Sant’Ottavia, la villa del Palagetto
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![]() Lo stile innovativo con cui viene costruita la bella residenza, così diversa da tutte le altre della zona, richiama il linearismo e l’eleganza decorativa del ‘Liberty’, che da poco conosciuto anche in Italia, diventò di gran moda nella nuova borghesia in ascesa. L’edificio, chiamato Sant’Ottavia, in onore di un’antenata della famiglia, si trova su una posizione strategica, affacciato sulla fertile vallata del Cecina, punteggiata da numerosi poderi, che verranno inglobati in seguito, nella proprietà del Palagetto. Anche il viale che conduce alla villa si distingue dagli altri, non essendo alberato con i soliti cipressi, simbolo della campagna toscana, ma da lunghe file di pini domestici, a rendere l’ambiente ancor più esotico. |
Gli anni bui dell’ultimo conflitto bellico, vedono S. Ottavia usata come base militare della Marina, per la gestione della vicina polveriera del Cecina; ma superato questo triste periodo, ritornò a splendere di vita e di fertilità insieme a tutta la campagna. Gli anziani di Pomarance ricordano ancora con piacere le feste sull’aia, organizzate dal fattore a poche decine di metri dalla villa. Tutti i contadini e soprattutto i giovani della zona si radunavano per cantare, suonare e ballare, mentre la fattoressa bravissima in cucina, offriva a tutti i suoi squisiti dolci fatti apposta per l’evento. Non mancavano nemmeno le occasioni per pregare e, al passaggio dell’immagine di una ‘Madonna itinerante’ proveniente dalla chiesina di Lanciaia, i contadini della zona, si riunivano nella cappella della villa, invocando per un buon raccolto. Ma proprio perché tutte le cose belle possono svanire come d’incanto, col passare degli anni, complice anche il graduale spopolamento delle campagne e venuti a mancare i capostipiti della famiglia Bianchini, negli anni intorno al 1970, la villa fu pian piano abbandonata e i proprietari si stabilirono definitivamente a Firenze.
Oggi della grande dimora non restano che i ruderi; porzioni di colonne, di pareti e di mura barcollanti avvolti dalla vegetazione che lascia appena filtrare la luce per poterne ammirare ancora tutto il suo fascino.
Sarebbe auspicabile che questo incantevole luogo, ancora immerso nella superba campagna, impreziosita da accoglienti agriturismo, venisse riscoperto e apprezzato per le sue bellezze paesaggistiche e per l’importanza della sua storia; magari meta di piacevoli passeggiate, alla ricerca dei tartufi marzolini, come accadeva in passato, sotto i grandi pini che ancora ornano fieri, il viale di S. Ottavia.
Le foto storiche della villa, le cartine e alcune delle informazioni relative al percorso ferroviario, ci sono state gentilmente fornite dall'amico Paolo Mazzinghi, che ringraziamo!
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