I Castelli minerari di Cugnano e

Rocchette Pannocchieschi 

 

Cugnano

macchia al toro 011 I ruderi del castello di Cugnano si trovano all’interno di un bosco di lecci, su un rilievo di 446 m. nelle vicinanze del Poggio Trifonti e del Torrente Milia, tra Monterotondo e Massa Marittima. Il territorio caratterizzato da giacimenti di sulfuri misti presenti nel sottosuolo agevolò un'intensa attività mineraria per l'estrazione di metalli monetabili come il rame e l'argento e venne diversamente classificato durante le varie epoche storiche che si susseguirono: come 'Miniera' al tempo degli Etruschi, cone 'Villa' dai Romani, come 'Castello' nel periodo medioevale e infine come 'Bandita' dopo il suo abbandono.

A testimoniare la sua antica attività è l'importante ritrovamento di un lingotto rudimentale di rame, attribuibile all'età del bronzo che lega le ricerche minerarie nella zona fin dall'epoca etrusca. Cugnano, toponimo latino legato al console Aconianus, lo troviamo citato in un documento del 1158 come proprietà dei conti Aldobrandeschi di Lucca, che nel 1261 donando al Comune di Siena la metà di una delle miniere d'argento, scatenarono le reazioni durissime dei Pannocchieschi, proprietari del vicino Castello di Rocchette, che lo incendiarono. In seguito nel 1301 è il Comune di Massa a diventare proprietario delle miniere di rame e d'argento della zona, che  dopo circa 30 anni, verranno progressivamente abbandonate. Intorno ai primi anni del 1400 ritroviamo il territorio di Cugnano semplicemente come 'bandita' adibito a pascolo.  

macchia al toro 015L’insediamento di Cugnano, sorto nell’VIII° secolo come un insieme di capanne che costituivano il villaggio minerario, in seguito venne racchiuso da una cortina di mura difensive, fino a trasformarsi nel corso dei secoli in un castello minerario, alla cui sommità fu edificato il borgo, una torre quadrangolare e presumibilmente una chiesa.
Dai ruderi si percepisce una disposizione a raggiera di una ventina di edifici, in parte dovuta alla conformazione della collina, ma anche a una pianificazione urbanistica piuttosto signorile.
La cinta muraria è realizzata in blocchi grossolani di varie misure di calcare cavernoso reperito nella zona. All’ interno, scavi eseguiti per conto dell’Università di Siena intorno al 2000, hanno riportato in luce, alcuni ambienti dove venivano lavorati e fusi i metalli, che oggi mostrano mucchi di scorie ferrose.

 

 

Rocchette Pannocchieschi


macchia al toro 016Una documentazione medievale riporta l’area dove sorgevano i castelli di Rocchette e Cugnano, col nome di “Piastraio” e si riferisce probabilmente al territorio delimitato a NO dal torrente Milia, a Sud dal Fosso Riotorto e a Est dal Poggio di Santa Croce. Alcuni studi segnalano in questo territorio, circa 90 punti di estrazione di minerali, sfruttati durante il periodo medievale, tra doline, imbocchi di miniera, campi e cave minerarie.
Il comprensorio minerario del castello di Rocchette è rappresentato da doline che circondavano il sito, ancora oggi sono riconoscibili tra la vegetazione insieme a discariche di scorie e saggi di trincee. Presumibilmente le mineralizzazioni presenti nei giacimenti erano: Galena argentifera, Calcopirite, Blenda, Tetraedrite e Pirite, per ottenere principalmente dalla loro fusione: argento, rame, ferro e piombo.
I resti del castello minerario si trovano su una collina di 450 m, separata da un fossato dal versante Sud di Poggio Trifonti.
Gli scavi eseguiti dal 1992 al 2001 dall’Università di Siena, hanno riportato alla luce tracce di insediamenti e una zona di lavorazione del minerale risalenti al X° secolo. Si distinguono ancora, nella zona sommitale, i resti di una cinta muraria dove probabilmente era collocata la parte signorile del castello, mentre intorno appaiono  tracce di altri edifici consistenti in ruderi di strutture semirupestri, appartenute alla configurazione più antica dell'abitato.

Il castello venne circondato da mura difensive intorno al 1300 e furono costruiti numerosi edifici, dopo che Massa si assicurò il dominio sul castello stesso e sulle risorse minerarie della zona.
rocchetteLa ricostruzione è supportata anche da un antico sigillo trecentesco conservato a Firenze presso il Museo del Bargello, dove è riconoscibile il masso roccioso su cui sono arroccate le 5 porte, le 2 torri e le mura che lo circondavano.
Il sito fu abbandonato nella prima metà del secolo XV° e ora rimane un luogo suggestivo oltre che per la sua storia, anche per il superbo panorama che si apre fino al mare e sulle isole dell’Arcipelago.