, coda di tacchino.

Questo fungo, non apprezzabile a livello gastronomico a causa della consistenza coriacea, è uno dei più usati in oriente per le sue proprietà medicinali, immunostimolanti e antitumorali. Numerosi studi a livello mondiale hanno confermato la validità dei suoi principi attivi tanto che oggi il suo estratto viene sempre più utilizzato per affiancare le cure chemioterapiche. Un uso curioso, riservato ad una piccola nicchia di appassionati è quello di produrre dalla fibra di cui è composto il fungo, una particolarissima carta per uso artistico o recentemente presa in considerazione come materiale innovativo.

Trametes versicolor   
 

Trametes versicolor   

I FUNGHI ATTIRA-MOSCHE (Generi Clathrus, Phallus, Mutinus)

 

Fungo abbastanza comune, ha sicuramente stimolato la nostra curiosità vista la sua stranissima ed inconsueta forma. Non è un fungo originario del nostro continente, ha origini australiane, ma ormai si è adattato benissimo tanto da essere diventato piuttosto diffuso. Il Clathrus ruber non solo ci stupisce per la sua forma “cancellata” ma ripropone in maniera minuziosa un isocaedro troncato, una forma assai rara da vedere in natura. Si pensi poi che allo stadio giovanile è tutto racchiuso dentro a un piccolo “uovo” biancastro, molto simile ad una vescia, da cui si differenzia solo per la presenza di una lunga radice.


Un'altra particolarità però contraddistingue questa specie: a maturazione emana un odore nauseabondo, di cadavere o carne marcia, così mosche e insetti necrofagi, attratti dal forte odore, ci si posano e imbrattandosi le zampe di spore le rilasciano nell'ambiente volando via.
Anche altri funghi adottano questo stratagemma: per esempio il Phallus impudicus, dalla evidente forma fallica o il Mutinus caninus, anch'esso di forma fallica ma paragonata a quella di un cane (caninus), nonché il parente stretto e ben più raro, Clathrus archeri, dalla stranissima forma tentacolare.

Clathrus ruberClathrus ruber

Clathrus ruberClathrus ruber
Mutinus caninusMutinus caninus
Phallus impudicus

Phallus impudicus

I FUNGHI DELL'INCHIOSTRO (Generi Coprinus, Coprinellus, Parasola...)

 

Crescono in gruppi nei periodi umidi, su terreni fertili, meglio ancora se concimati con letame (da cui il nome Coprinus) e sono accomunati dal fatto che, a maturazione delle spore, il cappello si scioglie! Molto rappresentativo di questo genere, il C. comatus è costituito da un cappello che rimane chiuso e aderente al gambo, di colore bianco, e dall'aspetto della cuticola un po' “spettinato”, tanto che in alcuni paesi è detto “shaggy mane”, criniera arruffata. Le lamelle inizialmente candide, iniziano a diventare rosa, dal basso verso l'alto, è l'inizio della maturazione. Dopo poco tempo, da rosa diventano nere e mentre assumono questa colorazione il bordo del cappello comincia letteralmente a liquefarsi, fino a trasformarsi completamente in una piccola pozza di liquido nero, proprio simile a inchiostro, mentre delle lamelle e della carne non resta nulla. Questo liquido è stato effettivamente utilizzato come inchiostro in passato, e viene ancora usato da alcuni artisti, anche se deve prima essere trattato per evitare la decomposizione della materia organica che contiene. Riguardo alla commestibilità, il C.comatus è ottimo, ma attenzione: si può mangiare solo da giovane quando le lamelle sono ancora tutte bianche, e dopo la raccolta l'invecchiamento è veramente rapido, tanto che dopo una giornata potremmo trovare il nostro cestino tutto sporcato di inchiostro!
Alcuni generi affini comprendono funghi piccoli, poco o per niente carnosi, perfino trasparenti e dall'aspetto delicatissimo, che si possono trovare nel bosco e a volte anche nei vasi delle nostre piante di casa, sono sempre accomunati dal fatto che il cappello si liquefà consumandosi fino a scomparire. Un bellissimo soggetto per le nostre foto è infine Coprinopsis picacea, un fungo non commestibile che provocherebbe sindrome coprinica: se ingerito durante l'assunzione di alcolici, formerebbe un metabolita che impedisce la degradazione dell'alcool.
Coprinus comatusCoprinus comatus
Coprinopsis cfr. lagopusCoprinopsis cfr. lagopus
Coprinopsis picaceaCoprinopsis picacea

