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 Trekk urbano attraverso punti di interesse, storia e curiosità

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Data: 26/03/2019
Verificato il: --/--/----
Difficoltà: E
Distanza percorsa: 10 km 
Salita accumulata: 286 m
Discesa accumulata: 286 m 
Altitudine massima: 383 m
Altitudine minima: 305 m 
Pendenza max: __%
Pendenza media: __% 
Altitudine P.: 350 m A.: 350 m
Durata: 3:40  + soste
Note: Niente da segnalare.
Indicazioni stradali per il punto di partenza dell'escursione   

Coordinate punto di partenza
43°17'48.25"N 10°52'28.22"E

Attrezzatura consigliata

scarponi1

scarponi1

 
 
 

cane guinzaglio

cane guinzaglio

cane guinzaglio

cane guinzaglio


DESCRIZIONE

Se camminare fa bene, se camminare è salute, se veramente siamo convinti che il camminare ci aiuti a combattere lo stress quotidiano ...... allora perché non farlo per una volta, in uno scenario del tutto diverso??!! Magari imparando a rivalutare e ad apprezzare le strade, i vicoli, le piazzette, dove ogni giorno passiamo senza farci troppo caso, o riscoprire gli angoli e i luoghi più remoti e meno conosciuti del nostro paese.
La nostra idea, non è altro che un percorso ad anello di circa 10 km, che cinge il paese toccandone ogni punto d’interesse che secondo noi merita di essere riscoperto e osservato, privilegiando gli aspetti storici, paesaggistici e quelli legati alla tradizione ed al costume..
Vorremmo rivolgere questa proposta non solo ai turisti e ai visitatori ospiti delle nostre strutture, ma soprattutto a quelle persone che sempre più amano camminare ogni giorno per le strade del paese capoluogo.

burraia-lapide-garibaldi

Per comodità abbiamo scelto  “la Burraia” come punto di partenza, ma ovviamente essendo un anello, si potrà iniziare nel punto che riterremo più favorevole, oppure lo si potrà compiere in più tappe anziché in una volta sola.

Proprio dal punto della nostra partenza, possiamo notare una targa di marmo datata 1882, apposta sulla vecchia facciata dell’edificio che già in passato era adibito ad albergo. La lapide ricorda il passaggio e la breve sosta  nell’ agosto 1849, del generale Garibaldi in fuga dagli Austriaci dopo la capitolazione della Repubblica Romana.  

(Per gentile concessione della signora Silvia Fontanelli, discendente degli allora gestori della locanda 'La Burraia', riportiamo la copia dell'originale della lettera con cui lo stesso Garibaldi, ringrazia gli amici Pomarancini, del loro aiuto.)

lettera-garibaldi
Incamminandoci in direzione del centro storico, volgeremo lo sguardo al grande palazzo De Larderel, in stile neoclassico, opera dell’architetto Magagnini, storica residenza dell’omonima famiglia francese che nel 1818 cominciò, con il giovane ingegnere François De Larderel, lo sfruttamento dei soffioni boraciferi. Inizieremo a salire lungo la stradina che si addentra nel cuore storico del paese e lasciandoci alle spalle l’apertura della Porta Orciolina, percorreremo una delle strade più importanti, la Via Roncalli, che segue il percorso dell’antica Via di Borgo che conduceva in passato, fino al Torrino dei Biondi-Bartolini. La via è intitolata a Cristofano Roncalli, detto “Il Pomarancio” valentissimo pittore che ha contribuito ad arricchire la nostra chiesa con le sue pregevoli opere. Questa via, in passato veniva popolarmente chiamata “Via dei Signori” per la presenza degli ottocenteschi edifici signorili, appartenuti alle più ricche famiglie del paese. Infatti sulla nostra sinistra troviamo l’antica residenza borghese della famiglia Bicocchi, che fin dal 1770 ebbe partecipazione ufficiale alla Magistratura del Comune di Pomarance. Oggi il palazzo è adibito a “Casa Museo” dove sono conservati gli arredi e gli oggetti originali del XIX° secolo. 
plazzo-delarderel
Di seguito la struttura di Palazzo Ricci, che oltre alla Biblioteca Comunale, ospita l'interessante museo “Guerrieri e Artigiani” dove trovano spazio reperti neolitici, etruschi e medievali, recuperati nelle vicinanze delle nostre campagne. Alcune teche espongono anche interessanti raccolte di “Ceramiche Pomarancine” del XVI° e XVII° secolo, finemente decorate con la particolare tecnica dell’ingobbio, provenienti da scavi effettuati nel paese stesso e nelle zone circostanti. Approf. Ceramiche Pomarancine
arco-edicola

