Pianta erbacea annuale, talvolta biennale a distribuzione mediterranea, presente solo nell'Italia Centrale e Meridionale, con presenza rarefatta.
Il suo apparato radicale si compone di un fittone legnoso, piuttosto tenace, circondato da brevi radichette.
Il fusto è eretto, cilindrico, ricoperto da peluria lanosa biancastra, alto fino a mezzo metro.
Le foglie appaiono glabre nella parte superiore, di color verde grigiastro, mentre nella pagina inferiore sono ricoperte da una fitta lanugine. Quelle inferiori, larghe 2-3 cm, lunghe fino a 10, hanno forma ob-lanceolata, divise in 7-9 paia di segmenti molli e spinosi. Le foglie intermedie e le superiori non hanno peduncolo, semi-abbraccianti il fusto, progressivamente lanceolate e più rigide con spine giallastre apicali e laterali, che possono sfiorare anche 1 cm di lunghezza.
L'infiorescenza è rappresentata da capolini apicali emisferici, larghi da 2 a 5 cm, circondati da foglie involucrali esterne, lanceolate, scanalate e spinose, lunghe 5-6 cm superanti l'involucro ragnateloso. Le squame interne invece, che simulano i fiori ligulati, mostrano uno splendido colore rosa porpora brillante, su entrambe le facce. I fiori centrali, tubulosi sono di colore giallo paglierino.
Il frutto è un piccolo achenio, ricoperto di peli setosi.
Il nome 'Carlina' si lega a un'antica leggenda in cui l'imperatore Carlo Magno, durante un'epidemia di peste, sembra aver curato i suoi soldati, con questa specie.
Forse però 'Carlina' potrebbe essere anche il diminutivo di 'Carduus=cardo'. Lanata invece descrive il suo aspetto tomentoso, lanuginoso.
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