Terre e Luoghi dei partigiani |
||
19.7 km, 07:21:43 |
||
Galleria foto 26 immagini
|
||
DESCRIZIONE Terre e Luoghi dei partigianiAttratti dagli estesi boschi dai colori invernali, che dagli ampi pendii della Carlina discendono verso la Valle del Cecina, ci siamo organizzati per questa lunga passeggiata in mezzo ai luoghi che furono un tempo rifugio e patria dei partigiani della ‘23^ Brigata Garibaldi’. Ripercorrendo le piccole strade forestali e gli angusti camminamenti boschivi, rivivremo per tutto il nostro viaggio, tra i ricordi e le parole del caro amico Spada che spesso, nei suoi ultimi anni, ci ha descritto questi posti con emozione e fierezza deliziandoci con aneddoti e particolari. Inizieremo l’ ampio anello, dal piccolo agglomerato rurale delle ‘Croci di Anqua’, poco distante dalla grande e più conosciuta omonima fattoria, lasciando le nostre auto sotto le enormi querce del piazzale adiacente al fabbricato della vecchia scuola elementare. (coord: 43°12’34,7”N 10°58’44,4”E) Per raggiungere questo luogo provenendo da Castelnuovo VC o da Montecastelli P., a circa 1 km e mezzo prima dell’arrivo, non potremmo fare a meno di notare l'antico borgo di Solaio, un piccolo agglomerato di abitazioni che si raggruppano intorno a una bella villa risalente al XVI° secolo. Il nostro amico ‘Spada’, fiero partigiano pomarancino, legava questo luogo a uno dei tanti aneddoti e ci raccontava che dopo uno scontro coi tedeschi, costretto ad una rocambolesca fuga nei boschi, giunse in questa zona, con i vestiti completamente lacerati dai rovi: <<<…..avevo la giubba tutta strappata dai roghi e una donna di quelle case, fu brava eh!.... me ne portò una per cambiammi…..ma era una giacchetta vecchia e più brutta della mia ….. ma io me la misi e un dissi niente!!.>>> Parcheggiata l’auto inizieremo il cammino lungo la stradina che dirige verso sud, prima in piano, poi in leggera salita fino a raggiungere i ruderi del podere Casendoli, da cui iniziamo a godere dei primi panorami verso la grande fattoria di Anqua e il paese di Radicondoli. Intorno ai ruderi del podere notiamo numerosi cespugli di artemisia, una pianta dalle straordinarie proprietà digestive, antinfiammatorie e aromatizzanti, ma che in dosi massicce può avere effetti allucinogeni. Cammineremo spediti sempre nella stessa direzione e dopo aver superato una vecchia sbarra metallica verniciata di giallo, incontreremo a breve distanza un crocevia (coord: 43°11’48’’N -10°58’12,6’’E), dove volteremo bruscamente a dx immettendoci in una nuova carrareccia. Saliamo ora tra i cespugli di ginepro comune e un giovane bosco che alterna radure e scamporate, ignorando un paio di piccoli incroci e mantenendo sempre la sx lungo quello che pare essere il camminamento principale, fino a giungere in breve tempo a scollinare a quota 750 mt circa. Proseguendo la nostra marcia in assenza di dislivello, ci dirigiamo in direzione O-SO fino a lambire i ruderi del vecchio podere Riscone, per sbucare poi in poche decine di metri sulla grande strada bianca che conduce alla sommità del poggio. Impossibile non far caso alle numerose piante di meli, ormai inselvatichiti, intorno ai ruderi delle case coloniche di questa zona, che ritroviamo insieme al ciliegio selvatico e a qualche castagneto, anche ai margini dei sentieri lungo tutto il nostro cammino. Con andatura costante, saliremo notando sulla grande strada imbrecciata alcune impronte di automezzi e qualche inequivocabile traccia del passaggio di lupi. Più in alto sulla nostra sx, finalmente libereremo lo sguardo sulle estese vedute su Castelnuovo e Montecastelli, scorgendo in modo nitido, l’onnipresente