Una deviazione che porta a sud, sulla stradina per la fattoria di Sant'Ippolito, ci condurrà in breve tempo ai resti dell'antico podere "La Corte", che con la sua massiccia e poderosa struttura, nel 1400 dette ospitalità anche a Lorenzo il Magnifico con i suoi illustri amici, frequentatori delle antiche Terme di Bagno a Morbo. Fino alla metà del 1900, è stato invece una grande casa colonica, modesta residenza di diverse famiglie di contadini.
<<<In visita agli Stabilimenti Boraciferi di Larderello, il 14 novembre del 1908, re Vittorio Emanuele III, percorrendo la vecchia strada che collegava Larderello a Serrazzano, notò in prossimità di un bivio una ragazzina intenta a pascolare il suo "branchetto" di maiali, come si faceva a quel tempo nelle campagne di queste zone.
Incuriosito il re si fermò con tutto il suo seguito e si rivolse alla bambina chiedendole come si chiamasse e il motivo per cui fosse lì. Lei, per niente sorpresa, guardando stupefatta tutti quegli sconosciuti, sospese per un attimo il suo lavoro a maglia e rispose di essere lì per badare ai suoi maiali e aggiungense di chiamarsi Argene Rossi.
Il re domandò allora dove abitasse, visto che nei dintorni non si vedevano case nemmeno in lontananza. Prontamente la bimba alzò il braccio per indicare in un poggetto un punto lontano e senza esitazione rispose di abitare proprio là, ....alla "Corte".
La risposta di Argene suscitò subito l'ilarità di tutti gli sconosciuti che le stavano davanti, che si misero a ridere fragorosamente.
Usando un gioco di parole Vittorio Emanuele III°, volle spiegare personalmente alla ragazzina, che anche lui stesso, in qualità di re, era solito abitare a..... 'corte'! Sorpreso e divertito per quell'episodio, le fece preparare un pacchetto contenente dolciumi, un salame e un'intera pagnotta di pane bianco, per quel tempo privilegio solo dei ricchi e glielo porse personalmente.
Al tramonto Argene rientra a casa, chiude le sue bestiole nel porcile e si appresta per la cena insieme a tutta la sua famiglia. Una volta seduta a tavola, con l'ingenuità di una novella di altri tempi, inizia a raccontare ai familiari di aver conosciuto il re in persona, suscitando naturalmente l'ilarità e l'incredulità di tutti.
La piccola allora, abbandona per un attimo il suo posto a tavola, corre a prendere la sacca ed estrae con fierezza il salame, i dolci e il pane bianco, ancora avvolti nel pacchetto di carta azzurrina con impresso lo stemma reale, che diligentemente aveva conservato fin dalla mattina, per la cena dei suoi cari.
Solo allora la piccola Argene venne creduta, lasciando tutti sbigottiti e piacevolmente sorpresi.....>>>
Questo episodio è stato tramandato a memoria dai familiari e dai conoscenti della piccola Argene.