Piccola pianta perenne erbacea a crescita lenta, che con le sue estese fioriture sembra allietare i viottoli, i prati e tutti i luoghi dove essa cresce.
Ha un corto rizoma da cui si dipartono sottili e numerose radichette che si aggrappano tenacemente al terreno che le circonda. Gli steli sono un po' pelosi privi di foglie e portano ciascuno un unico fiore.
Tutte le foglie sono riunite in una rosetta basale e mantengono il loro colore verde brillante anche in pieno inverno. Hanno forma ovale spatolata con una sola nervatura e margine dentellato, lunghe fino a 6mm, erette su piccioli rossastri. Le foglie basali hanno la caratteristica di essere piuttosto appressate al suolo, così da essere difficilmente brucate dagli animali.
L'infiorescenza è un unico capolino, portato da un peduncolo che può raggiungere e talvolta oltrepassare i 20 cm, racchiuso da un ricettacolo conico formato da una serie di piccole brattee verdi un po' pelose. I fiori periferici sono bianchi, lugulati, rossastri all'apice della parte esterna e si chiudono inclinandosi quando è buio o col tempo nuvoloso, per riaprirsi con la luce del mattino. Quelli interni del disco sono tubolosi di colore giallo.
I fiori della margheritina sono in grado di sopportare temperature rigide, anche fino a 15° sotto zero, assumendo una colorazione rossastra.
I frutti sono piccoli acheni ovali, lateralmente convessi, appiattiti e un po' lanuginosi; privi di pappo.
Questa piantina, apprezzata e lodata da scrittori e poeti è da sempre considerata un valido aiuto medicinale. Anticamente veniva bollita nel latte di asina, come rimedio contro la tisi e le malattie dei polmoni. Col suo unguento invece venivano curati i traumi e le ferite durante le Crociate. Il tè di margherite, bevuto più volte al giorno era considerato ottimo ricostituente per i bambini gracili.
Anche oggi la Margherita viene utilizzata in fitoterapia, come buon disintossicante, emolliente, diuretico; mentre la tintura omeopatica, ottenuta dalla pianta fiorita, è un utile tonico per vasi sanguigni.
In cucina vengono consumate le foglie basali crude in insalate e cotte unite con altre erbe selvatiche per ottime frittate, sformati e zuppe. Con i fiori si possono impreziosire misticanze di insalate, oppure si conservano sott'aceto come i capperi.
Nel linguaggio dei fiori, soprattutto nel medioevo, si attribuivano a questa pianta, facoltà profetiche in amore ed era ritenuta simbolo della grazia e dell'innocenza. Probabilmente questo fatto ha dato origine al famoso detto: "M'ama...non m'ama".
Il suo nome scientifico deriverebbe dal latino popolare "Béllus"=bello e "perennis" che indica la longevità della pianta e il perdurare della sua fioritura. Il nome comune Margherita, è basato invece su un antico termine greco "Margaros" derivante dal sanscrito, che significa "Conchiglia di Perle".
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