Dalle terre pisane alla Maremma, dai cipressi alti e schietti del Carducci, dal lontano ‘’fiero pasto’’ del divino Dante, la nobile casata dei Della Gherardesca ha sempre lasciato nel tempo, il suo tratto distintivo in tutta la Toscana. Sembra che la millenaria famiglia abbia avuto origine dal longobardo Wilfrido, in seguito diventato San Walfredo, che intorno al 754 si ritirò a vita monastica. D’accordo con la moglie Tesia, nonostante i suoi 5 figli, Wilfrido fondò un monastero fortificato dedicato a San Pietro, costruito nelle terre di sua proprietà, in zona detta Palazzuolo in Acquaviva, presso l’attuale borgo di Monteverdi Marittimo.
Ma nel passato, tra i molti componenti della nobile famiglia, emerge anche la figura di un certo Ricciardetto Della Gherardesca, che si dice avesse partecipato nel 1300 alle Crociate in Terra Santa; involontariamente divenuto in seguito, il protagonista principale di una curiosa leggenda….
Si racconta che Ricciardetto, durante la sua permanenza in Terra Santa, avesse scoperto un particolare dolcetto di marzapane che, nella forma di piccola losanga, ricordava le babbucce dei sultani con la punta all’insù. Pare che ne fosse così goloso, da non potersene privare nemmeno durante le battaglie, tanto che al suo rientro dalle Crociate, volle portare con sé la ricetta originale fino a Volterra, dove allora si trovava la sua dimora. Una volta a casa, li fece subito preparare, facendo macinare nella giusta maniera le mandorle, che successivamente venivano impastate con delle dosi di bianco d’uovo e di zucchero. Ben presto, il gusto particolare e soprattutto la semplicità della preparazione, vennero conosciuti e apprezzati da tutti, fino a sconfinare nei territori vicini, tanto che Siena rivendicò per prima la ricetta dei dolcetti, che per assonanza col nome di Ricciardetto, furono chiamati ‘Ricciarelli’.
La loro popolarità e soprattutto la particolarità del gusto dei ‘Ricciarelli’, si diffuse in gran parte della Toscana meridionale, specialmente in quelle terre che videro la vicina presenza dei Della Gherardesca, come Pomarance e Massa Marittima. Qui però, l’estro degli improvvisati pasticceri di allora, volle modificare la ricetta con un tocco in più di originalità, preparando dei piccoli ‘pizzicotti’ di pasta di mandorle che venivano poggiati su delle ostie rotonde, per la breve cottura. Ebbero così vita, i ‘Ricciarelli pomarancini’, che da allora, fino ai nostri tempi, hanno sempre rallegrato le tavole, durante le festività più importanti.
Solo nel 1891 si ritrova il primo riferimento ufficiale che riguarda la ricetta dei Ricciarelli, pubblicato nella edizione originale del volume ‘’La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene’’ di Pellegrino Artusi, che riporta le stesse dosi e gli stessi ingredienti, utilizzati anche nella preparazione del ‘Ricciarello pomarancino’, proprio come in una dolce leggenda d’altri tempi!
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