DESCRIZIONE
Una bella escursione estiva che nonostante il caldo ci ha permesso di trascorrere una piacevole serata tra boschi sontuosi e l’alternarsi di superbe vedute. L’ambiente è quello del cuore delle Colline Metallifere, sulla cima del Poggione di Prata, al confine coi borghi minerari di Montieri, Prata e Boccheggiano.
Luogo di partenza sarà Fontalcinaldo, località posta circa a metà strada tra il bivio ‘Martinozzi’ (strada reg. per Massa e il paese di Montieri. (Coord 43°06’57”N 10°58’04”E)
Parcheggiata l’auto nel piazzaletto dietro vecchi edifici abbandonati, ci incamminiamo da subito lungo il sentiero n. 30 (Cartellonistica Colline Metallifere), inghiottiti da un ombroso bosco di grandi carpini. Percorreremo la vecchia mulattiera per circa 2/300 metri, svoltando poi a sx seguendo le indicazioni per il ‘Troscione’. La comoda stradina lascia ora spazio ad un angusto e scosceso sentiero che risale i profondi canaloni ombreggiati da castagni secolari e da una bella faggeta. Si continua a salire in questo ambiente straordinario che per la quiete e la frescura ci regala sensazioni di pace e di completa rilassatezza.
Dopo aver percorso circa 1 km e mezzo dalla nostra partenza, usciremo dal bosco incrociando la strada bianca che prenderemo in salita svoltando a dx. Da segnalare che nei pressi è ubicato il ‘Troscione’, rifugio CAI della vicina sezione di Massa Marittima. Percorreremo la strada bianca osservando alcuni grandi alberi di nocciolo, cresciuti al margine, insieme a melastri ed altre specie di piccoli frutti selvatici. Dopo circa 3/400m, al culmine della salita, svolteremo a sx seguendo un piccolo sentiero che dapprima attraversa una pineta e poi si snoda lungo un bellissimo bosco di cerro punteggiato da numerose piante di agrifoglio, da cui il sentiero stesso prende il nome. Questo ci porterà a sbucare di nuovo in un’altra stradina forestale, dove gireremo a dx e ci incammineremo in direzione sud avvicinandoci alla nostra meta, ovviamente per arrivare alla sommità del monte prima che inizi il tramonto. Marciando ancora spediti, dovremmo affrontare un paio di ripidi strappi e ben presto, superata una sorgente del locale acquedotto, ci troveremo in prossimità di crocevia, dove noi svolteremo a dx. (Andando verso sx, la strada porterebbe verso l’abitato del paese di Prata). Ancora un po’ di salita per poche centinaia di metri fino a scollinare, proprio nel punto segnalato dalla cartellonistica turistica, dove inizia sulla sx il sentiero verso Poggio della Croce e sulla dx quello ci porterà al Poggione. I due rilievi, sono posti circa alla medesima altitudine, ma noi abbiamo scelto di risalire il secondo perché essendo più aperto, sarà in grado di offrirci sconfinate vedute panoramiche.
Se fino ad ora ci fossero sembrati duri i piccoli tratti percorsi in salita, ci aspetterà davanti a noi, ancora un tratto con dislivello davera montagna! Dovremmo percorrere uno stretto sentierino sassoso che si inerpica lungo il costone meridionale del Poggione, facendosi largo nell’aspra prateria e negli spinosi cespuglieti di pruno selvatico, biancospino e altri piccoli arbusti. Per fortuna ad interrompere lo sforzo, ci penserà una provvidenziale e bella radura intermedia, che ci imporrà una sosta e un primo assaggio delle belle vedute sui borghi di Boccheggiano e Prata. La calda luce rossastra che precede il tramonto, ci permetterà di scattare delle belle foto, prima di riprendere il cammino verso l’ultimissimo tratto che ci divide dalla cima. Dopo pochi minuti infatti, eccoci accanto allo sbilenco cartello che ci conferma di essere alla sommità del Poggione alla quota di 914 metri.
È giunto ora il momento di sederci comodamente sulla prateria per iniziare ad ammirare i vasti panorami intorno a noi ed osservare come momento per momento, riescano a cambiare il loro aspetto, colorati dal rosseggiare del tramonto e pian piano dall’oscurità della sera. Con un po’ di attenzione riusciamo ad individuare chiaramente all’orizzonte, la sagoma delle isole dell’arcipelago, tra cui maestosa tra tutte domina l’Elba. Voltando poi lo sguardo verso Nord, ci appare inconfondibile, il familiare massiccio della Cornata e poco più a nord est, le forme metalliche dei ripetitori ci fanno riconoscere il vicino Poggio di Montieri.
Avvolti da un silenzio frusciante della leggera brezza estiva, vediamo accendersi pian piano le flebili luci dei paesi elbani e dei più vicini borghi, che punteggiano tutt’intorno le Colline Metallifere. In lontananza, l’ultimo sguardo è attratto dal pennacchio di vapore che esce dall’inconfondibile sagoma del refrigerante della centrale geotermica di Monterotondo, seminascoato tra l’oscurità dei boschi.
Consumiamo con gusto la nostra cena, in questa piacevole e tranquillizzante atmosfera, concedendosi per l’occasione anche un buon bicchiere di vino.
Ben presto calata definitivamente l’oscurità della sera, rischiarata da una luna quasi piena, si è fatta l’ora di rimetterci in cammino e, alla luce delle nostre lampade frontali, inizieremo a scendere lo stretto sentiero del Poggione. Arrivati di nuovo alla strada bianca, svolteremo ora a dx per circa trecento metri e quindi di nuovo a dx, in prossimità di un ulteriore bivio, percorrendo gli ultimi 3 km che completeranno tutto l’ anello fino al punto della nostra partenza.
Il chiarore della luna e la bianca breccia della stradina ci permettono, in alcuni tratti, di spengere addirittura le lampade, godendoci a pieno la brezza della notte estiva, movimentata dai dolci suoni del bosco e dal frusciare del vento.
Questa escursione, sicuramente da consigliare, non solo ci ha dato un’ottima occasione per camminare nella natura selvaggia e incontaminata di questi luoghi, ma ci ha regalato anche la possibilità di ammirare gli sconfinati panorami e di viverli in un’atmosfera particolare che solo le calde sere d’estate ci sanno dare.
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