fortilizio della Rocca Sillana che vista da qui ci fa ben capire quanto strategica fosse la sua posizione! Compiuti ancora qualche centinaio di metri in salita, noteremo un’altra sbarra gialla, dove gireremo decisamente a sx verso l’ampio pianoro e subito ci apparirà di fronte la grande mole del monumento in ricordo dei partigiani della 23^ Brigata Garibaldi (coord: 43° 11’ 0,6’’N-10°57’52,6’’E). Oltre la vistosa struttura, quello che più ci attrae, è la solennità che questo posto sa trasmetterci, completamente avvolto dal silenzio e dal fruscio del vento. Poco più avanti ci accoglie un bosco di grandi cerri, dove trovano spazio in ordinate file, diversi tavoli per il ristoro e un bel bracere in muratura che invita il visitatore a trattenersi in questo posto così speciale. Continuando, in direzione S-SE ci inoltreremo lungo la piccola stradina forestale che inizia a scendere avviandoci di nuovo nel bosco a tratti tagliato di recente. Proseguiamo decisi lungo l’agevole camminamento cercando ad ogni piccolo incrocio, di orientarci con i dati a nostra disposizione, seguendo le indicazioni delle carte e un po’ anche il nostro istinto d’orientamento; in breve tempo giungeremo ad un ampio crocevia di sentieri, a noi già noto, che abbiamo soprannominato incrocio della volpe. (coord:43°10’34,3’’N-10°58’54,2’’E) Ci piace identificare questo passaggio come ’incrocio della volpe’, in quanto in uno dei nostri percorsi, scegliemmo proprio questo punto per fermarci a consumare un veloce spuntino…….Quando silenziosamente e all’improvviso, dai cespugli sbucò una volpe, che per niente intimorita dalla nostra presenza, continuò a fissarci immobile. Un po’ meravigliati offrimmo qualche boccone del nostro panino alla bestiola, che del tutto a suo agio, ci onorò della sua presenza per tutto il tempo che rimanemmo seduti! Da qui imboccheremo il sentiero sulla sx che in breve tempo ci conduce ad un ingresso del Parco delle Carline e superata la catena ci troveremo in un lungo tratto di strada dritta che si fa largo tra gli abeti ed altre conifere impiantate. Cammineremo lungo l’ampia via, che pian piano inizierà a discendere, per circa 3km e mezzo, fino ad incontrare sulla dx l’indicazione per il ‘Capanno dei Partigiani’ (coord: 44°11’18,1’’N-11°00’00,3’’E). Proseguiremo su una via più stretta, che in decisa salita si inoltra in un maestoso bosco prevalentemente costituito da alte piante di cerro, giungendo in meno di 1km, alla seconda meta importante del nostro viaggio. Perfettamente celato dal bosco ai margini di ampio pianoro, comparirà davanti a noi, il capanno di pietra ristrutturato da qualche anno e impreziosito da due epigrafi che indicano il rifugio della 23^ Brigata Garibaldi e il ricordo delle eroiche donne partigiane. A nome di tutte, vorremmo ricordare il sacrificio della giovane Norma Parenti, barbaramente uccisa dai nazisti, una delle 19 donne italiane decorate al valor militare. Di fronte, oltre alla piccola fontanella, numerosi tavoli ed un grande bracere accolgono chi come noi volesse visitare questo luogo così solenne e vivere una giornata nella sua atmosfera magica, nel ricordo e nella memoria dei molti giovani prestati alla lotta partigiana. (Approf 23^Brigata) Non lontano seminascosti dalla vegetazione, la discreta presenza di semplici cippi di pietra in memoria alcuni caduti, che per loro volontà hanno fatto in modo che le ceneri fossero disperse nell’infinità di questo luogo. Riprendiamo il nostro cammino in direzione S-SE, fino a sbucare in circa 1 km, di nuovo sulla strada più grande che prenderemo verso sx, costeggiando boschi e vecchi recinti metallici. Ben