Pianta erbacea annuale con fusto eretto, un po' angoloso, alta fino a un metro, con ramificazioni nella parte più alta.
Le sue foglie basali sono composte e suddivise in piccoli segmenti con apice arrotondato. Quelle che si trovano lungo il fusto, hanno forma e funzione di guaina, molto più piccole e meno frastagliate.
L'infiorescenza è ombrelliforme anche di oltre 10 cm di diametro, composta da circa 5-9 o più raggi. Ogni singolo fiore è formato da 5 petali candidi, di 8-12mm. I fiori che si trovano all'esterno sono bifidi e molto più grandi di quelli interni (10-15mm), di cui alcuni ermafroditi e altri maschili. La loro appariscenza ha la funzione di attirare gli insetti impollinatori. La loro forma e il colore candido dei petali, ricorda il delicato ricamo di un pizzo.
I frutti (acheni) di circa 7-8 mm, mostrano delle coste ricoperti da piccoli aculei.
Questa specie, blandamente tossica, in passato era considerata una pianta infestante specialmente per i raccolti di avena, rendendo il seminato sgradevole e rifiutato dal bestiame.
Il suo curioso nome "Orlaya" deriva dal botanico russo Johan Orlay, vissuto nel 1700, al quale è stata dedicata la pianta. L'epiteto "grandiflora" proviene dal latino "grandiflorus" che ovviamente significa "a fiori grandi".
Da qualche anno, la rete degli "Orti Botanici" della Lombardia ha avuto l'iniziativa a scopo benefico di regalare per la festa della donna, insieme alle mimose, 1 bustina di semi di Lappola bianca, per far riscoprire in questo fiore la delicata bellezza e la lunga durata, apprezzabile come pianta decorativa nei giardini.
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