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Rhinolophus hipposideros
Classe: MAMMALIA Ordine: CHIROPTERA Famiglia: RHINOLOPHIDAE Genere: RHINOLOPHUS
In Italia la specie è diffusa su l'intero territorio comprese le isole.
è il più piccolo dei Rinolofi europei. lunghezza testa-corpo: 37-45 mm; lunghezza coda: 23-33 mm; lunghezza avambraccio: 37-42.5 mm; apertura alare: 192-254 mm; peso: 5.6-9 g.
Pelliccia dorsale marrone chiaro-grigiastro, la parte addominale grigio chiaro. I giovani sono di colore grigio scuro. Passa le ore diurne in grotte o vecchi edifici appeso a testa in giù, avvolto completamente nella membrana alare. All'imbrunire esce a cacciare. Il volo è agile, altamente manovrato. Si nutrono soprattutto di piccoli insetti come farfalle, Ditteri, Coleotteri, ed anche ragni, che vengono cacciati in ambienti agricoli con filari di alberi e di siepi, ma anche in giardini e parchi urbani. Può catturare le sue prede anche direttamente a terra.
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Pelliccia dorsale marrone chiaro-grigiastro, la parte addominale grigio chiaro. I giovani sono di colore grigio scuro. Passa le ore diurne in grotte o vecchi edifici appeso a testa in giù, avvolto completamente nella membrana alare. All'imbrunire esce a cacciare. Il volo è agile, altamente manovrato. Si nutrono soprattutto di piccoli insetti come farfalle, Ditteri, Coleotteri, ed anche ragni, che vengono cacciati in ambienti agricoli con filari di alberi e di siepi, ma anche in giardini e parchi urbani. Può catturare le sue prede anche direttamente a terra.
L'accoppiamento avviene in autunno mentre il parto in estate. Normalmente nasce un piccolo, più raramente due. Il peso del neonato è approssimativamente 1.8 g. I giovani sono autonomi a circa 6-7 settimane di età, maturità sessuale a uno o due anni di età, mediamente possono vivere 3-4 anni.
in Europa è in forte declino, numerose popolazioni sono scomparse. In Italia è abbastanza diffuso, ma con colonie di pochissimi individui. Specie in pericolo. La popolazione è in calo per la perdita di ambienti di alimentazione dovuta all'uso di pesticidi in agricoltura e alle sempre più diffuse e estese monoculture che impoveriscono la biodiversità, oltre che per la riduzione di siti utili per la riproduzione e il letargo invernale.
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