Piccola graziosa pianta erbacea annuale che nonostante sia presente su tutto il territorio nazionale è piuttosto rara nel nord dell'Italia.
E'alta circa 10/25 cm, caratterizzata da steli eretti o ascendenti, ramificati alla base, ricoperti da peli setosi biancastri.
Le foglie sono alterne, trifogliate composte da 3 foglioline cuoriformi di color verde intenso, pelose su entrambi le parti.
L'infiorescenza è rappresentata da un capolino terminale globoso, che può raggiungere la dimensione di 2,5 cm, portato da un peduncolo ricoperto di peluria. Anche il calice è villoso, con tubo corollino di appena 5mm e denti lunghi circa il doppio, che al momento della fruttificazione assumono un bel colore rossastro, aprendosi a forma di stella contornata di vistosa peluria. La corolla ha forma papilionacea, di colore variabile dal rosa, al rosso vino, al bianco.
Il frutto è un piccolo legume avvolto nel calice, che contiene all'interno un solo semino liscio e giallastro, grande un paio di mm.
Storicamente il trifoglio era venerato dai Druidi e apprezzato dai Romani, per le sue proprietà medicinali.
Come tutte le numerose specie di trifoglio, anche questa piccola pianta veniva utilizzata in passato, per contrastare i disturbi della menopausa.
Secondo una tradizione popolare, San Patrizio, patrono d'Irlanda, osservando la caratteristica delle tre foglioline della pianta legate ad un unico stelo, avrebbe indicato questo particolare, per spiegare al suo popolo il mistero della Trinità.
Il nome del genere 'Trifolium' (dal latino tri=tre e folium=foglia), descrive le caratteristiche foglie della pianta suddivise a loro volta in tre foglioline; il nome specifico invece si riferisce chiaramente al particolare calice della pianta che al momento della fruttificazione, si apre assumendo la tipica forma di una stella a cinque punte.
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