La Roverella è considerata la quercia più versatile per la forma delle foglie e nell’aspetto del suo portamento, che si adatta alle caratteristiche dell’habitat che la ospita. Spesso si ibrida anche con altre specie, rendendo problematico il suo riconoscimento.
Si può trovare in boschi puri o misti e costituisce uno dei componenti fondamentali dei boschi di latifoglie, spesso in associazione con Ornielli, Ciavardelli, Carpini, Sorbi, Ginepri, Aceri, Lecci ecc. La Roverella può avere dimensioni minori, rispetto alle altre querce e può misurare mediamente fino a 25 m. di altezza.
Ha un tronco piuttosto corto che talvolta si ramifica sinuoso a breve altezza, con ramificazioni altrettanto sinuose che formano una chioma ampia e irregolare, che negli esemplari isolati assume una forma globosa.
La corteccia si presenta fessurata anche nelle piante più giovani, di color grigio scura-nerastra, divisa in piccoli solchi e scaglie molto dure a rilievo che sono in grado di difendere la pianta dagli incendi.
Le foglie sono alterne, molto variabili nella forma e nella dimensione, anche nella stessa pianta. Generalmente il loro profilo è ovato-allungato con 5-6 lobi di diverse profondità. Sono lunghe anche oltre i 10 cm, supportate da un picciolo peloso. Di colore verde intenso, decisamente pubescenti nella parte inferiore. Queste, quando sono ormai secche, rimangono per buona parte dell’inverno, attaccate alla pianta e ciò è una delle poche caratteristiche per il sicuro riconoscimento di questa specie. Come le altre querce anche la Roverella è una specie monoica e porta la fioritura maschile e femminile sulla stessa pianta.
I Fiori maschili giallastri, si trovano su amenti penduli, mentre i femminili sono raggruppati all’ascella delle foglie. La fioritura è contemporanea alla foliazione.
Il frutto è la ghianda, un achenio affusolato di 2-3 cm portato su breve picciolo in gruppi di 3-4 elementi. La cupola grigiastra e pubescente avvolge i frutti fino a metà. Il loro sapore risulta molto dolce, apprezzatissimo per l’alimentazione dei maiali, ma in passato venivano utilizzati per fare il “pane di ghiande”, ricercato nei periodi di carestia.
L’apparato radicale della Roverella è particolarmente robusto, costituito da un grosso fittone centrale che può penetrare nel terreno, fino a fessurare le rocce con le robuste radici laterali.
Il suo legno è notevolmente più pesante rispetto alle altre querce ed è apprezzato come ottimo combustibile, caratterizzato da un elevato potere calorifico e da una lenta e duratura combustione. La sua lavorazione invece risulta più difficile. Una volta veniva utilizzato per le traverse dei binari ferroviari.
Non è raro trovare esemplari di Roverella pluricentenari o addirittura millenari, con tronchi che misurano oltre 6 metri di diametro, considerati e protetti come veri monumenti della natura. Nella Sardegna del passato, queste piante venivano considerate sacre, capaci di esercitare sulle persone benefici e misteriosi influssi positivi! I parassiti Cinipidi della Quercia, nelle loro diverse conformazioni sembrano addirittura decorare la pianta, come l’”Andricus Quercustozae” con la sua sfera rotonda e l’”Andricus Dentimitratus” che si mostra in un’escrescenza di un bel colore rosso lucidissimo.
Il nome scientifico proviene dalle parole celtiche 'Kaer-Quer' col significato di 'bell'albero', mentre l'appellativo 'pubescens' in latino significa 'pelurioso'.
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