Belvedere di Querceto |
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13.1 km, 04:20:30 |
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Galleria foto 26 immagini
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DESCRIZIONE Il Belvedere di QuercetoMicciano - Querceto - Ponteginori
Continuando a cercare occasioni per poter camminare durante l’estate, abbiamo deciso stavolta di salire fino a Micciano, da dove inizieremo la nostra bella e rilassante passeggiata percorrendo la piccola strada sterrata che lo collega al romantico borgo di Querceto e al paese di Ponteginori. Per motivi logistici, non avendo la possibilità di organizzare un anello, dovremmo avvalerci necessariamente di due auto. Lasceremo quindi la prima nel breve spazio adiacente la carreggiata nei pressi dell’incrocio della strada che scende da Querceto con la sgangherata provinciale che viene da Micciano. (Coord 43°19’38,1’’N-10°44’17,3’’E) Con la seconda auto invece, ci porteremo verso il borgo di Micciano e con più precisione alla località ‘Aietta-Renaio' (Coord 43°16’53,5’’N-10°46’49,3’’E), dove avrà inizio la nostra escursione. Da questo punto ci incammineremo lungo la ‘Strada Comunale dei Poggi’ in direzione SO e cammineremo in leggera salita per circa 2km e mezzo, deliziandoci delle belle vedute che sulla nostra sinistra si aprono sulla Valle dell’Adio e l’antistante piccolo borgo di Libbiano. Nella vallata non sarà difficile individuare tra la vegetazione, il biancheggiare della vecchia zolfara di Libbiano, un raro deposito superficiale di zolfo che ha costituto fonte di ricchezza dal medioevo fino al XVII secolo. Giunti al primo grande incrocio (Coord43°16’24,4’’N-10°45’34,5’’E) svolteremo verso dx in direzione NO. La strada che lasceremo sulla sx, ci avrebbe portato verso i paesi di Libbiano o Serrazzano. Il nostro cammino reso spedito dalle buone condizioni della piccola strada, per lunghi tratti ombreggiata dalla vegetazione, inizierà pian piano a scendere, mostrandoci ampie vedute sulle colline rotondeggianti che ci circondano, fino ad incontrare l’altura sassosa del ‘Poggio dell’Abetina’ a circa 503m di altitudine. Proseguendo per qualche centinaio di metri ancora, arriveremo a lambire ‘Poggio al Quattrino’, dove in alcuni depositi di diaspro, vennero individuati in passato, strati di ossido di manganese, che furono oggetto di coltivazioni minerarie. <<<Poggio al Quattrino è una collinetta il cui aspetto geologico è caratterizzato da un affioramento di diaspri, rocce sedimentarie formate da microrganismi a guscio siliceo, di epoca appartenente al Giurassico superiore (Titoniano- tra 145 e 150 milioni di anni fa) che si sono depositati sugli strati ofiolitici, appartenenti al giurassico medio-superiore, lontano circa 175-150 milioni di anni. Intorno al 1938 fu individuato tra questi affioramenti, un deposito di manganese, la cui mineralizzazione si allungava in due filoni di circa 30 metri di lunghezza e 5-6 di spessore. I lavori di estrazione mineraria perdurarono fino al 1942 dove oggi, si possono individuare appena, alcune tracce degli sbancamenti, con trincee di esplorazione semisommerse dalla vegetazione. Nei dintorni si ha notizia che esistessero anche cave di amianto.>>> Mano a mano che scendiamo si farà sempre più vicina la sagoma del monte Aneo, un grande cono di roccia serpentina completamente ricoperto da una fittissima vegetazione mediterranea, che raggiunge la ragguardevole altezza di circa 523 m. Continuiamo a scendere sfiorando le sue pendici meridionali, lungo la piacevole stradina che si affaccia sulle belle vedute della Sassa incastonata sul Poggio al Pruno, mentre di fronte un vasto spazio di mare luccica sotto la luce calda prossima al tramonto. Il lato sx della via è impreziosito da un susseguirsi di alti e eleganti pini domestici, che a tratti si allungano nella vallata formando fitte pinete, che spiccano sul resto della vegetazione per il loro verde brillante. <<<Il monte Aneo, che viene popolarmente chiamato “Montané “ dalla gente del posto, è un rilievo riccamente boscoso, alto circa 523 m, che allunga le sue pendici fin quasi a lambire il paese di Querceto. Sulla sua vetta, ormai inghiottiti dalla vegetazione, si scorgono appena frammenti di mura, pietre e mattoni, che con probabilità costituiscono i pochi ruderi di un'antica torre difensiva. Data la sua natura ofiolitica, fin dall’antichità, gran parte della collina è stata oggetto di scavi e ricerche minerarie: dall’oro, al rame, al mercurio, all’argento, all’antimonio, ma nessun documento conferma ritrovamenti importanti di questi minerali. Neanche le ricerche intraprese nel 1854, dal conte Lorenzo Ginori Lisci, presso la pendice est dove scorre Botro del Rio, ebbero esito positivo. Successivamente nei primissimi anni del 1900, furono di nuovo perforate altre gallerie e pozzi, nello stesso punto, col risultato di pochissimi minerali, misti a calcopirite, economicamente trascurabili.>>>
