Pianta erbacea annua alta da 30 a 60 cm, ma che può raggiungere anche un metro di altezza, con fusto eretto o prostrato ascendente, dall’aspetto lucido, talvolta un po’ arrossato, piuttosto ramificato con caratteristici nodi ingrossati.
Le foglie sono alterne color verde brillante, lanceolate oblunghe con una macchia scura a forma di “V” rovesciato nella parte superiore. Sopra sono glabre, mentre nella parte inferiore hanno una leggera pelosità lucida. Sono lunghe fino a 5-6 cm, talvolta con bordi ondulati. Alla base sono racchiuse da una guaina fogliare a forma di nodo setoloso rossastro che abbraccia il fusto.
L’infiorescenza è raggruppata in spuntoni terminali penduli, densi, lunghi fino a 7 cm composti da 4-5 piccoli lobi rosa fusi alla base, visibili sia nella fase di germoglio, che in piena fioritura. Sono caratteristici i tepali che hanno una venatura a forma di ancora.
Le spighe terminali portano i piccoli frutti rappresentati da acheni sferici, lucenti di colore nero molto appetiti dagli uccelli.
Le foglie, con parsimonia, poiché contengono ossalati, si possono consumare crude, come insalata. Utilizzata in passato come pianta officinale per le sue proprietà emostatiche dovute alle notevoli quantità di sostanze tanniche, era apprezzata nel medioevo nella teoria della “medicina dei segni”, per cui gli arrossamenti presenti sullo stelo facevano pensare che potesse curare il sangue. Teoria, incredibilmente confermata anche dalle moderne sperimentazione. Oggi infatti le proprietà di vasocostrittore, flebo-tonico ecc, sono riconosciute e apprezzate in omeopatia e in fitoterapia con preparati per tisane e tinture madri.
Il suo nome proviene dalla parola latina Persica= pesca, dovuta alla rassomiglianza delle foglie con quelle del pesco. L’aggettivo maculosa, descrive invece la tipica macchia sulla loro superficie. Il nome della specie “Polygonum”, significa che ha molti angoli, con riferimento ai nodi e ai segmenti lungo il fusto.
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