titolo allume

allume montioni 001Conosciuto fin dall’epoca degli Etruschi e dei Romani, indispensabile nel medioevo fino ai giorni nostri, l’allume, è sempre stato un prodotto di rilevanza strategica, ritenuto così importante, al punto da arricchire o cambiare radicalmente l’economia della zona in cui fosse stato scoperto ed estratto.

L’Allume si ricava dall’Alunite un sale misto di alluminio e potassio, incolore e inodore che dopo alcuni procedimenti di cottura e liscivazione, in passato era utilizzato in numerose attività produttive soprattutto come fissativo dei colori nella tintura dei tessuti e nella concia delle pelli.

Usato anche in medicina, come antisettico ed emostatico, l’allume era indispensabile nella produzione del vetro e della ceramica e per la preparazione della pergamena.

Nelle terre più vicine a noi, oltre alle storiche allumiere di Monteleo, il cui sfruttamento è attestato fin dal XIV° secolo, l’Allume era ricercato nelle zone geotermiche del volterrano, tanto che nel 1472, il controllo del suo monopolio causò discordie commerciali ed espansionistiche che furono motivo di un’aspra guerra perpetrata dai Fiorentini contro Volterra con lo scopo di impadronirsi delle allumiere del Sasso.

allume montioni 001Nel 1473, sotto il pontificato di Papa Sisto IV°, vennero scoperti nel territorio del Castello di Montioni, facente parte del Principato di Piombino, dei ricchi giacimenti di minerale di allume. Ma il Papa si oppose con forza all’estrazione, in quanto lo sfruttamento delle cave di Montioni, avrebbe causato concorrenza alle ricche miniere della Tolfa in provincia di Roma, sfruttate dal governo pontificio, il cui prodotto si diceva, fosse destinato anche alle Crociate.

Nonostante le insistenze del Vescovo di Massa, le miniere di Montioni, restarono quindi chiuse per secoli!

Nel 1490 venne raggiunto un accordo con il Pontefice Innocenzo VIII°, che garantì un risarcimento di 1000 ducati per il mancato sfruttamento a Montioni, ma nel 1548 Ferrante Appiani, signore di Piombino, concesse ugualmente una parziale licenza di estrazione a Cosimo I° de’ Medici.

La riapertura totale del sito minerario avvenne solo nel 1809 da parte di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone.

 

Maria Anna Bonaparte, detta Elisa, nacque ad Ajaccio il 3 gennaio 1777 e dopo il matrimonio con l’ufficiale corso Felice allume montioni 001Baciocchi, divenne Principessa del Principato di Piombino e Lucca, successivamente nominata Granduchessa di Toscana. Il 18 marzo del 1805 Napoleone stesso investì con questi titoli la sorella, mentre il consorte divenne Principe dell’Impero col titolo di Altezza Serenissima e il nome di Felice I°.

Dotata di una brillante intelligenza, carattere forte e capacità di governare con perspicacia, Elisa era ritenuta da Napoleone la migliore dei suoi ministri e nel 1809 e con la riapertura delle miniere, ebbe modo di fare di Montioni, uno dei punti forza dello sviluppo economico del Principato, incentrato sulle allumiere e sul patrimonio boschivo della zona.

Insieme all’imprenditore Louis Porte, scelto per partecipare a questo progetto e nominato direttore delle allumiere, da Felice Baciocchi stesso, fu costruito anche il piccolo villaggio di Montioni Elisa, che dette alla piccola comunità mineraria, momenti di vero splendore.

In questo periodo l’estrazione del minerale, avveniva sia in miniera che il cava. Successivamente sottoposto a una prima scelta, il materiale estratto, era trasportato ai forni per la calcinazione a fuoco, quindi così preparato veniva fatto macerare e disciogliere in acqua e cotto di nuovo in caldaie di rame per farlo cristallizzare, pronto per essere trasportato allo scalo di Follonica.

allume montioni 001Affidata la costruzione all’architetto francese Pierre Théodore Bienaimé, il piccolo villaggio minerario era composto da una serie di abitazioni per minatori, operai, vetturini e lavoranti; dai forni per la cottura del minerale e dai magazzini per l’allume; dalla residenza di Elisa dove era presente anche una piccola cappella, che in seguito diventò la ‘Palazzina della Direzione’ e dal famoso bagno termale. Facevano parte del villaggio, anche un granaio, un mulino e un fabbricato detto ‘Palazzo della Vigna. Dominante tra i cipressi, fu realizzata una piazzetta e una cisterna a forma piramidale per la raccolta dell’acqua piovana, accanto a una stele celebrativa in marmo che esaltava l’operato di Elisa, celebrando anche la figura di Napoleone.

Dopo la caduta di Napoleone, Elisa dopo essersi ritirata, prima a Bologna, poi a Trieste, poi a Brùnn, morì a Villa Vicentina nel 1820.

Montioni passò ai granduchi lorensi che continuarono a fasi alterne lo sfruttamento delle miniere. Nel 1856 vennero sostituite le vecchie e costose caldaie di rame, con altre di ferro, dal costo più accessibile ed è attestato che nel 1860 la produzione di allume raggiunse le 400.000 libbre.

Sempre nel 1856 Leopoldo II° pensò di restaurare le terme, aprendole agli abitanti di Montioni, anche se dopo breve tempo, la sorgente calda purtroppo si esaurì.

Le miniere, passate in seguito alla società Simec di Genova, cessarono l’attività nel 1938.

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L' ALLUME DI MONTIONI