FUNGHI GELATINOSI ( Generi Auricularia e Tremella )

Carne elastica, molle, traslucida….questi funghi ci colpiscono, oltre che per il loro aspetto, per la consistenza insolita. Crescono su legno morto e scorgerli non è raro.
Tra i funghi gelatinosi più comuni c'è il così detto “Orecchio di Giuda”. Come suggerisce il curioso nome che gli è stato attribuito: Auricularia auricula-judae, ricorda la forma di un orecchio umano, e alcune leggende riportano che sia spuntato per la prima volta sull'albero al quale Giuda si sarebbe impiccato. Lo troviamo spesso in periodi di elevata umidità, attaccato come piccole mensole a tronchi morti e marcescenti, infatti ha abitudini saprotrofe, cioè si ciba di vegetali in decomposizione.
Può sembrare poco attraente, ma è comunque da considerarsi commestibile, adatto a zuppe e insalate. Qualcuno ritiene che, per il suo contenuto di sostanze anticoagulanti, sia associato alla comparsa di una particolare forma di intossicazione che provoca emorragie (sindrome del Szechwan); in realtà questo problema è legato alla simile A.polytricha, specie cinese, e non è stato confermato per A. auricula-judae, e comunque i casi sono stati rarissimi e non del tutto chiariti. Al contrario ci sono studi che descrivono gli effetti benefici dei suoi estratti che aiutano a stimolare il sistema immunitario. In antichità invece, secondo la Teoria delle Segnature, per cui il simile cura il simile, veniva utilizzato per le malattie della gola, dell'orecchio e delle mucose. Tutt'oggi possiamo trovare in farmacia integratori a base di Auricularia per combattere ansia e stress, aumentare le difese immunitarie e per aiutare nelle alterazioni del microcircolo e della circolazione venosa. In Oriente entrambe le specie A. auricula-judae e A.polytricha vengono coltivate su larga scala, essendo tra i funghi più commercializzati, sia per le loro caratteristiche organolettiche che per le proprietà medicinali. Quando provate un piatto di funghi al ristorante cinese sicuramente dentro ci sarà questo tipo di fungo che ora conoscete!

Auricularia auricula-judaeAuricularia auricula-judae
Auricularia mesentericaAuricularia mesenterica

A. mesenterica è un fungo a mensola gelatinoso, formato da accrescimenti concentrici, ricoperto da una fitta peluria. Anche questo fungo cresce durante i periodi più umidi su tronchi o alberi morti. Di nessun interesse alimentare, con le sue sfumature colorate è bello da fotografare. Il verde che vediamo, però, non è dovuto al fungo stesso ma al fatto che i peli trattengono umidità e favoriscono la crescita di piccole alghe che contribuiscono a disegnare sfumature.

Ancora tra i funghi di consistenza gelatinosa troviamo il genere Tremella. T.mesenterica, che si fa notare nella stagione più umida, con il suo bel colore giallo vivo. L'aspetto ammassato e contorto, da cui l'epiteto “mesenterica”, la rende invece meno invitante. Riesce a sopravvivere a periodi di siccità per poi riprendere la propria attività con il tempo umido, riuscendo ad assorbire fino a 60 volte il suo peso in acqua in pochissimo tempo. E' un fungo molto bello da fotografare e in genere non è considerato di nessun interesse alimentare, essendo praticamente insapore e con una consistenza non proprio appetibile, anche se non risulta tossico, tanto che in alcuni paesi viene consumato e chiamato col nome volgare di “burro delle streghe”. In oriente invece è un ingrediente della medicina popolare e della cosmetica, dato il suo forte potere antiossidante che contrasta l'invecchiamento cellulare.

La sua parente stretta T. foliacea è meno comune e meno appariscente essendo di colore bruno rossiccio, ma non meno affascinante o curiosa. Formata da numerose lamine irregolari che partendo da un unico punto formano una specie di cuscino dalla superficie frastagliata. A vederla può sembrare un cespo di insalata!

