Pianta erbacea annuale non molto comune, alta da 15 a 50 cm circa. Si presenta irsuta in tutte le sue parti per la presenza di morbidi peli argentati lunghi 2-3 mm.
Il fusto è eretto e le foglie appaiono lungamente picciolate, digitate a 7 segmenti lineari spatolati, di color verde glauco, sparsamente pelose.
L’infiorescenza è portata da un racemo terminale, prima condensato, che si allunga poi durante la fase della fioritura, fino a superare i 20 cm di lunghezza.
I fiori sono alterni nella parte inferiore del racemo, per presentarsi in verticilli irregolari nella parte superiore. Sono portati da peduncoli lunghi circa 1 cm e mezzo, con calice bilabiato e labbro superiore bipartito. L’inferiore è profondamente tridentato, con corolla papilionacea di colore blu violaceo e vessillo macchiato di bianco.
Il frutto è un legume lungo circa 3-5 cm ricoperto di lanosità brunastra, contenente dei semi appiattiti rotondeggianti, lisci e opachi, larghi fino a 8mm, di color grigio rosato e macchiette scure.
I semi contengono alcaloidi tossici per l’uomo e gli animali, tuttavia essendo ricchi di sostanze azotate e molto nutrienti, sono da sempre utilizzati nell’alimentazione umana, ma solo dopo essere stati tenuti a lungo in ammollo, con l’accortezza di cambiare più volte l’acqua anche durante la cottura.
Come le altre leguminose, anche il Lupino irsuto è in grado di fissare l’azoto nel terreno.
Il nome ‘Lupinus’ che significa ‘del lupo’ è forse riferito alla tossicità della pianta, mentre con l’epiteto ‘irsuto’ si descrive la peluria che lo ricopre. La specie è stata dedicata al botanico siciliano Giovanni Gussone (1787-1866).
Osservato su Monte Calvi
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