Quasi alla fine della strada, facendo una leggera deviazione, lasceremo via Roncalli e passando sotto un singolare “arco edicola”, facciamo ingresso in piazzetta San Dalmazio, piccola e raccolta quasi fosse una corte privata, che costituiva uno degli angoli più caratteristici e particolari della vita paesana di un tempo. Risaliamo la piccola via San Dalmazio per fare ingresso nella piazza De Lardarel, realizzata da Federigo De Larderel nel 1862 in memoria del padre Francesco, l’industriale francese che per primo sfruttò i soffioni boraciferi di Montecerboli per la produzione di acido borico. Attraversiamo tutta la piazza, recentemente pavimentata e arricchita da due opere in bronzo dello scultore Staccioli. Usciremo dalla piazza costeggiando la torre circolare detta “Rivellino” antica difesa della Porta Volterrana, abbattuta nel 1860, di cui rimangono visibili una croce a rilievo e un’iscrizione datata 1325. Da qui percorriamo pochi metri sulla sinistra, fino ad imboccare il Vicolo dei Frantoi, piccola discesa che porta su un affaccio sui resti delle antiche fornaci, a pochi metri da un caratteristico torrino di difesa, detto “Torre di Penna” del secolo XVI°.

fornaci
Scendiamo ancora fino in fondo svoltando a dx verso il Vicolo del Treppiede, così chiamato perché alla confluenza di tre strade che ricordano la forma di questo utensile usato nelle cucine del passato. In poche decine di metri giungeremo di nuovo sulla strada principale in direzione della Piazza Sant’Anna, dedicata alla Santa Patrona del territorio di Pomarance.
arco

Ci troveremo davanti al Palazzo del Municipio, costruito in pietra tufacea nel 1869 dalla famiglia Bicocchi e in seguito ceduto al  Comune, in permuta con la vecchia “Cancelleria Comunale” che si trovava all'inizio di Via Serafini, dove oggi sono i “giardinetti”. 

Ci portiamo di nuovo verso piazza De Lardarel e la percorreremo fino all’imponente  arco di tufo edificato nel 1883, là dove si apriva il medievale “Portone di Petriccio”. Possiamo così fare ingresso nel rione “Marzocco”, cuore pulsante del passato storico di Pomarance.  Approf. Il cuore storico di Pomarance

All’inizio di via Mascagni, dedicata all’illustre scienziato pomarancino, troviamo il nuovissimo Museo di Arte Sacra e una tomba etrusca, che potrebbe far parte di un'antica necropoli. Di seguito la Chiesa di San Giovanni Battista del secolo XII° con l’adiacente Battistero.

chiesa
Lungo la via si aprono graziosi vicoletti intersecati da antichi palazzi, che mostrano ancora un’austera signorile eleganza. Quasi in fondo alla via, proprio all’ingresso della piazzetta Cavour, si trova la ricostruzione in pietra arenaria del leone del Marzocco simbolo della passata dominazione fiorentina, che dà il nome alla storica contrada.
via-Mascagni
leone-marzocco
torre-civica
palazzo-pretorio
All’inizio della piazza si erge la Torre Civica con il suo grande orologio,  dalla parte opposta il Palazzo Pretorio, con la facciata decorata da alcuni stemmi vicariali, scolpiti sulla pietra o dipinti su ceramica, risalenti al ‘400 e al ‘500.
chiesa-misericordia
casa-barbarossa
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Svoltiamo a dx scendendo il vicolo della Costarella, che ci immette nella piazzetta San Carlo dove si affaccia la settecentesca Chiesetta della Misericordia e un curioso piccolo edificio di forma trapezoidale che spartisce  due viuzze conducenti  ai resti della “Casa Torre del Barbarossa”, l’imperatore svevo che nella seconda metà del 1100 mise a ferro e fuoco il nostro castello. Dal piazzale antistante, nelle vicinanze della voragine delle “Grotte” si potrà godere di un’ ottima vista: a sud in direzione di Larderello e a nord su tutta Vallata del Cecina.

panorami

porta-di-piazza

Rientriamo nell’abitato storico del paese, attraverso la galleria che nel 1908, fu intitolata ad Antonio Santucci, matematico e cosmografo pomarancino conosciuto per la Sfera Armillare oggi custodita a Firenze nel Museo della Scienza. Fiancheggiamo gli antichi porticati, che  un tempo ospitavano il mercato del borgo e accediamo di nuovo alla piazzetta Cavour. Scenderemo le scalette sulla nostra destra, attraversando  un arco, dove si intravedono ancora  i resti della Porta a Casolle o Porta di Piazza, databile intorno all’XI° secolo. Da questo punto si dipartiva una strada medievale che conduceva a Casole, della quale si può osservare parte del selciato nei pressi del “Podere la Concia”,  che raggiungeremo dopo una ripida discesa e una piccola deviazione in prossimità del “Piazzone”. Questo spazio, antico ritrovo di aggregazione della comunità  Pomarancina,  è da sempre testimone di avvenimenti sportivi antichi e moderni, fiere del bestiame, concerti, partite di calcio, nonché delle recenti rappresentazioni teatrali del “Palio delle Contrade”.

