3 km, 00:23:39 |
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Descrizione itinerario |
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Bella e rilassante passeggiata alla riscoperta della Fattoria di Sant’Ippolito e i suoi dintorni, luoghi che un tempo furono al centro della vita contadina di gran parte della Val di Cecina.
La fattoria appartenne fin dalla fine del 1700 ai Bicocchi, ricca famiglia borghese proveniente dalla vicina Follonica, che ben inserita nel contesto rurale della zona, amministrava i propri possedimenti terrieri, ricoprendo anche incarichi di rilievo nell’Amministrazione Pubblica del Comune di Pomarance. Con il suo esteso territorio e i suoi numerosi poderi, la Fattoria di Sant’Ippolito aveva un ruolo rilevante nella realtà agricola ed economica di tutto il Comune e in particolar modo per la zona di Montecerboli e tutta la Valle del Diavolo. La fiorente attività agricola della fattoria, da sempre è andata avanti parallelamente alla attività industriale dellavicina Larderello con le sue innovative produzioni, riguardanti l’acido borico. Per la nostra passeggiata, lasceremo l’auto nel comodissimo spazio di “Croce del Masso”, punto di ritrovo, merende e passeggiate, da sempre caro ai Montecerbolini, che prende il nome dalla stessa croce, situata su un masso a ridosso della strada. Si trova proprio all’inizio del paese di Montecerboli, per chi arriva da Pomarance.(coord. 43° 15’ 11,6”N 10° 52’ 42,2”E) Ci incammineremo subito lungo stradina asfaltata, che si snoda in leggera e costante salita verso Sant’Ippolito, accompagnati per tutto il tratto di circa 800 metri da una bella filata di cipressi che in tempi passati hanno dato il nome popolare alla via detta “Gli Alberini”. Alla fine della salita, giungeremo in località “Sassi Ritti”, dove la strada inizia a spianare e sulla sinistra noteremo una piccola carrareccia bianca che conduce lungo il crinale della “Scopeta”. Continueremo a dritto lungo lo stretto nastro di asfalto, circondati da coltivi e pascoli che addolciscono i rilievi circostanti. Più in avanti noteremo alcune graziose case coloniche, accuratamente ristrutturate oggi adibite ad agriturismo e residenze private. Arrivati in fondo al rettilineo, dovremmo mantenere la dx ed ignorare la strada che continua a dritto. Da qui l’ambiente prosegue ombreggiato da maestose querce centenarie con un cammino sempre piacevolmente pianeggiante. Intorno il bosco è prevalentemente costituito da caducifoglie, che in inverno permettono ai deboli raggi di sole di riscaldare il cammino e in primavera e in estate, di ripararci con la loro ombra fresca e ventilata. Dopo aver percorso circa 1800 metri dall’inizio della passeggiata, incontreremo sulla destra un piccolo cimitero di campagna, recentemente ristrutturato, che venne fatto costruire da Giuseppe Bicocchi al posto di quello che si trovava nei pressi della Fattoria, del quale rimangono oggi solo frammenti di muro. Entrando in questo luogo silenzioso e molto curato, dall’atmosfera quieta e stranamente accogliente, si può ancora oggi respirare la storia di questi luoghi, tra le antiche croci arrugginite e le vecchie lapidi di marmo disposte sul vecchio muro, che con le loro scritte sbiadite si raccontano con antiche parole.
Riprendiamo il cammino sempre nella stessa direzione, fino a notare sulla nostra dx una singolare quercia secolare colpita da un fulmine moltissimi anni fa e completamente resa cava all’interno del tronco, ma ancora tenacemente in vita. La pianta, conosciutissima dagli abitanti della zona con il nome “Querce vota”, è spesso menzionata nei racconti e nelle novelle dei bambini, nonché considerato luogo propiziatorio per la fertilità delle giovani coppie.
