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CERVO VOLANTE

 

(LUCANUS CERVUS)
 

Classe: Insecta

Ordine: Coleoptera

Famiglia: Lucanidae

Specie: L. Cervus (Linneus 1758)

 


 

 

Distribuzione e habitat:

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 Il Lucanus cervus è un coleottero diffuso in tutte le zone temperate del continente Euroasiatico (Europa, Asia Minore, Medio Oriente).

In Italia si trova nelle regioni settentrionali e in quelle centrali, fino all’Umbria e alla Campania. Nel resto del Meridione è presente con la specie affine del  Lucanus  Tetradon.

 Il suo habitat sono soprattutto i boschi maturi di latifoglie della pianura e della media montagna, fino a circa 900 metri, in zone piuttosto soleggiate.  Trova rifugio nelle cavità dei vecchi tronchi o sui rami degli alberi. 

 

 


Descrizione: 

cervo volante 003E’ sicuramente uno dei coleotteri più grandi esistenti in Europa, che può raggiungere una lunghezza fino a 8 cm. Si riconosce facilmente  per le sue robuste mandibole che ricordano le corna di un cervo, molto  più sviluppate soprattutto nei maschi.

Malgrado l’aspetto apparentemente minaccioso, il Cervo volante è innocuo per l’uomo, dato che le sue grandi mandibole vengono utilizzate solo nei duelli con gli altri maschi, o per trattenere la femmina durante la stagione degli accoppiamenti, in quanto la muscolatura non sarebbe  sufficiente a farle muovere con forza, per il loro eccessivo peso.cervo volante 005

 

Le mandibole delle femmine, essendo di dimensioni ridotte, hanno invece maggior mobilità e energia, adatte a scavare le gallerie che verranno utilizzate per  la deposizione delle uova.

La specie si contraddistingue per la colorazione lucida brunastra e per il marcato dimorfismo sessuale. Infatti i maschi si identificano facilmente per le dimensioni maggiori e per la potente struttura delle mandibole.

Le dimensioni della femmina sono invece  più contenute e le mandibole appaiono molto più piccole.

Il corpo è suddiviso in 3 parti: capo, torace e addome.  Nel capo, oltre alle mandibole, sono presenti due antenne munite di spazzola e le sei zampe che si trovano lungo l’addome hanno struttura a pettine.
Le ali sono 4, di cui le prime due molto robuste e prive di nervatura (dette elitre, come negli altri coleotteri). Appaiono rigide e coriacee, con la funzione di ricoprire e proteggere le ali posteriori, di aspetto più leggero e membranoso, ripiegate sotto le prime. Durante il volo, che risulta pesante e rumoroso, le elitre aperte vengono tenute sollevate sopra le altre. 

Il sistema respiratorio si basa su forellini particolari disseminati in vari punti del corpo, che attraverso i canaletti dell’apparato tracheale fanno circolare aria in tutto l’organismo dell’insetto.
Fu Aristotele che osservando le peculiarità delle ali di questo insetto, coniò il termine ‘Coleoptera’ costituito dall’unione di ‘Coleos e Pteron’ , due parole greche col significato di ‘Fodero e Ala’.


Alimentazione:

 

cervo volante 001Nei mesi di giugno e luglio, i maschi adulti compaiono nel tardo pomeriggio e con svolazzii pesanti e rumorosi, si spostano mantenendo la posizione eretta, intorno alle fronde degli alberi  in cerca di nutrimento.
cervo volante 007La loro alimentazione si basa soprattutto di sostanze zuccherine  della linfa che fuoriesce dalle ferite delle piante o derivanti dalla frutta molto matura.

Le femmine sono meno attive e rimangono seminascoste sotto i ceppi, il muschio e il fogliame, per questo la maggior parte dei Cervi volanti che si possono avvistare, sono individui maschi alla ricerca di cibo.

Le larve, essendo xilofaghe trovano nel legno marcescente  il loro principale nutrimento.

 

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Riproduzione:

 

Durante la stagione degli accoppiamenti i maschi si sfidano in accaniti combattimenti, che solitamente avvengono sugli alberi. I due contendenti, in atteggiamento di sfida, si fronteggiano minacciandosi reciprocamente con le grosse mandibole.
Lo scontro, quasi mai mortale, ha termine quando uno dei due rivali, riesce a sollevare e a capovolgere l’avversario, talvolta facendolo precipitare dai rami. Il maschio vincitore avrà diritto di fecondare la femmina.

