Pianta erbacea perenne velenosa alta da 15 a 50 cm. E’ provvista di robusta radice nodosa orizzontale strisciante nel terreno, di colore biancastro, su cui gli steli appassiti degli anni precedenti lasciano caratteristiche cicatrici circolari e screziature interne simili a piccoli sigilli che hanno dato il nome popolare alla pianta stessa.
Lo stelo ha evidenti spigoli appuntiti, un po’ arcuato verso la parte terminale, porta inserite le foglie solo nella parte superiore.
Queste sono divise in due file sono alterne, ovate-oblunghe, rivolte verso l’alto, abbraccianti il fusto, di color verde chiaro brillante, lunghe fino a 15 centimetri.
I fiori penduli, poggiano su un corto peduncolo, sono solitari di colore bianco soffuso di verdastro all’estremità. Hanno un involucro biancastro e tubolare, leggermente rigonfio, lungo 12-30mm, che si divide alla fauce in 6 piccoli dentini. Emanano un gradevole profumo.
I frutti sono bacche globose, color nero-bluastro, contenenti semi scuri con piccole punteggiature brillanti.
Ogni parte della pianta è molto velenosa, anche se in passato si faceva uso del rizoma fresco per l’azione lenitiva che svolgeva su contusioni, distorsioni, ematomi, scottature, foruncoli e macchie epidermiche.
Nelle regioni di cultura ebraica e araba, la credenza popolare paragonò le screziature sulle radici di questa pianta al Sigillo di Salomone” (la Stella di David a 6 punte), al quale si attribuivano poteri magici per scacciare spiriti e demoni.
Il nome del genere Poligonatum proviene dalle parole greche “Polis” =molti e “Gonìa”=angoli e si riferisce alla caratteristica dello stelo della pianta. L’aggettivo “Odoratum” significa invece profumato, odoroso ed è riferito al fiore.
Osservato sulle Cornate di Gerfalco
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