Prestando molta attenzione, arriveremo ad un punto in cui dovremo abbandonare la nostra comoda strada, per entrare nel fitto della macchia, imboccando un piccolo sentiero, che ci permetterà di raggiungere la sommità del ‘Poggio Belvedere’, una delle mete più importanti del nostro viaggio. Volteremo perciò sulla nostra dx, proprio nel punto in cui nella parte opposta della strada è presente un pino domestico molto più grande degli altri e più sporgente sulla via. Proprio all’imbocco del viottolo, ci potrà essere di aiuto anche un cartellino attaccato su un albero, probabilmente riferito a qualche postazione di caccia. Da questo punto il cammino nel bosco si farà sicuramente più impegnativo, un po’ per le non perfette condizioni del sentiero, un po’ per la grande attenzione che dobbiamo fare incontrando i numerosi incroci, nei pressi dei quali dovremmo tenere indicativamente sempre la sx. (Consigliabile aiutarsi con cartina e dispositivi GPS). Finalmente giunti alla sommità del colle (364m - Coord 43°17’42,2’’N-10°44’12,5’’E) possiamo riprendere fiato e concederci una lunga e rilassante sosta per ammirare intorno a noi i vasti panorami già colorati dalla luce del tramonto. Consumiamo in silenzio il nostro spuntino, accarezzati dalla brezza ristoratrice della sera, mentre, incantati seguiamo il calar del sole che sembra gettarsi nel mare. Il panorama superbo che ci circonda ci mostra un grande specchio di mare dove intravediamo l’ombra della Corsica della Capraia e della Gorgona, che sembrano raggiungere i picchi delle lontane Alpi Apuane. Nelle colline intorno, invece è tutto un brillare di lucine dei tanti paesi che riusciamo a scorgere da questo luogo straordinario. Scattate le immancabili foto, ci appresteremo a riprendere il cammino, prima che il buio scenda completamente, dato che sarà necessaria ancor più concentrazione per poter individuare il sentiero che dal colle ci riporterà in maniera diretta verso il borgo di Querceto. Puntando in direzione OSO, scenderemo per tracce lungo il versante sassoso del Belvedere fino ad individuare con attenzione, il punto in cui comincia di nuovo il bosco e il vero e proprio sentiero. Rendendoci conto che questo potrebbe comportare qualche difficoltà, abbiamo segnalato l’inizio del sentiero con un piccolo ometto di pietra e ne riportiamo indicativamente le coordinate (43°17’40’’N-10°44’07,8’’E). Anche questo tratto purtroppo non sarà molto agevole, un po’ per il fondo sconnesso e un po’ per l’invadenza dei cespugli e sarà quasi indispensabile avvalersi della luce delle nostre piccole torce che ci renderanno il cammino senz’altro più sicuro. Discese le ultime decine di metri nella fitta boscaglia, giungeremo ben presto a sbucare nei pressi di un piccolo campo di calcio, di nuovo lungo la comoda ‘Strada dei Poggi’ lasciata qualche ora prima. Seguiamo ancora questa via, che in poche centinaia di metri ci porterà al borgo di Querceto, di cui se ne intravedono già le flebili luci. (Approf: Querceto) Ci porteremo sulla sx, per continuare sulla strada alberata di cipressi secolari che costeggia le mura e le case del castello, per raggiungere l’interno del borgo, immerso nell’atmosfera estiva, animata dai numerosi turisti che affollano i piccoli tipici locali. Proseguiremo l’immancabile passeggiata, fino alla piazzetta in alto, tra le porte degli antichi granai, da dove si scorgono in lontananza, le piccole luci rosse delle pale eoliche. Prima di iniziare la via del ritorno, ci concederemo un buon gelato e uscendo dal borgo ci incammineremo lungo la strada che si dirige verso Ponteginori. Da questo punto ci aspetteranno circa 7km di cammino, da compiere sempre in leggera discesa, sulla comoda via asfaltata. Questo ultimo tratto della nostra passeggiata, si snoderà in mezzo alla fitta vegetazione che arriva a lambire la strada, che diradandosi in alcuni punti ci lascia intravedere ampi spazi di cielo stellato e le mille lucine dei paesi che si affacciano sui vicini crinali. Nonostante si stia percorrendo la strada di accesso al paese, saranno veramente poche le auto che potremmo incontrare, quindi il nostro cammino proseguirà piacevole e rilassato, fino alla spianata nei pressi dell’incrocio dove abbiamo parcheggiato, diverse ore prima, la nostra auto. Questa emozionante escursione, ci ha portato a ripercorrere una antica strada ricca di curiosità minerarie e di bei paesaggi, con la piacevole scoperta di uno dei punti panoramici tra i più belli della zona. Ci siamo inoltre concessi il piacere di conoscere la storia del piccolo antico borgo di Querceto, che in queste sere estive si veste di un’atmosfera insolitamente accogliente. |