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Tornando indietro, imbocchiamo “Via della Fonte”, lambendo il vecchio muro a secco del “Piazzone” e alcuni ippocastani secolari. La piccola strada asfaltata, dopo poche centinaia di metri, ci porterà, dopo una ripida e ampia curva, nella discesa verso la sorgente chiamata “Fonte del Comune” o “Fonte di Cannerj”. In questo ultimo tratto, percorreremo un antico selciato, ancora ben visibile, fino al nucleo di abitazioni rurali sorte  intorno alla caratteristica e preziosa sorgente.  Approf. Approf. Approf. Fonti e sorgenti di Pomarance

Risalendo di nuovo il selciato, andremo ad imboccare dopo pochi metri dalla curva, un piccolo sentiero che snodandosi tra costoni di tufo e qualche vecchio pollaio, passa vicino ad un’altra importante sorgente del passato, detta ''I Fontini”. Proseguendo ci troveremo in prossimità del parcheggio dell’ Ufficio Postale. Da qui si potrà spaziare sulla Valle del Cecina e volendo, con qualche decina di metri in più, potremo raggiungere il Teatro dell’Accademia dei Coraggiosi, imponente edificio in pietra tufacea, edificato nel 1862 su progetto dell’architetto Magagnini.

Continuando nel nostro cammino, tornando nella stradina dietro l’edificio della Posta, arriveremo di lì a poco, in prossimità del Parco della Rimembranza; frequentato da generazioni di Pomarancini come punto di aggregazione e come parco giochi. Proseguiamo per la vecchia “Via Volterrana” per alcune centinaia di metri fino in prossimità del 'Poggio alle Forche', che anticamente era chiamato 'Monte Orso', da cui si gode ancora di un superbo panorama che si affaccia verso nord-est sull’ampia Vallata del Cecina con la folta macchia della Riserva Naturale di Berignone e fino a scorgere le caratteristiche crete delle campagne Volterrane.

Torniamo indietro, verso la via principale, fino alla “Croce del Bardini” da dove raggiungeremo, sulla sinistra la strada SR. 439. Dopo qualche centinaio di metri, l’attraverseremo portandoci sulla destra in corrispondenza di due grandi piazzali, di cui uno adibito a sosta per i camper. Individueremo un piccolo camminamento lungo il margine del campo incolto che si dirige perpendicolarmente verso monte. Dopo un poco, entreremo nel boschetto di lecci dell’Arzillaia, anticamente detta “Argillaia” per le cave di argilla usata dai ceramisti pomarancini. In seguito il viottolo si allarga per diventare una vera e propria carrareccia e rapidamente sbucheremo in prossimità della villa-coutretgrande “Villa dei Collazzi”, detta Villa “Coutret”.

Fu infatti Emilio Bicocchi, ricco proprietario terriero, a progettare ed edificare la villa, nell’occasione del matrimonio di sua figlia Gisella con l’avvocato Pierre Coutret. E’ doveroso ricordare che il figlio dell’avvocato, detto il “Signorino”, acquistò a sue spese nel 1927, delle magliette amaranto, costituendo così, con i giovani dell’epoca, la prima squadra di calcio del Pomarance.

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Proseguiremo dritto, verso l'interessante percorso che ci darà la possibilità di osservare  un allevamento conservativo di “Cavallini di Monterufoli” e "Ciuchini Amiatini".
Approf.Approf.Approf. Cavallini di Monterufoli

Sulla collinetta a sinistra, si può accedere alla poco conosciuta tomba etrusca di Santa Barbara del V° secolo a.C. Uscendo dal boschetto di conifere, ci troveremo nel bel mezzo del Centro Ippico di Santa Barbara, un’ interessante struttura sportiva affacciata sulla grande Vallata del Rio. Continuiamo in direzione ovest seguendo la stradina di San Piero,  ombreggiata da centenari cipressi, fino al punto in cui vediamo sulla sinistra una struttura in cemento a forma di anfiteatro,  proprio dove una volta si trovava una piccola pineta e il “Pelago di San Piero”, luogo di ritrovo e di merende del passato. Da questa posizione possiamo deliziarci in spettacolari vedute che spaziano dalle nostre Colline, al mare, alle Alpi Apuane, fino a intravedere il Monte Amiata e le Colline Metallifere sul lato opposto.