Tremella mesentericaTremella mesenterica
Tremella foliaceaTremella foliacea

FUNGHI A STELLA (Generi Astraeus e Geastrum)

 

Certamente è capitato a chiunque abbia un occhio curioso, di vedere al livello del terreno, un po' in tutti i periodi dell'anno, “stelle” grigiastre attaccate al suolo: affascinanti funghi comprendenti diversi generi (i più comuni della famiglia dei Geastrum). Si presentano inizialmente come piccole palline che a maturità si lacerano aprendosi in lacinie, assumendo la caratteristica forma a stella. Il corpo fruttifero, rimasto all'interno anch'esso sferico, produce le spore internamente, anziché sulle superfici esterne. A maturazione si lacera quanto basta per creare un forellino, che appena sfiorato, per esempio anche da una goccia di pioggia, migliaia di spore vengono letteralmente spruzzate fuori, restando visibili per pochi secondi nell'aria come piccole nuvolette.

Un altro fungo simile, appartenente al genere Astraeus, riesce ad adottare un particolare sistema di sopravvivenza: si apre solo in periodi di forte umidità, richiudendosi a riccio in periodi di siccità. Per questa curiosa abitudine è stato chiamato Hygrometricus…. proprio come un igrometro naturale! Questo è molto importante per ottimizzare la dispersione delle spore, che può avvenire così nel periodo più consono. In più, quando è chiuso a pallina, riesce a farsi trasportare dal vento riuscendo a finire magari in un posto migliore per attuare la dispersione e quindi riprodursi.
Questi funghi naturalmente per la loro consistenza e il loro poco sapore, non sono ritenuti commestibili, soltanto in Asia sono considerati prelibati e molto ricercati.

Geastrum sp.Geastrum sp.
Astraeus hygrometricusAstraeus hygrometricus

FUNGHI A NIDO.... CON EFFETTO SPLASH  (Genere Cyathus e Crucibulum)

 

Normalmente capita di imbattersi nei funghi perché molto grandi o di colori vistosi, ma spesso invece la curiosità ci porta a scoprire funghi molto piccoli, spesso nascosti tra il fogliame, che rivelano sorprese eccezionali. Alcuni funghi del genere Cyathus e Crucibulum per esempio sono piccolissimi e nascono su residui vegetali morti. La loro forma caratteristica, che li fa sembrare proprio dei piccoli nidi, fa sì che all'interno possano crearsi delle palline, simili a uova, dette peridioli che contengono le spore. Ma come possono uscire da questo nido? La natura ha trovato anche qui una soluzione. Attaccate in fondo a queste palline ci sono delle vere e proprie molle (funicoli) che aspettano soltanto una sollecitazione, per esempio di una goccia di pioggia, per potersi letteralmente catapultare all'esterno, anche lontano diversi metri. Il peridiolo piano piano si aprirà, lasciando disperdere le spore. Questo stratagemma viene chiamato “effetto splash”. I funghi del genere Cyathus sono tre, il C. striatus che si riconosce per le striature evidenti che bordano la circonferenza interna del nido, mentre l'esterno è peloso di colore marroncino; il C. olla che invece è liscio e di colore nero metallizzato e il C. stercoreus, una via di mezzo tra i due, con l'interno liscio e l'esterno villoso e che spesso cresce appunto su sterco, come ricorda il suo nome.
Un altro fungo che adotta lo stesso stratagemma è il Crucibulum leave che a differenza degli altri ha un colore giallastro/dorato, con forma cilindrica e un numero più elevato di peridioli. Cresce in gruppi di numerosi esemplari, su terreno ricco di detriti vegetali o direttamente su legni morti.
Cyathus ollaCyathus olla
Crucibulum laeveCrucibulum laeve

FUNGHI A MENSOLA (Generi Fomes, Exagonia, Daedalea, Fuscoporia, Fistulina, Ganoderma..)

Spesso si possono notare, attaccate agli alberi, propaggini legnose di svariate forme e colori. Tantissime specie di funghi vivono all'interno delle piante, ma pochi di essi a un certo punto si manifestano con le loro fruttificazioni dopo che hanno iniziato un processo di degradazione dei tessuti vegetali, un fenomeno conosciuto come carie del legno. Ricordiamoci che quello che vediamo non è il fungo ma solo il suo “frutto” e quando lo vediamo significa che ormai la pianta è già stata aggredita da diverso tempo. Alcune volte l'albero riesce a isolare la parte malata e continua vivere per molti anni, altre volte muore e quando accade i funghi continuano il loro lavoro di decompositori. In questo modo le piante giovani e forti vengono aiutate a prendere il posto di quelle vecchie e deboli.
Esistono tantissimi generi di funghi a mensola, ne citiamo qui solo alcuni che abbiamo incontrato durante le escursioni. Uno piuttosto famoso è il cosiddetto “fungo dell'esca”, Fomes formentarius, a forma di grande “naso”, utilizzato sin dall''antichità come esca per accendere fuochi, addirittura Oetzi, la mummia trovata nei ghiacci delle Alpi, ne aveva un pezzetto in tasca.

