cdg-a-bosso-comune   Nome scientifico: BOXUS SEMPERVIRENS
  Nome comune: BOSSO COMUNE- nome popolare: BOSSOLO
  Famiglia: Buxaceae
  Fioritura: Marzo-Aprile
  Habitat: sottobosco di latifoglie, luoghi rocciosi, pietraie calcaree. Fino a 800 m. Non è presente in Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia.


Descrizione

cdg-a-bosso-comune dis

Il Bosso comune cresce spontaneamente in Europa, dal nord della Spagna, alla Francia centro-meridionale e dai Balcani fino al Caucaso, mentre in Germania si trova solo all’estremo sud-est, in aree protette della Mosella. In Italia è presente in maniera sporadica soprattutto al Centro-Nord.

In Toscana è compresa nella lista LRT delle specie vegetali protette.

E’ una pianta sempreverde con notevole, robusto apparato radicale, dall’aspetto di piccolo albero o di cespuglio fittamente ramoso, che può raggiungere e talvolta superare anche i 3 metri di altezza. Il legno del tronco e dei rami è giallastro, durissimo di consistenza, ricoperto da corteccia marrone chiaro, che diventa grigio scura, rugosa e suberosa nei rami più vecchi.

Le foglie sono portate da un picciolo brevissimo di appena 1 mm; hanno forma ovale-oblunga, larghe fino a 1 cm e mezzo e lunghe fino a 3. Sono generalmente opposte, coriacee, color verde lucido, scuro nella parte superiore, verde chiaro e opaco in quella inferiore, con margine che tende a ripiegarsi verso il basso. Al centro sono percorse da una visibile nervatura. Se stropicciate emanano un odore piuttosto sgradevole.

I piccolissimi fiori giallastri, maschili e femminili, si trovano insieme sullo stesso racemo all’ascella delle foglie nuove. Il calice ha 4 lacinie e sia i maschili che i femminili sono privi di corolla. I femminili sono circondati da alcuni fiori maschili per favorire l’impollinazione che avverrà tramite gli insetti.

Dai fiori femminili si sviluppa il frutto sottoforma di piccola capsula coriacea, ovoidale-cilindrica, che nella parte superiore presenta 3 prolungamenti a forma di cornetto. E’ composta da tre valve dove si trovano i piccolissimi semi neri e lucenti.

Il Bosso può vivere fino a 500-600 anni, dato il suo lentissimo accrescimento. Veniva utilizzato fin dall’antichità come pianta ornamentale, soprattutto durante il medioevo e il rinascimento era considerata indispensabile per bordure e siepi dei ‘giardini all’italiana’ e per la facilità di riprodurre, con la potatura, le figure più svariate.

Il Bosso in passato è stata una delle piante utilizzate per combattere le febbri malariche in sostituzione del chinino, per la sua azione sudorifera e diuretica, antisettica che contrastava i batteri responsabili della febbre. Naturalmente le dosi venivano somministrate con la massima cautela per la presenza della ‘Bossina’, un alcaloide che rende la pianta velenosa.

Il legno giallastro del Bosso, resistente e indeformabile, era considerato pregiato, di facile lavorazione, ricercato per tantissimi utilizzi. Apprezzato in ebanisteria, insuperabile per utensili, rubinetti per botti, pezzi per scacchi e intarsi.

Nel medioevo ne venivano realizzate piccole scatole per contenere oggetti preziosi, gioielli, bussole o addirittura ostie consacrate.

Nel Museo di Archeologia di Porto S.Stefano sono conservati preziosi strumenti a fiato, realizzati col legno del bosso, attribuibili agli Etruschi. I Greci consideravano la pianta simbolo di fertilità, sacra a Ade dio degli Inferi, per simboleggiare la vita che continua nell’eternità.

Probabilmente l’origine del suo nome proviene da ‘Buxus’, piccolo strumento musicale dei latini; ma potrebbe anche derivare da una parola greca che significa ‘serrato e fitto’, alludendo ai rametti intricati della pianta. ‘Sempervirens’ è invece l’appellativo che sottolinea la caratteristica di pianta sempreverde.

La parola ‘Box=scatola’, nella lingua inglese, deriva dal nome latino della pianta e indicava piccoli contenitori di legno per nascondere preziosi.

Da qualche anno il Bosso è minacciato dalla ‘Cydalima perspectalis, piccola farfallina con le ali color perla e fascia scura, che deposita le uova sul rovescio delle foglie. I bruci che nasceranno, molto voraci, sono capaci di ridurre le piante a uno scheletro.

Fotografato nei pressi della Rocca Sillana

                    



  cdg-a-bosso-comune 002
  cdg-a-bosso-comune 003
  cdg-a-bosso-comune 004
  cdg-a-bosso-comune 005

Bosso comune- Bossolo -- Boxus sempervirens