presto dopo aver lambito il grande agriturismo ‘Le Quercete’(vecchio toponimo ‘La Casa’), volteremo sulla sx, proseguendo in salita per poco più di 1 km e quindi verso dx in prossimità dei ruderi del podere Butiglioni (coord:43°11’24,6’’N-10°59’58,7’’E). Cammineremo comodamente in leggera discesa tra boschi recentemente tagliati, fino a immetterci di nuovo su una strada più grande ed incontrare il rudere del podere Cucule, circondato da un disordinato boschetto di conifere. (Coord:43°12’15,7’’N-10°59’56,2’’E). Molte aree della Carlina infatti, intorno agli anni 1960 sono state rimboschite oltre che con abeti e cipressi comuni, anche con ‘Cipressi dell’Arizona’ e ‘Pini di Monterrey’, decisamente in contrasto con il resto delle piante autoctone. Continuiamo ora il nostro rientro marciando in direzione ovest in leggera discesa fino ai due piccoli incroci di strade provenienti da sx, la prima dal podere ‘la Piana’ e la successiva dal podere ‘Falisei’ . I nomi di questi poderi ci fanno tornare alla mente un altro dei tanti racconti di Spada: <<<…… quando venne attaccata la caserma di Montieri, 4 dei nostri ragazzi erano malati e allora il comandante Mario mi disse di restare alla Torraccia: ‘’’noi si va e se vi succedesse qualcosa, si passerà da Prativigna, Faule e Falisei…-‘’’ Siccome si fu attaccati, dalla Torraccia si scappò in Carlina alla ricerca degli altri compagni..… Allora io, a questi poderi ci lasciai questo biglietto: ‘’’siamo stati attaccati, cercasi formazione. Spada’’’ e poi dissi: ‘’’datilo a quelli che passeranno!’’’ Glielo dettero e dopo ci ritrovarono tutti.>>>>> Ignoreremo entrambi gli incroci continuando a camminare in decisa discesa lungo tortuosi tornanti imbrecciati che ci conducono di fronte ad una curiosa e moderna sbarra elettrica. Appena superata si intravede l’austera recinzione del vecchio mulino di Anqua, oggi trasformato in una solida residenza ristrutturata, proprio in prossimità del guado del torrente Rimaggio, uno dei principali affluenti alti del fiume Cecina. (approf Repetti: Cecina) Il Rimaggio è un limpidissimo torrente lungo appena 5 km, affluente di sinistra del Cecina, che nasce dal ‘Poggio Auzzo’, un rilievo alto 775 m. Anticamente il torrente veniva chiamato ‘Rimagno’ forse perché il più ricco d’acqua, tra i numerosi piccoli rii di cui è ricca la zona. Ci soffermiamo appena a curiosare oltre la recinzione del fabbricato per ammirare il bell’ambiente dove scorre il piccolo torrente dalle acque cristalline e luccicanti; quindi proseguiremo attraversando il guado, iniziando a salire lungo la strada bianca che tra i grandi coltivi, ci conduce fino alla elegante fattoria di Anqua. (approf: fattoria Anqua) Non potremo fare a meno di soffermarci, anche per alleggerire un po’ la fatica della salita, per ammirare seminascosto da un enorme leccio, l’elegante profilo della signorile dimora, che ancora oggi malgrado l’evidente necessità di manutenzione, mostra inalterato un indiscutibile fascino d’altri tempi! All’interno del giardino della villa-fattoria, si trova un enorme leccio plurisecolare, catalogato tra gli alberi monumentali d’Italia. Si racconta che possa avere la stessa età della signorile residenza. Riprendiamo il cammino per raggiungere la deserta strada asfaltata, che seguiremo in direzione SO, per le ultime centinaia di metri verso le ‘Croci di Anqua’. Raggiungeremo le nostre auto nei pressi dell’edificio che un tempo ospitava le scuole elementari per i ragazzi di tutta la zona e concluderemo qui il nostro lungo, straordinario viaggio in un territorio variegato e affascinante ricco di natura, storia e tradizione. |