La campagna ritrovata |
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13.6 km, 06:32:39 |
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DESCRIZIONE La campagna ritrovata |
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Tralasciando per una volta le selvagge vallate e gli anfratti più remoti dei nostri torrenti, ci siamo proposti di riscoprire le bellezze della familiare campagna pomarancina, con un percorso diverso, che solo apparentemente, potrebbe sembrare più semplice e conosciuto. Abbiamo camminato su antiche e nuove strade rurali, costantemente sorpresi dalla piacevolezza dei luoghi, lambendo campi e ordinate olivete, toccando i simboli della vita contadina di un tempo, ancora ricchi di curiosità, di storia e di un pizzico di mistero.
Da questo punto, si possono apprezzare ampi panorami che ci mostrano di nuovo il nostro paese, i borghi di Micciano e Libbiano, incastonati tra il verde delle rispettive colline e dalla parte opposta la città di Volterra contornata a est da tanti piccoli borghi della campagna Senese; fino alla caratteristica vallata di Larderello coi pennacchi di vapore delle sue centrali. Continuiamo a camminare aggirando un grande capannone agricolo e scendiamo lungo una piccola stradina al margine dei campi, fino ad intercettare, nei pressi di un insolito baldanzoso spaventapasseri, di nuovo la strada comunale del Palagetto, che continueremo in direzione Poggiamonti. All’incrocio che si presenta su un’ampia curva davanti a noi, continueremo sulla dx , tra annessi agricoli e piccoli orti, ignorando momentaneamente, dopo poche decine di metri, l’incrocio che porterebbe verso Pian di Zano. Ci concederemo così una piccola deviazione che oltrepassato l’agriturismo ‘Poggiamonti’, ci permetterà di ammirare una delle più belle ed interessanti residenze coloniche della nostra campagna, localizzata in una posizione veramente incantevole. Provenendo dall’antica strada ornata di signorili cipressi, non appena raggiungiamo la spaziosa aia adiacente al podere, rimarremo sorpresi dalle splendide vedute che si aprono davanti a noi. Sembra proprio che la natura si sia data molto da fare per disegnare e colorare questi stupendi panorami, come vere opere d’arte. La grande casa colonica di San Vittore, con i suoi numerosi annessi agricoli, si presenta sobria e ben ristrutturata, tanto che sembra aver mantenuto inalterate nel tempo, le caratteristiche costruttive della tipica architettura contadina toscana con tutta la sua autentica maestosità di vecchia e solida dimora di campagna. Come se tutto ciò non bastasse questo luogo non finisce di stupirci e, guidati dalla gentile disponibilità del custode, ci inoltriamo nel piccolo poggetto adiacente, anticamente chiamato ‘Poggio Casalone’ o ‘Rocca al Santo’. Ci lasciamo sorprendere dalla bellezza dei lecci secolari che ricoprono la piccola altura e cerchiamo tra la vegetazione i resti delle antiche mura di un convento che presumibilmente dovrebbe risalire intorno all’XI° secolo. In prossimità del margine di un boschetto, facendo attenzione alla ripida parete su cui sporge, godiamo di un affaccio incomparabile sulla dolce valle del torrente Possera. Con la massima cautela e un po’ di audacia, sfrutteremodei piccoli camminamenti, per andare a curiosare tra le ampie fenditure e i profondi crepacci che si aprono in mezzo alla formazione tufacea della collinetta, sorprendendoci per gli effetti delle correnti ventose che si formano nelle aperture. Poco più in basso un’altra bella parete di tufo, che è stata oggetto anche di studi geologici, racchiude un’infinità di gasteropodi e bivalve fossilizzate e ce le mostra come un ennesimo regalo. Proseguiamo ora nel nostro viaggio, percorrendo a ritroso circa 400metri fino all’incrocio lasciato in precedenza, dove voltando a dx seguiremo le indicazioni per ‘Pian di Zano, Poder Nuovo e Sant’Elisa’, iniziando da subito a scendere in maniera decisa. Dopo aver lambito una grande frana, il terreno torna a spianare e sulla nostra dx e oltre la grande distesa di olivi, intravediamo la rupe rocciosa dalla quale poco prima eravamo affacciati. Continuiamo la nostra marcia oltrepassando un paio di poderi adibiti ad agriturismo e agricampeggio, fino a giungere dopo circa 2 km dall’incrocio, sempre in discesa il podere di Sant’Elisa, che per rispetto della proprietà privata lo supereremo lungo la recinzione che si trova sulla dx, con una piccola strada che si fa largo nei campi argillosi. Lasciati alle spalle gli ultimi annessi del grande podere scendiamo ora in maniera decisa lungo la medesima stradina che si affaccia verso la piana del Cecina. Continueremo a seguire il fangoso tracciato, prendendo come riferimento la vetusta passerella in cemento armato che attraversa il torrente Possera, che già vediamo in lontananza, un elemento che purtroppo stona decisamente in un panorama così bello. Ci passiamo vicino mentre guadiamo il piccolo corso d’acqua e ci immettiamo per breve tratto, sulla strada proveniente da Lanciaia, puntando verso dx. Dopo appena 200 mt volteremo a sx di nuovo lungo un tracciato di terra battuta che costeggia un ampio coltivo, seguendo un argine cespuglioso dove già spicca la tipica vegetazione ripariale. Camminiamo per circa 600 m, dopo aver lasciato l’asfalto, nella medesima direzione puntando verso l’alveo del fiume e dopo aver superato delle ampie pozzanghere, cerchiamo di individuare tra il fitto cespuglieto, il cammino fino alla riva del Cecina, che in questo periodo ci accoglie con le sue acque limpidissime. Raggiungiamo così proprio il punto in cui diversi anni fa, è stato creato nel fiume uno sbarramento artificiale, in parte visibile anche in superficie che favorisce l’emungimento per il nostro acquedotto. Iniziamo da qui a discendere piacevolmente un piccolo tratto del Cecina cercando di trovare di volta in volta il passaggio migliore, alternando tratti di alveo a tratti di intricato ‘rattaio’ . Mano a mano che proseguiamo si intravedono in lontananza le campagne da cui siamo discesi, con le belle colline movimentate che alternano il colore ambrato del tufo, al grigio delle argille plioceniche, mentre cerchiamo gradatamente di guadagnare di nuovo la strada asfaltata. Attraversiamo proprio nel punto in cui dalla parte opposta si trova l’inizio di una nuova sterrata (coord43°18’59,9’’N-10°54’00,7’’E), che conduce a sx ad una cava di pietrisco e a dx, risalendotra le colline, verso alcuni casolari. Ci avvicineremo così ad una delle mete più importanti di questo nostro insolito viaggio. In cima all’irta salita infatti riusciamo già a scorgere tra gli alberi, i fascinosi ruderi della vecchia villa del Palagetto, conosciuta purtroppo oggi, con la negativa fama di ‘villa stregata’, ma che resta comunque una delle principali e importanti costruzioni che una volta arricchivano e impreziosivano di signorilità la nostra campagna.