Sulla sinistra invece, dopo pochi metri più avanti, fa bella mostra di sé un’altra pianta curiosa. Uno strano cipresso femmina con la chioma appiattita a forma di ombrello, conosciuto da tutti come “L’Ombrellino”, che dona la sua ombra a una panchina, posta in un punto panoramico da cui si può spaziare in ampie vedute lungo la vallata del Trossa in direzione della Riserva di Monterufoli. Poco più avanti, sulla nostra destra incontreremo la piccola chiesetta di Sant’Ippolito, che alcuni documenti ne attestano già l’esistenza nel 1385. Più avanti ancora, si apre uno spazio che in passato era considerato un punto di ritrovo e aggregazione degli abitanti della zona, in occasione di feste primaverili, con le immancabili processioni e scampagnate. Approf. ChiesettaDi fronte, una recente ristrutturazione ha trasformato la vecchia scuola di campagna degli anni ’50, in una curata e bella residenza rurale. Proprio in questo punto, la strada non ha più la copertura di asfalto, ma continua comunque inghiaiata e un po’ polverosa, sotto le alte querce in mezzo a costruzioni, un tempo poderi e case coloniche della tenuta Bicocchi, oggi graziose residenze di campagna acquistate e restaurate per lo più da stranieri. Tra queste sulla nostra destra in prossimità dei poderi Poggetti e San Luigi, si nota una ottocentesca struttura ad archi, dove venivano ospitati ed allevati i cani della fattoria.
Percorsi circa 250 metri di strada sterrata, sulla sx si apre una lunga fila di cipressi secolari che scendono fino alla vecchia fattoria, mentre dal lato opposto dell’argine della strada, non possiamo che apprezzare una interessante ampia edicola religiosa. La struttura anche se bisognosa di un dignitoso restauro, mostra al suo interno una bella immagine di una maternità in un bassorilievo affrescato con tenui colori, detta “Il Madonnino di Sant’Ippolito”. Di lato, vi è anche una vecchia croce di legno a cui sono attaccati i simboli della passione.
Da questo punto possiamo scegliere, se scendere verso la Fattoria, proseguendo per la strada sterrata, o imboccando la vecchia via con i cipressi. Giungeremo ugualmente, circondati da bellissimi panorami, fino al cortile del grande edificio, delimitato da un enorme leccio secolare. Noteremo che la struttura architettonica dell’antica residenza Bicocchi è rimasta quasi invariata, con l’immancabile fascino delle ville toscane di fine ‘700.
Questa interessante e comoda passeggiata, in poco meno di 6 km complessivi e circa 250 metri di dislivello, ci riporta a respirare l’atmosfera antica dei luoghi che furono un tempo al centro della vita contadina, regolata dai vecchi sistemi padronali, che in contemporanea alla nascente attività industriale della zona, ha contribuito ad arricchire un pezzo importante della nostra storia.
Ancora oggi questi luoghi e questi percorsi sono apprezzati e assiduamente frequentati da molte persone che scelgono per le loro passeggiate, un ambiente silenzioso e rilassante immerso nei ricordi di tempi ormai lontani.
La Carrozzadergambini , ringrazia sentitamente la famiglia Bruscoli e la famiglia Rossi per aver concesso di arricchire questa pubblicazione con foto storiche e disegni originali di Alberto Bruscoli e Rossi Umberto (R.U.M), due personaggi vissuti in un recente passato, che hanno donato alla comunità di Montecerboli un immenso patrimonio di documenti della realtà della loro epoca e un esplicito innegabile attaccamento alla loro terra. Alberto Bruscoli (1906-1970) pioniere ed apprezzato fotografo dilettante ha saputo trasmetterci con le immagini del suo prezioso archivio, di oltre oltre 5000 foto, momenti particolari e singolari dell’intensa storia della Valle del Diavolo. R.U.M. (1925-2013) poliedrico eclettico personaggio, collezionista e cultore del passato nonché pittore e fotografo amatoriale, non ha mancato di trasmetterci l'attaccamento e il grande amore per suo paese e la sua terra, lasciandoci in eredità un’immensa collezione di oggetti caparbiamente raccolti, da lui chiamati “Carabattole”. |