carota-selv   Nome scientifico: DAUCUS CAROTA
  Nome comune: CAROTA SELVATICA
  Famiglia: Apiaceae
  Fioritura: Maggio-Ottobre inoltrato
  Habitat: campi, prati aridi, cespuglietti, terreni incolti, pietraie. Preferibilmente su suoli secchi, calcarei. Dal litorale fino a 1400m.


Descrizione

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Pianta erbacea biennale antenata della carota commestibile che usiamo come ortaggio. Ha un’altezza variabile da 30 cm fino a oltre un metro, piuttosto robusta con fusto eretto, striato, villoso. Le radici sono piuttosto lunghe, a fittone, ingrossate lignificate di colore giallastro lunghe 15-20cm.

Le foglie hanno un aspetto leggero estremamente variabile, abbraccianti il fusto formate da numerosi segmenti frastagliati, profondamente divisi di color verde scuro.

Le infiorescenze sono ombrelle globulari formate da minuscoli fiori bianchi a 5 petali di diverse dimensioni. Al centro dell’infiorescenza spesso è presente un fiorellino rosso violaceo scuro, che facilita l’individuazione della specie. Sotto l’ombrella appaiono delle grandi brattee giallo verdastre, lineari-filiformi, che si arricciano verso l’alto quando spuntano i frutti, dando l’aspetto di un piccolo nido concavo.

I frutti sono acheni ovali-ellittici, di colore bruno rossastro, irti di setole spinose che si attaccano facilmente al pelo degli animali e ai nostri vestiti.

La carota selvatica ha proprietà digestive, diuretiche, emollienti, rimineralizzanti, stimolatrici delle difese immunitarie. Per uso alimentare si possono utilizzare le rosette basali e la radice purchè raccolta nel periodo che precede la fioritura, unite a misticanza di altre erbe selvatiche. 

Dai semi si  estrae un olio  utilizzato nella fabbricazione di liquori e di composti aromatici. Per uso cosmetologico l’olio di carota combatte eczemi, psoriasi e dermatiti ed è usato in profumeria nelle creme anti rughe.

I Greci e i Latini la apprezzavano per il suo aroma, infatti se stropicciata emette il gradevole profumo tipico della carota e dell' iris.

Nel 1500 si credeva che il piccolo fiore scuro centrale, raccolto nelle notti di plenilunio, fosse utile contro l’epilessia; mentre bollito nel vino, che addirittura potesse favorire il concepimento e curare l’impotenza maschile. Di sicuro si sa che i miniaturisti del medioevo ne ricavavano un inchiostro nerastro da utilizzare nelle loro opere.

Si ipotizza che il suo nome provenga dalle parole greche: ‘dakkos= pianta selvatica’ e ‘karoton=carota’.

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Daucus carota -- Carota selvatica