Golazze Aperte e Poggio Donato

anna stefano paolo

14.8 km, 06:18:14

Coordinate punto di partenza: 43°13'50.28"N 10°43'2.01"E   google maps cane-guinzaglio estate-no
- Percorso il : 23/07/2013 - Tempo impiegato: 06:18:00 h - Tempo in movimento: 04:13:00 h
- Distanza percorsa: 15,30 km - Dislivello tot. In salita: 697 m - Pendenza: med. 7,5% max. 27,5%
Verificato il  15-11-21
- Note
- Difficoltà : E
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I suggestivi panorami di Golazze Aperte e Poggio Donato

Avvincente itinerario naturalistico e paesaggistico, che con i suoi 15 km di lunghezza e 500 metri di dislivello, ci richiederà un certo impegno fisico, ripagandoci però con panorami suggestivi  e tante curiosità che ci saprà offrire l'intero percorso.
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Lasceremo la nostra auto all’ingresso della Riserva Naturale di Caselli (145metri slm), come per l’escursione di Acquaferrata (vedi  itinerario per le indicazioni precise), con cui questo tragitto, nella parte iniziale, condivide lo stesso tracciato. Imboccheremo quindi il sentiero di Acquaferrata e lo percorreremo completamente fino al Laghetto di Caselli attraversando un bosco ricco, variegato e curato in particolar modo nell’anello didattico.
Giunti al laghetto artificiale, invece di proseguire verso la fattoria, prenderemo a dx lungo la comoda strada bianca, che dovremo percorrere per ulteriori km 4.8  sempre in discreto dislivello, per raggiungere poi la catena che delimita il confine tra la Riserva di Caselli e quella della Macchia della Magona.

Arrivati con un certo sollievo fino a quota 480 metri slm, dopo aver già affrontato gran parte del dislivello, ci dirigeremo verso sx sul percorso n. 16  della sentieristica della Magona  e  lo percorreremo per qualche centinaio di metri in mezzo al bosco alto.   Uscendo quasi all'improvviso in un tratto più aperto, raggiungeremo  il punto panoramico delle ''Golazze aperte'', uno tra i più spettacolari della zona,  che ci sorprenderà piacevolmente  per la  vista mozzafiato che saprà regalarci.  Ci troviamo praticamente sopra la verde vallata che sovrastando i paesi di Bolgheri e di Castagneto Carducci, sembra dolcemente scivolare fino al mare attraverso la famosissima via alberata di cipressi, cari al poeta.

Con un po’ di fortuna e una buona visibilità, potremo scorgere un lungo tratto di Costa Tirrenica, fino ad intravedere  le isole dell’Arcipelago Toscano e i rilievi della Corsica. La lussureggiante vegetazione che si estende davanti a noi, fatta di essenze mediterranee, di lecci e di pinete, ricopre morbidamente tutta la vallata fino alla pianura e ogni tanto gruppi di colombacci, che da tempo hanno scelto queste zone per nidificare, si alzano fragorosamente in volo.        
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Riprendiamo il cammino continuando a seguire la linea di cresta in direzione sud, per ulteriori 1200 m, immersi nel fitto  bosco di lecci e scope,  fino a giungere ad un singolare incrocio di sentieri conosciuto come  "Tre Confini" o "Terminone". Ci troveremo  davanti a un vecchio, curioso manufatto in pietre a mattoni di forma cilindrica, alto quasi 2 metri, che torreggia chissà da quanti anni, nel bel mezzo del crocevia dove si spartiscono le tre grandi Macchie che lì si incontrano: la Macchia di Caselli,  quella della Magona e quella di Bolgheri.Appr: Macchia della Magona
Immortaliamo con le immancabili foto, lo strano termine di confine e continuiamo dritto abbandonando il sentiero che ci porterebbe nel cuore della Macchia della Magona, per continuareo invece, sempre in leggera discesa in una macchia di lecci bassi, seguendo un percorso  della sentieristica di Caselli, che ci condurrà verso valle fino ad intercettare l’anello di Poggio Donato.
Percorsi poco più di 2km dopo il Terminone, lasceremo il bosco fitto, fino ad affacciarci su grandi spazi aperti dove il tracciato si inoltra tra le caratteristiche garighe delle rocce ofiolitiche. Queste rocce inospitali, ricche di metalli pesanti e prive di nutrimento, sono  colonizzate da una singolare vegetazione di arbusti che cercano di sopravvivere su questo terreno così ostile,  assumendo forzatamente forme  insolite, fino a sembrare verei e propri endemismi.   Non sarà raro osservare le fioriture del  tulipano montano, del giaggiolo tirrenico e di qualche bella orchidea, giacché nella Riserva se ne contano circa una ventina di specie diverse. Poco più avanti, dopo aver percorso km 2,3 dal Terminone, a una quota di 405 slm,  dovremo fare attenzione ed immetterci nell’anello verso dx (a sx si tornerebbe verso la strada bianca percorsa prima e scendendo ancora di quota andremo verso la vallata dove scorre il piccolo torrente Rivivo).

Si apriranno davanti a noi delle ampie e suggestive vedute che spaziano sui paesaggi dell’Alta Val di Cecina, fino al Poggio di Montieri e alle Cornate di Gerfalco. La nostra attenzione sarà sicuramente catturata dalle strane forme dei ginepri secolari, che caparbiamente aggrappati alle rocce,  hanno assunto con il tempo, una forma vissuta e contorta in compagnia di coloratissimi cespugli di Iberide umbellata, una Brassicacea che a fine primavera mostra la sua  fioritura dalle belle tonalità color lilla. 
Continuando a scendere entreremo di nuovo nel bosco, che si fa sempre più bello e maestoso. Attraverseremo una vasta carbonaia,  lambita dai resti dei muri di una vecchia, grande porcareccia, oggi ridotta solo a rudere.
Più avanti di poche centinaia di metri, prima dell’incrocio che a sx ci porterebbe verso il  torrente Rivivo, possiamo osservare una poderosa pianta di Cerro sughera (Quercus pseudosuber), una singolare varietà di quercia assai rara negli ambienti delle nostre zone.
Decidendo anche di raggiungere il torrente,  dovremmo  poi ritornare indietro fino al bivio, per poter concludere l’anello, dopo aver attraversano una vasta pineta e giungere di nuovo al laghetto di Caselli.
L’ultimo tratto del rientro, lo potremmo percorrere lungo la strada bianca, che senza difficoltà ci porterà di nuovo al punto della partenza della nostra bella escursione.