cdg f lampascione 001   Nome scientifico: MUSCARI COMOSUM (LEOPOLDIA COMOSA)
  Nome comune: LAMPASCIONE - CIPOLLACCIO COL FIOCCO
  Famiglia: Liliaceae-Asparagaceae
  Fioritura: Aprile-Giugno
  Habitat: campi e incolti erbosi, pascoli fino a 2000 metri. Presente in tutte le regioni d’Italia.


Descrizione

cdg-f-lampascione dis

Pianta erbacea perenne con bulbo globoso a forma di trottola, di colore rosaceo grande fino a 4 cm di diametro, che cresce nel sottosuolo a una profondità di 15-20 cm.

Le foglie di color verde grigiastro, sono tutte nascenti dal bulbo. Hanno consistenza piuttosto carnosa, di forma lineare e scanalata, inguainanti il fusto. Sono più corte dell’infiorescenza e tendono ad afflosciarsi nella parte superiore.

 

Lo scapo fiorale è eretto, cilindrico, glabro, alto circa fino a 50 cm. L’infiorescenza è raggruppata in un racemo a forma di piramide allungata, alto fino a una ventina di cm, che contiene i fiori inferiori fertili e giallastri e quelli superiori sterili, che formano una cima fiorita di un bell’azzurro violaceo che ricorda un 'fiocco' (che ha dato origine a uno dei nomi comuni della pianta). I fiori fertili si trovano a circa metà del fusto, contornati da piccole brattee e tendono a rivolgersi verso il basso durante la fruttificazione. I fiori sterili densamente riuniti nella parte alta dell'infiorescenza, sono portati da lunghi peduncoli, rivolti in alto, anch'essi violacei.

Gli insetti sono attratti dal ciuffo blu dei fiori sterili, ma trovando il nettare in quelli fertili posti più in basso, col loro spostarsi provvedono all’impollinazione.

I frutti sono capsule ovali suddivise in 3 valve sporgenti, lunghe circa 1 cm e mezzo, contenenti semi rotondeggianti molto scuri.

 

Sono attribuite a questa pianta proprietà diuretiche ed emollienti per curare la pelle irritata e foruncolosa, ma da recenti studi sono state scoperte virtù terapeutiche utili per abbassare i livelli di zuccheri e grassi nel sangue, per prevenire la formazione di coaguli e abbassare la pressione.

Anticamente il Lampascione aveva fama di pianta afrodisiaca, non solo nell’opinione popolare, ma anche presso i medici greci e latini. Il suo bulbo gustoso già citato da Ovidio, Plinio e Discoride come afrodisiaco, veniva servito a tavola nei banchetti nuziali, come simbolo di buon augurio e di fertilità.

Oggi è molto ricercato in cucina per il suo gusto delicato e viene preparato crudo o cotto come le comuni cipolle come componente di sughi, arrostito sulla griglia o conservato sottolio e sottaceto. Fa parte dei “Prodotti Agroalimentari Tradizionali” riconosciuti dal Ministero delle Politiche Alimentari e Forestali delle regioni Basilicata e di Puglia.

 

Si ritiene che il suo nome provenga dal sanscrito mushka=testicolo, in riferimento alla forma dei suoi bulbi; oppure dalla parola moschàri che significa grappolo, che ricorda la forma del fiore.

La parola latina comosum=chiomato, descrive il ciuffo di fiori sterili posti in alto.  “Lampascione” invece proviene dal tardo latino “lampadione'', riferito alla forma del bulbo. Questa piantina viene ancora indicata dai botanici col sinonimo di “Leopoldia Comosa”, in onore di Leopoldo II°Granduca di Toscana, suo grande estimatore.

Dato che in molti habitat naturali, il Lampascione è messo a rischio dalla lavorazione intensiva e profonda dei terreni, in alcune regioni è stato inserito nella lista delle piante protette.

                    



  cdg f lampascione 002
  cdg f lampascione 003
  cdg f lampascione 004
   
   
   

Lampascione -- Muscari comosum