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Attraverseremo tratti del Rione Gelso, la parte più nuova del paese, che sorge dove fin dal XVII° secolo, si trovavano estese piantagioni di gelsi dove venivano allevati bachi da seta. Giunti al limite occidentale del paese, si proseguirà verso sud-est, costeggiando il quartiere di San Piero fino a raggiungere, oltrepassato lo stadio, la zona conosciuta come “Botrilli”. Passiamo intorno a un  raccolto boschetto di contorti lecci secolari, segnato da piccoli viottoli scavati nel tufo, antico ritrovo di merende chiamato “Boschetto di Gallerone”

Poco più avanti, la Palestra Comunale, una struttura sportiva tra le prime ad essere riscaldata con energia alternativa e che con i suoi grandi pannelli fotovoltaici, rappresenta un impianto sportivo all’avanguardia. Di qui scenderemo a sx per un sentiero sassoso in discesa, che attraversa un altro boschetto, fino al  vecchio tracciato della strada statale che conduceva a Larderello. Dopo poche decine di metri voltiamo a destra lungo la piccola via delle “Peschiere”, che ci condurrà verso un altro punto del paese che  testimonia la ricchezza di acqua della nostra zona. Intorno a questa sorgente si possono vedere ancora le vecchie vasche di raccolta che una volta venivano sfruttate per le concerie e che ora servono per portare acqua ai vicini e curatissimi orti.

Proseguendo ancora a dritto e voltando poi a sinistra, ci troveremo in una zona residenziale con villette alternate a piccole olivete, fino ad arrivare al termine della stradina, che svolta bruscamente a sinistra lungo una ciottolosa discesa che ci porta alla “Fonte di Ballero”, altra importante sorgente, ora utilizzata da volenterosi pensionati per le loro pratiche ortolane.

Risalendo per poche centinaia di metri, ci troveremo in prossimità della stazione di servizio, di nuovo sulla strada principale, passando davanti al podere disabitato di “Pieve Vecchia”, che sfoggia nella facciata una targa arrugginita e una singolare  pergoletta di viti intrecciate, che gli conferisce un fascino di altri tempi.

Nel 'Pian delle lame', così denominato per la presenza di alcuni stagni d'acqua, sorgeva una piccola chiesa, ove il Pievano con alcuni  dei suoi 'buonomini' si riuniva a parlare, come in un piccolo parlamento, vero primo istituto di democrazia comunale. Le adunanze riguardavano anche i rapporti col Signore del Castello e venivano rigorosamente svolte all'ombra di un grande olmo, albero sacro in Toscana, ubicato davanti alla chiesa.

Risaliamo lungo il campo che costeggia la Strada Statale in direzione del paese ed in corrispondenza del podere “Paduletto”, imboccheremo sulla sx, la strada delle “Peschiere”, per arrivare in prossimità della moderna struttura della centrale termica per il teleriscaldamento di tutto il paese.

Attraversando di nuovo la strada regionale 439, dopo poche decine di metri, ci ritroveremo nei pressi della “Burraia” da dove siamo partiti!!!!!

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fonte-ballero
pieve-vecchia-feabbricati

Questo inconsueto percorso, con i suoi 9km e mezzo di lunghezza e 287mt di dislivello, vuole rappresentare una ulteriore possibilità, per tutti coloro che amano camminare, di poterlo fare anche in ambiente urbano, cogliendo l’occasione di scoprire o vedere con altri occhi, luoghi quotidiani apparentemente poco interessanti, ma che racchiudono e conservano tante curiosità della nostra storia.

…….in fondo pure i grandi del passato,  hanno apprezzato il nostro paese e i suoi dintorni......perchè non farlo anche noi?

“...con le sue mura, costruito su pietra tufacea, su una deliziosa collina, ricca di sorgenti e dove si incontrano tanti novantenni, perché il clima e la piacevolezza del posto giovano alla salute e a una lunga vita……Terra florida, la più florida dei dintorni, terra che ha portato Ingegni assai felici che si sono distinti nelle Lettere e nelle Belle Arti……..”

Così descriveva Pomarance nel 1742, l’insigne medico naturalista Giovanni Targioni Tozzetti, inviato dal Gran Duca, in una pregiata Opera sulla Toscana.