FONTI E SORGENTI DI POMARANCE

La conformazione geologica del colle su cui sorge Pomarance, è caratterizzata da affioramenti di Calcare Detritico, chiamato comunemente Tufo, adagiati su uno strato di Conglomerati Argillosi di origine marina. La differenza di permeabilità dei due strati di terreno, ha la caratteristica di trattenere l’acqua, originando una serie di sorgenti, talvolta perenni, di buona qualità e portata. Queste fonti, conosciute fin dall'epoca etrusca e medievale, hanno rifornito il paese di ottima acqua, nel corso dei secoli, fino al 1930, anno in cui fu costruito l’Acquedotto Comunale.

Intorno ad alcune di queste sorgenti, nacquero vere e proprie attività produttive, come la concia delle pelli e l’utilizzo di mulini, che nel nostro tour urbano abbiamo avuto l’occasione di riscoprire con notizie storiche e curiosità. Al di fuori delle Mura Castellane, nelle vicinanze delle Grotte, ancor oggi c’è una fonte detta “La Concia” in prossimità dell’omonimo agglomerato rurale, intorno al quale è visibile anche il tracciato di una antica strada romana che portava a Casole.

Fonte di Cannerj

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A poche centinaia di metri, lungo la Strada della Fonte, antico tracciato che conduceva al Palagetto e al fiume Cecina, si trova una vecchia struttura ad archi risalente al 1300 chiamata “Fonte di Cannerj”, conosciuta in tempi più recenti come “Fonte del Comune” e utilizzata come lavatoio pubblico fino agli anni ’60.
L’abbondante sorgente scaturisce da un cunicolo, che tramite un’antica canalizzazione lunga una decina di metri, porta a un abbeveratoio e un grande lavatoio pubblico.

Dell’antica struttura rimangono ancora visibili due grandi arcate in tufo che conservano nella parte centrale i resti di uno stemma, raffigurante un rastrello e un’epigrafe datata 1333, con una piccola croce in pietra arenaria, consumata dal tempo dove si vedono ancora alcune lettere in caratteri gotici.
La parte sovrastante la sorgente e gli archi, venne utilizzata per la costruzione di un piccolo oratorio dedicato a Sant’Antonio che presenta nel centro, sopra la porta di ingresso una pietra calcarea datata 1615. Arricchisce il luogo la vista di parte dell’antico selciato, ancora ben conservato, di accesso alla fonte.

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A qualche centinaio di metri dopo aver risalito la stradina percorsa, troviamo i “Fontini” un’altra sorgente in località Docciarello, a pochi passi dal centro del paese. Questa fonte infatti ha sempre fornito l’acqua per gran parte di Pomarance e delle campagne limitrofe, fino alla costruzione dell’acquedotto.

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La Boldrona

Più avanti verso nord ovest, nel vecchio tracciato della strada, che iniziando dalla Porta Volterrana, conduceva a Micciano e a Libbiano, in località la Doccina, si trova la “Fonte della Boldrona”, costruita su un disegno del 1895 dell’impresario Tobia Calderani. Massiccia e curiosa struttura ad archi, con una capiente cisterna centrale rotonda e una serie di vasche disposte a raggera, utilizzate come lavatoio pubblico fino al dopoguerra. Già restaurata negli anni ’30, oggi è in parte rovinata e priva di manutenzione.
La Fonte della Boldrona ha visto generazioni di donne pomarancine, con grandi tinozze di zinco in testa, recarsi a lavare i loro “panni” e aspettando poi che si asciugassero, stesi nei prati e nei cespugli vicini. Tra i giochi e le merende dei bimbi, la fonte era diventata un piacevole passeggiata e luogo di incontro e di aggregazione.

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Le Peschiere

Nella parte più lontana dal paese, nei pressi di Gallerone, si trova l’importante sorgente delle “Peschiere” , adiacente ai ruderi del vecchio podere che porta lo stesso nome.

<<29 marzo 1843- Sentita istanza prodotta dal sig. Cammillo Fantacci con la quale fa conoscere che una di lui fabbrica fatta al di lui Podere delle peschiere per uso di concia, fu costruita nell'anno 1842 e perciò ai termini della Notificazione della Soprintendenza alle Comunità del Granducato del 1.7.1843 debbino rimanere esenti dal Dazio fino al 1852>>

Questa veniva utilizzata dalla famiglia Fantacci che nel 1842 vi impiantò una conceria, fiorente per 53 anni fino al 1895, chiusa solo quando l’attività non produceva più reddito sufficiente.
Ancora oggi vicino alla sorgente si possono vedere una serie di grandi vasche in cui veniva posta a mollo la quercia dalla quale si estraeva il tannino, usato per il colore e per la concia dei pellami.

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Inoltre l’acqua in eccesso, convogliata tramite un canale di deflusso, andava ad azionare le macine del mulino pubblico del “Mulinuccio” e insieme all’acqua della sorgente della “Concina” raggiungeva i Mulini della Bottaccina, nei pressi del torrente Arbiaia. (A poche centinaia di metri di distanza dal vecchio podere delle Peschiere, si può ancora vedere un curioso torrino che serviva per l'asciugatura delle pelli conciate).
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Fonte di Ballero

Atra sorgente piuttosto importante era chiamata “Fonte di Ballero” nelle vicinanze del Podere Pieve Vecchia, costruito sul tracciato che seguiva la Vecchia Via Maremmana, deviata verso metà 800 con l’attuale SR 439. L’acqua di questa sorgente era ritenuta una delle migliori da bere..

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(Alcuni dati del nostro articolo sono stati tratti da documenti dell’Archivio Storico Comunale e dalla rivista “Comunità di Pomarance, che ringraziamo)

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