Gli affascinanti panorami che caratterizzano la zona del Volterrano e delle Crete Senesi sono il risultato di un dissesto idrogeologico, innescato dal dilavamento ad opera delle acque meteoriche, che insieme alle frane divennero i fattori essenziali che determinarono nel tempo il modellamento delle colline con lo splendido risultato che siamo soliti ammirare. Molto difficile è risalire con esattezza al periodo della loro formazione, ma si pensa che i disboscamenti ad opera dell’uomo, durante l’Olocene, abbiano contribuito ad esporre ai rigori del clima questi suoli altamente alcalini e argillosi perciò particolarmente soggetti a fenomeni erosivi. L’attuale composizione argillosa del terreno, insieme alla ricchezza di conchiglie e di altri fossili ci è stata regalata dalla sedimentazione di un mare pliocenico che da 4,5 a 2,5 milioni di anni fa, ricopriva l’intera zona.
I Calanchi sono un fenomeno geomorfologico provocato dall’azione delle acque meteoriche che scorrendo sulle colline argillose degradate e prive di vegetazione producono fenditure e solchi di erosione. Si creano così incanalature profonde con ripidi versanti impermeabili e facilmente disgregabili, separati solo dalla successione di esili creste rocciose, come piccolissimi bacini idrografici. I Calanchi si sviluppano e si accentuano rapidamente nei terreni a componente argillosa, marnosa e sabbiosa, dove affiorano Argille Azzurre Plio-Pleistoceniche, che si comportano come rocce impermeabili. La presenza dello strato argilloso, misto a una discreta componente sabbiosa (6-18%) è una delle cause che danno origine alla loro formazione.
Anche il clima è un importante elemento che influisce sugli effetti erosivi, soprattutto se caratterizzato dall’alternarsi di periodi di piogge e di caldo secco, che accelerano la fessurazione dei terreni argillosi dando forma ai tipici solchi. Il calore del sole tende ad essiccare lo strato argilloso e determina il formarsi di un reticolo di piccole fessure, che permettono all’acqua piovana di infiltrarsi e circolare facilmente provocando una costante erosione. I calanchi assumono un singolare aspetto a ventaglio o a penna, separati da un sistema di vallecole, fortemente incise in creste sottili e aguzze prive di vegetazione. Infine l’azione di dilavamento delle acque pluviali combinata col calore del sole, specialmente sui pendii con esposizione più meridionale agevolano, con la pendenza del pendio stesso, lo sviluppo verticale della frattura. In genere i versanti esposti più a nord, possono ospitare seminativi, pascoli e oliveti, rendendo il paesaggio armoniosamente variegato.
Le Biancane insieme all’inconfondibile panorama dei calanchi, caratterizzano il sistema collinare volterrano con una serie di rilievi dolci e rotondeggianti a forma di cupola, dalla tipica colorazione grigio cinerina. Anche la forma di erosione che dà luogo alle biancane, si verifica nei terreni composti da Argille Azzurre e Cinerine, molto plastiche ed impermeabili, talvolta intercalate da banchi di Calcare marnoso e Marne giallo-grigiastre. La loro formazione avviene in sedimenti caratterizzati da un’alta percentuale di Solfato di Sodio che con l’effetto dilavante delle precipitazioni atmosferiche, tende a scioglierli passando negli strati sottostanti e più profondi del terreno. Le soluzioni saline tenderanno di nuovo a risalire in superficie sollecitate dall’insolazione per precipitare ancora con l’evaporazione. Il ripetersi di questo processo durante la stagione più arida, crea la classica depressione dei versanti e l’azione dilavante dell’acqua farà assumere ai piccoli rilievi l’inconfondibile forma arrotondata a cupoletta. Naturalmente la concentrazione salina, risulterà più abbondante sul versante meridionale, dove l’esposizione diretta al calore del sole fa costantemente evaporare l’umidità del terreno. I solfati di sodio insieme ad un clima arido e siccitoso, sono corresponsabili della scarsa vegetazione delle collinette, nude e biancheggianti sotto la luce del sole. Possono raggiungere un’altezza di 10-20 metri, di solito sono radunate nei campi e malgrado la loro aridità, riescono ad ospitare fino a un centinaio di specie di piccole piante, che crescono in relazione al microclima e all’umidità recepita nel suolo. Talvolta in primavera le biancane, presentano le loro groppe punteggiate da un verde morbido e vellutato con l’immancabile “Sulla”, che crea un piacevolissimo effetto cromatico.
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