Continuiamo ancora osservando a distanza i particolari architettonici della grande villa, cercando di immaginarla nel momento del suo massimo splendore e continuiamo il nostro viaggio percorrendo l’ampio viale contornato, in maniera inusuale, da pini domestici e grandi cipressi. Passiamo anche davanti a una casa ristrutturata che in passato ospitava il fattore e la sua famiglia. Scegliamo nei dintorni un punto riparato e molto panoramico per concederci una pausa - ristoro, sedendoci comodamente alla base di alcuni grandi pini. La campagna che ci appare davanti, ha un aspetto molto curato, il paesaggio collinare è dolce, ma estremamente movimentato e alterna prosperose olivete, a boschetti dai colori autunnali. I campi appaiono ondulati sfumati dal verde che germoglia tra il grigiore dell’argilla e comincia a ricoprirli. Distratti dall’ebrezza dei panorami, ci accorgiamo che si sta facendo tardi e a malincuore decidiamo di riprendere il cammino, che da qui si presenterà in costante salita. Raggiungiamo ben presto la strada comunale e dopo aver svoltato a sx e camminato per poco più di 350m, giungiamo nei pressi di un altro antico casale circondato da cipressi secolari e vecchi annessi agricoli, che appare ancor oggi in fase di ristrutturazione.
Finito di curiosare e di scattare alcune foto nei pressi dell’antico edificio, continuiamo il cammino guadagnando di nuovo la via asfaltata, che sempre in salita ci condurrà verso la fine del nostro viaggio. Durante questa parte del cammino abbiamo più volte la possibilità di vedere Pomarance da una prospettiva diversa dal solito, che mette in risalto il profilo della parte più antica del paese affacciata sulla grande vallata del Cecina. Subito dopo, la strada si fa dritta mostrando i singolari muretti a secco dell’oliveta di San Francesco, uno dei punti più caratteristici delle nostra campagna e del nostro viaggio di oggi. Saremo attratti soprattutto dalla laboriosità, dalla cura e dalla precisione di chi in passato ha compiuto pazientemente quest’ opera, circondando di gradoni di pietra un’intera collina, che ancora oggi ci permette di rimanere estasiati, davanti a una delle olivete più affascinanti e preziose di tutta la Val di Cecina. A circa metà della strada che costeggia l’ oliveta, sfruttiamo l’apertura che vi si trova per concederci, previo consenso dei proprietari, una frugale visita al podere San Francesco, da molti anni divenuto un grande ed elegante agriturismo. |
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In passato il podere di San Francesco veniva chiamato ‘Poggiamontino’, in quanto la piccola altura su cui si trova, era già descritta su antiche mappe col toponimo di ‘Poggio al Montino’, adiacente ad un’altra collinetta poco più elevata denominata ‘Poggio ai Monti’. Tutto il piccolo rilievo è da epoca immemorabile sapientemente modellato in gradoni, delimitati e sorretti da ampi muri a secco realizzati con blocchi di pietra tufacea, che come piccole fortezze accolgono centinaia di piante di olivo. Sul lato nord, l’altura termina in un dirupo, al margine di un meraviglioso boschetto di lecci secolari. Dopo l’interessante visita torniamo sui nostri passi riscendendo verso la strada comunale, che attraverseremo inoltrandoci in una piccola vecchia via sterrata.(Coord43°17’41,5’’N-10°53’31,9’’E). Ci introduciamo oltre il campo in un boschetto di lecci nei pressi dei ruderi del podere Bracciolo, dove nel 1958 venne rinvenuta una tomba ‘alla Cappuccina’ di epoca etrusco-romana. Camminiamo ancora lungo la piccola carrareccia nel bosco, per poi uscire di nuovo negli spazi degli ampi coltivi. Dopo un breve tratto ci congiungeremo al punto in cui siamo già passati all’andata per ripercorrere a ritroso sui nostri passi, gli ultimi 700-800metri, fino a raggiungere il punto in cui abbiamo la nostra auto. Concluderemo così una lunga e piacevole passeggiata che ci ha portato a riscoprire ed apprezzare la nostra campagna, ricca di fascino e di colori, ma soprattutto ricca della sua storia, protagonista di un lontano ed importante passato. |