Pianta erbacea perenne con sottili radici rizomatose filiformi. Ha fusti eretti e robusti, flessibili nell’altezza, leggermente striati e glabri, che possono raggiungere oltre 1 metro.
Le foglie di colore verde glauco, sono suddivise in 2-3 segmenti dentati ovati, simili a quelle dell’Aquilegia. Sono portate da piccioli inguainanti la base del fusto, dove sono visibili delle stipole a forma di orecchietta. Lungo il gambo si presentano simili alle basali, ma di dimensione più piccola, disposte in modo alterno, particolarmente numerose verso la sommità..
L’infiorescenza molto elegante e vigorosa, è una pannocchia piuttosto densa, lunga 5-8 cm, che porta numerosi fiori senza petali. Ognuno è costituito da un verticillo di sepali petaloidi, precocemente caduchi, di colore bianco. L’appariscenza è data dai numerosi stami bianchi dai lunghi filamenti e dalle antere giallastre che conferiscono al fiore un aspetto piumoso.
I frutti sono acheni penduli e alati lunghi appena 1 cm, con 3 spigoli contenenti piccoli semi marronastri.
Come tutte le Ranuncolacee, questa pianta è considerata tossica, tanto che anche il bestiame evita di mangiarla.
In passato veniva estratto dalle sue radici, un colorante giallo (tossico), utilizzato per tingere la lana. Oggi i numerosi cultivar di questa pianta, sono utilizzati come ornamento dei giardini umidi.
La parola ‘Thalictrum’ proviene dal greco ‘Thalictron’ che significa ‘verdeggiare’. ‘Pigamo’ invece deriva dal latino ‘Pégamon’, a sua volta dal greco, col significato di ‘sorgente’, riferito agli ambienti umidi che la pianta predilige.
Fotografato dall’amica Paola Sprugnoli, lungo il corso del Pavone.
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