Graziosa pianta erbacea perenne alta fino a 20 cm, che forma cuscini più o meno densi di sottili rami prostrati, che diventano ascendenti durante la fioritura.
Le foglie sono piccole oblunghe, di color verde salvia, leggermente pubescenti nella parte superiore, lunghe fino a 3. Il margine può essere crenato o seghettato, spesso con bordi revoluti; le terminali sono più piccole, lanceolate lineari.
L’infiorescenza è costituita da racemi lassi, singoli o opposti a due a due, che si allungano a forma di piramide col procedere della fioritura, portanti fino a una trentina di fiori. Il calice che appare glabro, sorregge la corolla a 5 petali celesti o azzurro pallido, con strie blu; più raramente rosati o bianchi. Il petalo superiore è più grande dei laterali, mentre quello inferiore è più stretto.
Il frutto è una capsula cuoriforme più larga che lunga, con calice persistente che contiene 20/30 semini giallastri compressi e leggermente pelosi.
La piantaggine prostrata, anche se poco appariscente è una pianta graziosa apprezzata nei suoi cultivar per abbellire aiole, muretti e giardini rocciosi.
Ebbe popolarità tra il XVII° e il XVIII° secolo, in quanto venivano usate le sommità fiorite per le apprezzate proprietà diuretiche, astringenti e depurative, tanto che veniva chiamata ‘Te d’Europa’.
L’etimologia del suo nome è piuttosto controversa e si racconta i n diverse versioni. Per alcuni potrebbe derivare dal latino ‘veronica’ già adattato dalla parola greca ‘Berenike’= apportatrice di vittoria, termine già usato da Linneo in riferimento alla Veronica che asciugò il viso di Cristo sul Calvario. Secondo un’altra versione potrebbe provenire da due appellativi latini ‘verus=vero e unicus=unico’ riferito alle sue proprietà medicamentose. L’epiteto invece deriva dal verbo latino ‘prosternere’= sdraiarsi e allude al suo portamento strisciante.
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