Le femmine fecondate, incidono con le mandibole, le radici di vecchi alberi morenti , per deporvi alcune decine di uova.
Lucanus cervus larva inside a logLa preferenza va sicuramente alle vecchie querce e ai castagni, ma non sono disdegnati neppure ciliegi, frassini, pioppi, tigli e salici, purché in zone aperte e soleggiate.
Una volta schiuse le uova, si originano delle larve di colore biancastro, arcuate, morbide, simili a quelle del ‘Maggiolino’. Hanno sei piccole zampette arancioni, dello stesso colore della testa che mostra due affilate e potenti chele scure che servono ad incidere il legno per il nutrimento e scavare lunghe gallerie.   Il lunghissimo periodo larvale, solitamente comprende 3 stadi e può durare fino a 4-6 anni, prima della trasformazione in pupa.
La larva impupandosi  si racchiuderà in un bozzolo  fatto di terra impastata con piccole particelle di legno, in cui avverrà la metamorfosi. Il periodo durerà circa 3 mesi e avrà termine in autunno, tuttavia l’insetto adulto, non uscirà all’aperto fino alla primavera inoltrata dell’anno successivo.

La vita ‘aerea’ del Cervo volante, dura solo pochi mesi; i maschi moriranno tra agosto e settembre, mentre le femmine possono vivere qualche mese in più.


Pericoli:

I predatori naturali del Cervo volante tendono a variare in base all’ambiente in cui esso vive; possono essere uccelli come gazze, gheppi, corvi e cornacchie e mammiferi come volpi, tassi e altri mustelidi, che  cercano di aggredire l’insetto nei periodi di maggior vulnerabilità, ovvero durante le fasi degli accoppiamenti o nella deposizione delle uova. Anche gli acari dell’ordine dei Monogynapsidi possono rappresentare una minaccia per il Cervo volante, in quanto tendono a parassitarlo attaccandosi alle membrane che collegano la testa al resto del torace. Le larve possono invece essere predate da alcuni ditteri e imenotteri.

Tuttavia il futuro di questi coleotteri, strettamente legati all’ambiente dove vivono,  risulta piuttosto compromesso, specialmente nelle ultime decine di anni. Anche se inserito nell’elenco delle specie da tutelare a minaccia di estinzione, dalle normative di protezione dell’Unione Europea e della ‘Convenzione di Berna’, le popolazioni dei Lucanus cervus sono in drammatico declino. Una delle cause principali è la perdita di habitat da imputare al deterioramento e alla distruzione delle aree boschive, causata da incendi, da processi di eccessiva urbanizzazione e da disboscamenti  in concomitanza anche con la rimozione dei vecchi tronchi. Il Cervo volante cibandosi solo di legname in decomposizione, offre  anche un importante contributo al nostro ecosistema, inoltre la sua presenza non arreca alcun genere di danno né alle piante, né alle colture, tantomeno all’essere umano.

Curiosità:

Fin dai tempi più antichi per il suo aspetto, questo coleottero ha sempre intrecciato il suo destino con le bizzarrie e le superstizioni dell’uomo. Considerato una creatura pericolosa, simbolo del male e di Satana, veniva raffigurato durante il medioevo e fino al 1600, in opere pittoriche e preziose miniature. Sempre presente nell’arte pittorica, lo ritroviamo in seguito, contornato di angeli o demoni,  fino a diventare un talismano portafortuna nei secoli successivi, tanto da essere conservato come un amuleto protettore contro le negatività. Nell’antichità anche Plinio, già lo aveva descritto così: <<<….esiste una specie munita di corna biforcate all’estremità, le quali formano due pinze che l’animale può chiudere e aprire a suo piacimento le quali vengono appese al collo dei bambini per preservarli da varie malattie…>>>

Anche per quanto riguarda l’etimologia del suo nome, occorre risalire ad alcuni riti pagani delle antiche popolazioni italiche. I Lucani infatti, usavano questo insetto come talismano portafortuna e forse, proprio questo fatto, avrà dato lo spunto al suo nome scientifico.