Questa pianta è una specie termofila e xerofila della Macchia Mediterranea, parassita delle Cistacee, priva di clorofilla, con organi perennanti sotterranei che portano le gemme da cui ogni anno si formano le parti aeree.
Il suo corpo, alto non più di una decina di centimetri, consiste in un fusto ricoperto da squame carnose, di colore rosso lampone, che emerge direttamente dal terreno.
L'infiorescenza è una densa spiga globosa con un numero di fiori che può variare da 3 a 20, suddivisi in maschili e femminili. Hanno la corolla bianco-avorio, composta da 4 petali, che a maturità diventano bulbosi e dentellati.
I fiori maschili, di circa 10-20 mm, sono posti all'interno e hanno il perigonio imbutiforme, i femminili invece, più esterni, sono leggermente più grandi, a forma di fiasco in corrispondenza dell'ovario.
Tutte intorno, le foglie rosse, squamose e clavate, conferiscono alla pianta l'aspetto di una melograna tagliata a metà.
Il frutto è una bacca carnosa che contiene numerosi semi, immersi in una polpa viscosa.
Il nome del genere, "Kìtinos", venne dato a questa pianta da Teofrasto, filosofo e botanico dell'antica Grecia. La parola "Ipocisto" invece, composta dal termine greco "ipo" che significa sotto, sta a significare una pianta che vive sotto il Cisto.
Curiosità: i nostrani "Cytinus", sono i piccoli parenti mediterranei della pianta che ha il fiore più grande del mondo: "Rafflesia Arnoldii", che vive nella foresta pluviale di Sumatra, i cui fiori raggiungono ogni record, con la loro misura di ben 80 cm di diametro.
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