Pianta erbacea perenne cespitosa che può raggiungere un’altezza da 30 a 70 cm, presente in tutte le regioni d’Italia in tre sottospecie; apprezzata anche in cultivar per l’abbellimento dei giardini rocciosi per le sue vistose, spettacolari infiorescenze sericee.
Le sue radici sono brevi rizomi striscianti, circondati da radichette secondarie fascicolate. La pianta produce fitti ciuffi di foglie che si dipartono dal suolo.
I fusti sono eretti e lisci, fogliosi solo nella parte bassa, in cui sono presenti internodi, dove si originano le foglie presenti sullo stelo disposte in modo alterno, composte da una guaina abbracciante il fusto. Hanno forma oblunga, con lamina acuminata di consistenza rigida, larghe appena pochi mm. Il fitto cespuglio di foglie invece è alto 10/15 cm, privo di propaggini, appare denso, di colore verde-grigio.
L’infiorescenza ha la forma di una spiga cilindrica, densa, lunga 8-20 cm, di colore bruno chiaro, che giunta al massimo della fioritura assume una tonalità giallo pallido-biancastro, dall’effetto setoso luminoso. “”””La spiga sericea glumosa ha calici contenenti 2 fiori in mezzo ai quali vi è un corpicciolo che pare un fiore sterile”””” così come la descrive il botanico pisano Gaetano Savi nel 1798.
L’impollinazione avviene ad opera del vento e gli stigmi piumosi favoriscono la cattura dei pollini.
Il suo nome scientifico sembra derivare dal termine greco ‘Melis’= dolce, riferito al sapore dolciastro degli steli della pianta; nome assegnato dal medico e botanico italiano Andrea Cesalpino (1519-1603). ‘Ciliata’ invece, derivante dal latino ‘cilium’= ciglia, descrive la leggera pelosità della spighetta.
La pianta anticamente era chiamata ‘Gramigna barbuta’ e ‘Melica pelosa’.
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