ll genere "Calendula" è presente in Italia con varie specie, tra cui le più comuni sono: la Calendula officinalis e la Calendula arvensis e si ritiene che tutte le varietà siano derivate da un'unica specie.
La Calendula arvensis è una pianta annuale (raramente biennale) dal caratteristico odore aromatico. Ha una radice a fittone con numerose radichette laterali e un fusto ramificato, eretto-ascendente, che può raggiungere anche i 60/80cm.
Tutta la pianta è ricoperta di peluria e da ghiandole ed emette un gradevole e caratteristico odore, quando viene strofinata.
Le foglie basali sono piuttosto carnose, oblunghe, spatolate con margine finemente dentato, con impercettibili ghiandole scure. Le foglioline superiori sono molto più piccole, obovate, abbraccianti il fusto.
i fiori sono riuniti in capolini su lunghi peduncoli al termine dei rametti, circondati da brattee ricoperte di peluria ghiandolosa. Il fiore esterno ha lunghe ligule di un bel colore giallo aranciato brillante intenso, mentre gli interni, piccoli e tubolari sono di colore più scuro. Ogni pianta ne può produrre da 20 a 50. I fiori della calendula sono molto sensibili alla luce e si chiudono completamente al calar del sole.
I frutti sono curiosi acheni, di forme diverse sia per gli esterni, che per gli interni e per quelli mediani. Da arcuati ed alati o più semplici, sono tutti completamente rugosi, con aculei nella parte dorsale.
Dal punto di vista edule si utilizzano i fiori, che uniti a risotti o ad altre pietanze, grazie ai flavonoidi e al betacarotene in essi contenuti, conferiscono il colore giallo dello zafferano.
In medicina invece, è molto usata come potente antisettico, decongestionante, antinfiammatorio, lenitivo e idratante e grazie perciò ai suoi principi attivi, viene impiegata per la preparazione di creme e pomate per dermatiti, eczemi, foruncoli, punture di insetti e di meduse.
In molte zone, la calendula viene chiamata anche "oro di Maria" per la proprietà di alleviare i dolori mestruali.
Nella mitologia greca, invece le calendule sarebbero le lacrime di Afrodite, che addolorata per la morte di Adone, caddero sulla terra trasformandosi in questi coloratissimi fiori che sembrano illuminare il grigiore dell'inverno.
Il suo nome deriva dal latino "calendae", parola con la quale i Romani indicavano il primo giorno del mese, dato che questa pianta fiorisce in genere ogni mese, quasi tutto l'anno. L'epiteto arvensis si riferisce al suo habitat.
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