La Fonte di Docciola costruita nella prima metà del 1200, è costituita da 2 imponenti archi che sorreggono la copertura e racchiudono all’interno la grande vasca rettangolare, che attinge acqua da una bocca sulla destra. Tra i due grandi archi ogivale che costituiscono il portico è inserita una lapide scritta in latino che riporta la data e il nome del Maestro Stefano da Siena che la costruì. Come tutte le altre fonti che si trovavano all’interno della cinta muraria della città, anche questa fonte aveva un’estrema importanza per la sopravvivenza durante i lunghi assedi alla città. Tramite un condotto di scolo che scorre sotto la pavimentazione, l’acqua di Docciola, forma un botro che raggiunge la vallata dell’Era, dove si trovavano allineati diversi mulini. Era inoltre indispensabile per il lavaggio della lana prima della filatura, per la fiorente attività medievale nell’ “Arte della lana di Volterra”.
Lo scrittore Gabriele d’Annunzio la ricorda su una lapide apposta sul muro perimetrale della fonte: “Chi sciacqua le lenzuola alla Docciola, convien che l’acqua attinga alla Mandringa”
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