Pianta perenne cespitosa rizomatosa alta fino a 50 cm, con fusti eretti , lignificati e privi di foglie alla base e ramificati verso la sommità.
Ha foglie alternate strette e lineari, larghe appena 2/3mm e lunghe 2cm. Sono di color verde-giallastro, di consistenza setosa, appressate a pennello nei rami sterili.
L'infiorescenza, a forma di coppa è detta "Ciazio" e si presenta inizialmente di color giallastro, poi rosso, con fiori raccolti in pseudo ombrelle ornate da numerose foglie. E' formato da 5 brattee verde chiaro saldate tra loro che proteggono il fiore interno.
Il frutto è una capsula rugosa e zigrinata divisa in tre alloggiamenti contenenti ciascuno un seme grigio.
Tutta la pianta è impregnata di un latice bianco e appiccicoso, che veniva usato popolarmente per togliere calli e verruche.
Come tutte le euforbiacee, l'Euforbia cipressina è una specie velenosa. Una leggenda racconta che la maga Circe, si servisse di questa pianta per preparare dei filtri magici.
Questa pianta è la fonte principale di nutrimento del bruco della 'Sfinge dell'Euforbia', riconoscibile per i suoi colori. Il bruco ha il corpo nero con macchie rosse e gialle, solcato sul dorso da una linea rossa e contraddistinto nella parte terminale dal corno, pure rosso, con punta nera.
Il nome "Euphorbia" è dato dal medico greco Euphorbos, che usava il succo lattiginoso della pianta, nelle sue preparazioni medicinali; "cyparissias", invece è riferita al portamento della pianta che ricorda il cipresso.
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