Il castello di Fosini & le miniere di Poggio Mutti |
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10.7 km, 05:21:30 |
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DESCRIZIONE All'ombra delle Cornate
Ancora un nuovo, interessante percorso, che partendo in prossimità del Castello di Fosini, ci porterà a scoprire le grotte-miniera di Poggio Mutti, per deviare poi nella parte più bassa e meno conosciuta del rilievo, che saprà riservarci insolite curiosità naturalistiche. Per raggiungere il luogo di partenza, dovremo percorrere la piccola strada per Anqua e dopo circa 2 km e mezzo, voltare a dx al primo incrocio su una stradina asfaltata comoda ed invitante che ci porterà fino a Fosini. Proseguendo in direzione Ovest, percorreremo dall'incrocio ancora 3 km, dove incontreremo un ulteriore crocevia, che sulla sx porterebbe a salire verso il podere Riscone, quindi al 'Monumento dei Partigiani'. Noi invece proseguiremo a dritto per dirigersi alla volta del castello, attraversando un ampio tratto di campagna molto curato, dove grandi casolari ristrutturati, hanno preso il posto di vecchi ruderi e nuovi e ordinati vigneti hanno dato vitalità alla campagna abbandonata. Lasciata la nostra auto, da questo punto finalmente inizieremo a camminare portandoci verso le mura del castello e voltando sulla sx, seguiremo la strada sterrata per Gerfalco, che scende tra alti boschi a prevalenza di carpino nero.
(Nel torrente è segnalata la presenza della Trota macrostigma) La presenza delle pareti rocciose rende importantissima quest'area per la nidificazione di alcuni rapaci, ritenuti rari in tutta Italia, come il Falco pellegrino e il Lanario. Raggiungeremo così l'incrocio con la strada proveniente da Gerfalco, dove alcuni cartelli esplicativi ci indicano il confine tra le province di Siena e Grosseto e il percorso che ci porterà verso Poggio Mutti, perciò volteremo a destra su di esso in costante salita. (Coord 43°09'39,2''N-10°56'22,3''E) Nei pressi dell'incrocio sarà facile notare nel terreno, numerosi avvallamenti rotondeggianti, seminascosti dalla vegetazione. Si tratta di antichi pozzi circolari che facilitavano il prelievo del minerale, là dove la roccia friabile avrebbe reso difficile e pericolosa l'estrazione tramite gallerie. Gli avvallamenti larghi da 1 a 3 metri, dovevano rispettare una distanza tra i 2 e i 6 metri l'uno dall'altro, per seguire le direttive di sicurezza formalizzate dalle ''Ordinamenta super arte fossarum rameriae e argenteriae civitatis Massae''. Seguendo la segnaletica convenzionale delle Colline Metallifere, da questo punto proseguiamo verso dx sulla carrareccia ciottolosa che in costante salita ci porterà ad attraversare tratti di bosco misto, punteggiato in primavera, da superbe fioriture di narcisi dei poeti, asfodeli, violette etrusche e numerose specie di orchidee. Quando la strada sembra un poco spianare, giungeremo nei pressi di un vasto ostrieto, di recente sottoposto a taglio ceduo.
