Pianta erbacea annuale, talvolta biennale che può raggiungere 80 cm di altezza, con radici a fittone da cui si diparte il fusto rigido e angoloso, ampiamente ramificato, di aspetto ragnateloso, color verde biancastro.
Le foglie inferiori sono suddivise in vari lobi, mentre le superiori sono lunghe, strette, opposte di forma lanceolata, lunghe 2/7 cm con fitta lanugine grigio verdastra.
L’infiorescenza è composta da capolini racchiusi da un involucro piriforme con squame embricate, sfrangiate, contornate di peli grigiastri. I fiori situati alla periferia del capolino sono di colore azzurro intenso, piuttosto appariscenti, con una lunga corolla tubolare, divisa alla fauce in 5 lobi. I fiori interni (flosculi) sono molto più piccoli e di colore porporino.
Il frutto è un achenio marronastro striato, di forma ellissoidale, di 3/4mm ricoperto di peluria, con pappo rossastro.
La pianta ricca di antociani e flavonoidi ha trovato da sempre utilizzo per la cura degli occhi e della pelle. Le sue proprietà terapeutiche possono essere di aiuto in campo oculistico, sottoforma di infuso o di collirio per alleviare congiuntiviti e altre irritazioni, specialmente se associato con Melitoto e Piantaggine. In erboristeria in Fiordaliso viene usato per gli inestetismi della pelle, migliorando l’elasticità e levigando le zone su cui viene applicato.
L’omeopatia sfrutta i suoi principi attivi per abbassare la febbre, per problemi di fegato e cistifellea, come diuretico e depurativo. E’ prezioso anche nella preparazione di creme cosmetiche dalle proprietà antiossidanti e contro l’invecchiamento della pelle. L’infuso di tutte le parti della pianta, impiegato nel lavaggio dei capelli, dona brillantezza e diminuisce la forfora. Dalle foglie si ricava un colorante alimentare per dolci e direttamente con i suoi fiori si possono decorare pietanze e insalate.
Nel tempo, la pianta ha variato diverse nomenclature scientifiche, assegnate dai naturalisti che si ispiravano alle sue caratteristiche o alle leggende a cui era legata. Anche i nomi comuni sono stati diversi, ma è ancora uso comune identificarla con il più poetico ‘Fiordaliso’, dal francese: ‘Fleur de lis=fiore di giglio’.
La parola ‘Cyanos’, dal greco Kyanus e dal latino Cyanus significa: sostanza di colore blu. Mentre ‘Segetum’ dal latino Ségetis, identifica i ‘campi seminati a grano’, in riferimento al suo habitat. Nella mitologia Cyanus era il giovane amato dalla dea Flora, che purtroppo venne trovato morto dalla stessa dea, in un campo di fiori. Per questo motivo la dea volle chiamare quei fiori Fiordalisi, col nome del suo amato. Questa simpatica pianta sta subendo un forte regresso e sta pian piano diventando sempre più rara, a causa dei diserbanti, dei pesticidi, dei concimi chimici e dal tipo di lavorazione dei campi, tanto che la legge regionale 56/2000, ne vieta la raccolta.
Fotografato dall’amica Paola Sprugnoli nel percorso ‘C6’ nei pressi del torrente Pavone.
Specie protetta
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