Fomitopsis pinicolaFomitopsis pinicola

La particolare Daldinia concentrica, dalla forma sferica formata da cerchi concentrici come una cipolla, di colore marrone scuro che cresce in gruppi di numerosi esemplari simili a bolle sul legno.
La bellissima Exagonia nitida, con la sua parte fertile formata da un intreccio notevole di pori a nido di vespa ha un bel colore bianco laccato.
La Daedalea quercina è formata invece da una parte fertile solcata da strisce labirintiformi di colore biancastro, sicuramente curiosa.

Daldinia concentricaDaldinia concentrica
Hexagonia nitidaHexagonia nitida
Daedalea quercinaDaedalea quercina

La Fistulina hepatica, invece, a differenza degli altri ha una consistenza non legnosa, specialmente da giovane: ha un colore rossiccio e un aspetto reniforme e se tagliata, la carne rosso marmoreo rassomiglia a una fetta di prosciutto.

Inoltre con il tempo umido spesso essuda gocce rosse, che possono far sembrare la cosa ancora più veritiera. Questo fungo è spesso ricercato per il consumo: si mangia sia crudo che cotto ed ha un sapore aspro, dato da una elevata dose di acido ascorbico, raro nei funghi.

 

Il Ganoderma lucidum si riconosce facilmente per il bel cappello laccato, dalle tonalità rossastre, e il lungo gambo sottile e legnoso che si allunga dalla base delle latifoglie che parassita, oppure da residui legnosi, comunque sempre vicino al livello del terreno. È agente di carie bianca e può minare la stabilità degli alberi.

Fistulina hepaticaFistulina hepatica

In Europa tradizionalmente non viene raccolto, ma si può restare sorpresi nello scoprire che si tratta di uno dei funghi più famosi al mondo, conosciuto con il nome di Reishi. Si trova testimonianza del suo utilizzo nello Shennong Bencao Jing, un libro di medicina cinese scritto probabilmente tra il 200 e il 300 a.C. Da allora sappiamo con certezza che è sempre stato considerato molto prezioso nella medicina orientale e, in tempi più recenti, anche quella occidentale sembra trovarsi d'accordo soprattutto per quanto riguarda l'attività immunostimolante, antiossidante e ipoglicemizzante.
Si può trovare in vendita in svariate formulazioni in erboristeria o addirittura nei bar aggiunto al caffè come una sorta di integratore. Ci sono molti studi ancora in corso per indagare tutti i vari effetti benefici che gli sono attribuiti per la cura del fegato, dell'asma, delle bronchiti, dell'artite, delle ulcere, dell'esaurimento nervoso e chi più ne ha più ne metta... non a caso il Reishi è soprannominato fungo dell'immortalità!
In generale i funghi saprofiti, cioè quelli che crescono sulla sostanza organica morta come appunto i residui legnosi, possono essere coltivati dall'uomo, infatti i preparati di Ganoderma che possiamo acquistare non provengono da esemplari raccolti in natura ma da grandi coltivazioni in serra.

Ganoderma lucidumGanoderma lucidum
Ganoderma lucidumGanoderma lucidum

FUNGHI DA UN INSOLITO CAPPELLO (Generi Helvella e Morchella)

 

Spugnola, ovvero piccola spugna, è soprannominata la Morchella. Formata da un gambo vuoto ed elastico e un cappello pieno di incavi, fa la sua comparsa in primavera.
Nello stesso periodo altri funghetti che sembrano avere qualcosa in comune con le spugnole appaiono in svariati habitat e sono tutti accomunati dalla consistenza elastica, un po' gommosa, da un cappello che per la sua forma viene chiamato “mitra” come il copricapo deivescovi. Decisamente differenti dai funghi teneri e carnosi che mangiamo più comunemente, in alcune regioni italiane, le morchelle sono considerate una leccornia, ma devono essere cucinate a lungo per evitare intossicazioni.

