LA CORTE: La miniera di rame
La zona circostante il Podere La Corte è caratterizzata da un affioramento di rocce serpentine che in passato, nella seconda meta' del 1500, fu minuziosamente fatto esplorare dalla famiglia dei Medici tramite il loro tecnico Alessandro Cini. Venne così scoperto un giacimento di rame costituito da bornite, calcopirite e rame nativo. Per coltivare il deposito cuprifero, nei pressi del podere 'La Corte', vicino al margine sx della strada che procede verso il Poggio Carnevale, furono scavati 2 pozzi gemelli a sezione cilindrica armati di muratura. Targioni Tozzetti nel 1769 ebbe modo di raccontare di questa miniera in un suo viaggio: """""....nelle parete si vedono buche o usciolini, che verosimilmente introducevano nei cunicoli laterali......E' fama che da questi luoghi si cavasse vena di rame......e dicono che questo rame si fondeva in queste vicinanze....."""""
Nel periodo compreso tra il 1857 e il 1900, in più tempi, l'attività mineraria fu ripresa da Emilio Fontani, che oltre a costituire un'apposita società, provvide a restaurare il pozzo mediceo rimasto ed aprire numerose gallerie di ricerca.
Il pozzo che è ancora osservabile misurava 51 m. di profondità, con un diametro di m 3,80, con 4 piani di gallerie. Venne anche costruita una grande galleria di scolo lunga 289 m, di cui è ancora visibile il grande ingresso sul margine sx del Botrello della Guardiola, piccolo affluente del Secolo. Nella zona si possono osservare anche i pochi ruderi di un magazzino e i resti degli edifici di servizio della miniera purtroppo invasi dalla vegetazione, ma non si è mai trovata traccia delle discariche.
<<<<Tratto dal volume 'Tesori Nascosti' di Angelo Marrucci e Roberto Nannoni>>>>
LA CORTE: Residenza a prova di brigante
Nella seconda metà del 1400 Piero de' Medici, con la sua nobile consorte Lucrezia Tornabuoni e suo figlio Lorenzo erano soliti trascorrere lunghi periodi di villeggiatura e di cure presso le sorgenti sulfuree delle Terme del Bagno a Morbo, nei pressi della moderna Larderello. Sembra che per un maggior livello di sicurezza della corte fiorentina e dei suoi illustri ospiti, fu fatto costruire nei pressi di Sant'Ippolito, un grande e solido casolare, che ancor oggi è denominato ''La Corte''.
Succedeva infatti che alcuni briganti allettati dai facili guadagni, organizzassero agguati e rapimenti a scopo di lauti riscatti a danno dei ricchi, sprovveduti ospiti. Così che dopo le sedute termali, per il pernottamento venivano accompagnati con una carrozza scortata, presso la massiccia struttura della Corte, sicuro riparo a prova di malviventi.
Le terme, chiamate anticamente "Aquas Volaternas", ormai chiuse fin dal 1933, nel Medio Evo e nel Rinascimento, erano conosciute ed apprezzate soprattutto per la cura e la bellezza del corpo e della pelle. Anche Lorenzo il Magnifico, ne fu un assiduo frequentatore.