(Coord: 43°09'56''N-10°55'58,2''E – Altit.745m) Incantati dalla vastità del paesaggio, sarà impossibile rinunciare a qualche foto, mentre un veloce spuntino, ci darà l'opportunità di trattenerci ancora un po' in questo posto così speciale. Ripercorreremo indietro la stradina che ci ha condotto fin qui, fino a ritrovare l'incrocio di poco prima dove ci immetteremo in decisa salita sul camminamento più a sx, che in breve tempo ci porterà a sfiorare la vetta di Poggio Mutti, a circa 808m. Poggio Mutti è un rilievo cupoliforme alto poco più di 800 m, costituito da una formazione di Calcare massiccio con la presenza di estensioni minori di Rosso ammonitico e Diaspro. Il Calcare massiccio è sede di fenomeni carsici e per questo motivo, nei versanti del poggio si trovano numerose cavità naturali di origine carsica da cui in tempi remoti e soprattutto dal X° al XIV° secolo veniva estratto l'argento. Si ha traccia di passate lavorazioni minerarie coltivate dai Sassoni, che arrivati con le invasioni barbariche, intorno all'anno 1000 dettero origine anche al borgo di Gerfalco. Seguendo ancora la segnaletica convenzionale, ci troveremo in un piccolo pianoro, ricco di frutti selvatici da cui inizieremo a discendere, notando che i ciottoli che ora ricoprono il percorso stanno assumendo un colore sempre più rossastro. Infatti, da lì a poco si aprirà davanti a noi una grande cava di Rosso ammonitico, una roccia calcarea stratificata dal caratteristico colore rosato, formatasi nel Giurassico, circa 200 milioni di anni fa e caratterizzata dalla presenza di ammoniti fossili, come ci descrive un cartellone esplicativo posto nelle immediate vicinanze. (Approf: Rosso Ammonitico)
Anche se l'apertura ci apparirà piuttosto angusta, una volta superata, ci troveremo davanti una grande cavità, circondati da rocce dalle venature scure, luccicanti al chiarore delle nostre torce, interrotte dall'affiorare di radici e qualche grillo della specie 'Dolicopoda'. Naturalmente non dovremo assolutamente disturbare i pipistrelli che dormono immobili, penzolanti dalle pareti rocciose. Dopo l'interessante visita riprendiamo il cammino ritornando sulla nostra strada e scendiamo fino a raggiungere una piccola apertura a sx tra la vegetazione, dove un traballante 'ometto di pietre', ci indica il punto di accesso per scoprire altre interessanti grotte-miniere. Inutile dire che cercando di individuare le cave, sarà doverosa un'attenzione ancora maggiore nel muoversi per la presenza di queste cavità prive di protezione. I condotti di origine carsica seguivano le naturali aperture nella roccia, caparbiamente sfruttati in passato, fin dall'epoca etrusca, per l'estrazione del prezioso argento ed altri minerali.(Approf: l'Argento) Continueremo il nostro percorso che poco più avanti sulla dx, lambirà un altro pozzo di origine carsica che si apre proprio sul bordo, protetto da una robusta rete metallica e, mentre inizieremo a vedere di fronte a noi, il profilo del rilievo delle Cornate, raggiungeremo in costante discesa, la strada proveniente da Fosini, che avevamo lasciato all'inizio del piccolo anello di Poggio Mutti. (Coord:43°09'31''N-10°56'27,8''E – Altit.720m) Proseguiremo da questo punto, a dx in leggera costante salita, in direzione di 'Campo alle Rose' e 'Cava Romano', dove inizierà la seconda parte del nostro viaggio.
Da questo punto, continueremo in salita, un tratto della strada che porterebbe fino alla vetta delle Cornate (sentiero13), soffermandoci dopo qualche centinaio di metri in prossimità di alcuni grandi massi, per ammirare il superbo panorama che si apre verso il mare. Sul lato opposto della via invece, si potrà raggiungere in pochi metri, una delle 2 cave di Rosso ammonitico che si trovano su questo versante. Un invito per i più appassionati, alla ricerca di piccole tracce di fossili. Proseguiremo fino a un incrocio, ben segnalato e seguiremo a sx, l'indicazione del percorso detto 'dei Selciaini' dove avremo modo di osservare la vegetazione che da qui, assumerà caratteristiche tipicamente submontane. (Coord: 43°09'51,2''N-10°57'21,1''E Altit.800m) Il sentiero in discesa, che sembra talvolta scavato nella roccia, ci porterà fino al piccolo pianoro di 'Campo al Turco', dove si incrociano 2 percorsi. Noi volteremo decisamente su quello a sx, per seguire una vecchia strada non segnalata, che ci accompagnerà in un sorprendente bosco di valle, mantenendo ancora la sx all'incrocio in fondo alla prima discesa. (Diversamente seguendo l'altro incrocio ci troveremo sul percorso verso Mammoleta).
Sempre immersi in questo piccolo paradiso, impreziosito dalle particolari fioriture, lambiremo i ruderi del vecchio 'Podere del Casone', sorpresi per le numerosissime piante di melo che punteggiano tutto il bosco, mentre poco più avanti, in lontananza sulla nostra sx ci apparirà la mole del Castello di Fosini. Proseguiremo sempre sulla comoda strada fino a incontrarne una più ampia, che dalla sommità delle Carline scende verso il castello e ci accompagnerà in circa 1 km fino al piazzale. Raggiungeremo quindi le nostre auto, concludendo questa interessante e bella escursione che ci ha portato ancora una volta a conoscere altri degli infiniti tesori, nascosti all'ombra delle Cornate, la nostra piccola-grande montagna!
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