Il genere Helvella invece è da considerare tossico soprattutto per il contenuto di gyromitrina, una tossina cancerogena, anche se su testi piuttosto vecchi è riportato come commestibile e cucinato nei risotti, dato che i sintomi dell'intossicazione, talvolta non erano immediati. Sia Morchella che Helvella contengono poi acido elvellico, tossina emolitica, che si degrada con il calore.

Morchella elataMorchella elata
Helvella lacunosaHelvella lacunosa

TAZZETTE E COPPETTE.... DEGLI ELFI! (Generi Peziza, Helvella, Sarcoscypha)

 

Questi piccoli e colorati funghetti compaiono nei mesi più freddi su ramoscelli secchi o su residui a terra; il colore acceso li rende subito riconoscibili sullo spoglio terreno invernale. Così vivaci e suggestivi, nell'immaginario popolare del Regno Unito e degli stati del Nord Europa sono considerati come le tazze in cui elfi e folletti del bosco bevono la rugiada al mattino. Il genere a cui appartegono è chiamato Sarcoscypha, che significa di coppetta carnosa, e le specie non sono molte ma sono distinguibili solo con l'aiuto di un microscopio. Nei paesi nordici dove queste coppette scarlatte sono molto più conosciute e apprezzate, e probabilmente più comuni, sono usate nelle decorazioni invernali e vengono perfino raccolte per essere consumate nonostante la carne esigua e praticamente insapore. La commestibilità di questa specie oltretutto è dubbia, ci sono fonti estremamente contraddittorie, chi riporta che sia commestibile anche da cruda, chi dice che da cruda sia addirittura mortale. Un motivo in più per limitarci a farne un bel soggetto per le nostre fotografie!
A partire dal tardo inverno, se guardiamo attentamente nelle zone coperte da muschio, possiamo notare tante altre piccole coppette con colori meno appariscenti, afferenti a diversi generi.
Questa forma è così comune perchè la forma a coppetta, chiamata “apotecio”, è stata dal punto di vista evolutivo molto conveniente: le spore si formano in piccolo ambiente chiuso, protetto, che a maturità si apre completamente lasciando le strutture riproduttive (che in questo caso si chiamano aschi) completamente esposte all'aria, e capaci di liberare nello stesso momento grandi quantità di spore.
Sarcoscypha coccineaSarcoscypha coccinea
Helvella leucomelaenaHelvella leucomelaena

ANCORA PIU’ MISTERIOSO….IL MONDO DEI MIXOMICETI

 

Passano spesso inosservati, piccoli e misteriosi, non sono funghi, non sono animali né piante. Hanno forme e colori estremamente vari, si possono incontrare sul terreno, su tronchi, su piante vive o morte

Dal curioso aspetto molliccio, sono in realtà utili spazzini: si nutrono principalmente di batteri e altri microrganismi, alcuni di essi riescono perfino a muoversi, spostandosi sul terreno in maniera quasi impercettibile. Mixomiceti significa funghi mucillaginosi ma in realtà non hanno le caratteristiche biologiche per appartenere al regno Fungi, si tratta invece di grossi plasmodi, costituiti da un grande unico ammasso cellulare senza membrane divisorie ma contenente tanti nuclei, racchiusi da una parete di cellulosa.

Appartengono al regno Protista, un gruppo eterogeneo di esseri viventi che non presentano tessuti ben differenziati, come protozoi e amebe. Tra i Mixomiceti più frequenti c'è la Fuligo septica, una massa molliccia di colore giallo vivo, capace di muoversi, produce un pigmento giallo con una particolarità: è capace di chelare enormi quantità di metalli rendendoli inattivi.

Un altro essere piuttosto bizzarro, che si incontra sul legno morto, è la Stemonitis: tanti sporangi marroni sostenuti da un sottilissimo stelo, tutti vicini, che a maturità sembrano dei piccolissimi cespugli attaccati alla corteccia.

Il Lycogala, o “latte di lupo”, forma colonie di palline arancioni o arancio-salmone che possono essere scambiate per funghi, ma hanno una consistenza molle e, se vengono rotti, fuoriesce un liquido arancione un po' denso; quando invecchiano imbruniscono e il fluido interno si trasforma in una massa polverosa di spore.

Stemonitis sp.Stemonitis sp.
Lycogala sp.Lycogala sp.
Fuligo septicaFuligo septica