Piccola pianta erbacea perenne, dall'aspetto piuttosto cespitoso, alta fino a 30 cm.
Al momento della fioritura si presenta priva di foglie, ma porta lungo lo stelo, delle squamosità abbraccianti, brunastre, grandi appena 5-7 mm.
Solo dopo la fioritura, compaiono delle grandi foglie, larghe anche una decina di cm, di forma variabile: da ovali-esagonali tondeggianti, a cuoriformi, feltrate e bianche nella pagina sottostante.
La parte superiore invece, è liscia e glabra, di colore verde chiaro.
L'infiorescenza è formata da capolini gialli, portati da peduncoli feltrati, alti fino a 20 cm, comprendenti circa 300 piccoli elementi ligulati, molto stretti. All'interno invece, si contano fino a 40 fiori tubolosi.
I frutti hanno forma cilindrica e passo setoloso e possono nascere dopo una brevissima germinazione di appena due giorni.
La pianta contiene mucillagini che da sempre vengono utilizzate per alleviare la tosse e la raucedine. Durante l'ultimo conflitto mondiale, si racconta che i nostri soldati fossero soliti fumare, in aggiunta al tabacco, le parti essiccate di questa pianta, come antiasmatico. Nella pianta però sono presenti anche alcaloidi, per questo motivo le moderne preparazioni erboristiche e omeopatiche utilizzano cultivar, che ne sono privi.
Il nome della specie, proviene dalle parole latine "Tussis e Agere", con chiaro riferimento all'utilizzo che veniva fatto della pianta, fin dall'antichità. La parola "Farfaro" invece, deriverebbe dal nome che, gli etimologisti latini, attribuivano alla pianta che veniva reperita in grandi concentrazioni presso un antico fiume della Sabinia, chiamato "Farferus".
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