Da Lustignano a Libbianovecchie strade e antichi sentieri |
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15.2 km, 06:05:13 |
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DESCRIZIONE Da Lustignano a Libbiano vecchie strade ed antichi sentieri Con l’idea di compiere un immaginario grande cerchio che possa unire varie località nella nostra Val di Cecina e i suoi dintorni, abbiamo elaborato questo nuovo tracciato che collega il piccolo borgo di Lustigano affacciato sulla Valle del Cornia, con la frazione di Libbiano che dal suo alto sperone roccioso, domina le vallate del Trossa e dell’Adio. Un altro importante tassello a questo nostro ambizioso progetto!!
Parcheggiata l’auto in prossimità del piccolo cimitero di Lustignano, ci incammineremo verso il paese per una irrinunciabile passeggiata alla scoperta delle caratteristiche del borgo. (Approf. Lustignano)
Data la continua presenza nella zona di numerosi greggi di pecore, dovremmo avere l’accortezza di evitarli, soprattutto per scongiurare la reazione dei cani da guardiania. Perciò arrivati all’incrocio, se il nostro cammino fosse libero da greggi, potremmo agevolmente attraversare la strada e imboccare un passaggio in salita lungo i campi, poi in poche centinaia di metri ci inoltreremo su un’altra sterrata su cui svoltiamo a dx.(WP: 43° 12’ 08,7’’N – 10° 47’ 28,8’’E) Da questo punto cammineremo per circa 200 metri e in assenza di greggi, continueremo a dritto in direzione N altrimenti dovremmo compiere un largo giro, in modo da non arrecare disturbo alle bestie al pascolo e ai loro agguerriti cani pastori. In un modo o in un altro, dopo un breve tracciato, che si riduce man mano ad una stretta carraia, giungeremo su di una strada bianca dove svolteremo a dx (43° 12’ 48,1’’N-10° 47’ 34,7’’E) e subito dopo a sx su una via molto più grande e in migliori condizioni. Continuiamo il cammino costeggiando la recinzione di un grande casale ristrutturato adibito ad abitazione di pastori, con gli immancabili, grandi cani da guardia, che questa volta molto correttamente corrono abbaiando all’interno di solidi recinti. Continueremo lungo il crinale, fino a lambire dopo poco un piccolo invaso d’acqua recintato adibito per il pescaggio degli elicotteri dell’antincendio boschivo. Ancora un brevissimo tratto, per raggiungere un punto del nostro percorso dove dovremmo decidere tra due importanti opzioni (43° 13’ 12,8’’N-10°47’ 02,6’’E).
Facendosi largo nella vegetazione lungo il piccolo sentiero, a tratti appena accennato e piuttosto vago, giungeremo un po’ affannati, sul crinale di questo bellissimo bosco di alti cerri conosciuto come ‘La Selva di Campora’. Nel punto in cui il nostro cammino inizierà a discendere, incontrando anche una piccola carraia proveniente da sx, oltrepasseremo un punto chiamato ‘Cerro crociato’. Anche se nessuno ha mai saputo spiegarci con esattezza il motivo di questo nome, ci vogliamo immaginare che sul tronco della pianta secolare, in passato potesse esserci qualche segno di indicazione per chi percorreva queste antiche vie.
Il Trossa nasce nei pressi di Serrazzano dal congiungimento del ‘Botro delle Gabbricce’ con quello ‘delle Acque Calde’. Lungo circa 21 km, durante il suo percorso attraversa vaste superfici boscate e lunghi tratti pianeggianti con bassissimi livelli di antropizzazione. Vicino alle sue rive si possono ancora ammirare i resti di 5 antichi mulini, che testimoniano la fervida attività e l’importanza che in passato, avevano questi preziosi corsi d’acqua. Il Trossa è uno dei principali affluenti di sx del Cecina e si getta nelle sue acque a Ponteginori proprio sotto il ponte. Dopo aver superato un piccolo fossetto e risalito un breve tratto in salita, giungeremo in un punto in cui potremo ammirare lo scorrere del limpido torrentello, ai piedi dei boscosi versanti di ‘Corno al Bufalo’. Scenderemo ancora guadagnando il letto del corso d’acqua, che seguiremo in discesa per un brevissimo tratto apprezzandone la selvaggia ed incontaminata bellezza.
Proseguiremo su questo sentiero già conosciuto in altre occasioni, in direzione sx fino a trovare i ruderi della vecchia ‘Porchereccia di Campora’, oltre la quale usciremo di nuovo dal bosco inoltrandoci nella grandi garighe di serpentino, dove oltre a liberare lo sguardo sui panorami che ci circondano, possiamo deliziarci ad osservare le caratteristiche pianticelle di queste rocce inospitali. I terreni serpentinosi carenti di sostanze nutritive e caratterizzati dalla presenza di metalli fitotossici, hanno dato vita a particolari habitat in grado di ospitare specie vegetali tipiche, insieme a entità relitte provenienti da periodi glaciali. Diverse essenze della Macchia mediterranea, costrette a una severa selezione naturale, si sono difese mettendo in atto modificazioni morfologiche e fisiologiche, come il maggior sviluppo delle radici, l’ispessimento e la riduzione delle foglie che ha portato al caratteristico nanismo che le fa rassomigliare a tanti bonsai naturali. Inoltre le specie floricole delle serpentiniti, talvolta anche rare, sfidano questo inospitale habitat, mostrandoci tutta la preziosa bellezza delle loro vigorose fioriture. Camminiamo spediti e senza esitazione rilassandoci ed apprezzando al meglio ciò che ci circonda fino a lambire la vecchia cava di calcedonio, per sbucare nel campetto di ‘Monterufolino’ dove è stato recentemente rinnovato il campo fotovoltaico che alimenta la grande ‘Villa delle cento stanze’.
Passeremo lungo la fiancata bassa del fabbricato, in fondo alla quale la segnatura convenzionale ci indica il camminamento da seguire in ripida discesa sassosa per ritornare di nuovo sulla strada principale verso Libbiano. Nel punto in cui rientriamo sulla via maestra, accoglie un’ ampia area ristoro con adiacente fontanella della conosciuta sorgente, luogo ideale, se l’orario fosse quello giusto, per concederci una meritata pausa. Ristorati dalla quiete e dal silenzio di questo luogo, riprenderemo il cammino in direzione dx verso NNE alla volta del borgo di Libbiano. Da questo punto in poi la marcia sarà più facile e rilassante e ci permetterà una media di andatura decisamente maggiore. Non per questo però sarà meno interessante, data la grande varietà degli ambienti che attraverseremo, caratterizzate anche dalla presenza di specie arboree particolari che cattureranno la nostra attenzione.
Dopo aver camminato spediti per circa 3 km dopo la pausa, giungeremo in uno spazio di nuovo aperto, dove il nostro sguardo può spingersi lontano, verso i versanti boscosi di Serrazzano a sx e verso Micciano a dx, oltre l’austero rudere del podere Cerbaiola.
Andiamo ancora avanti lungo la carreggiabile consapevoli che ormai la destinazione è vicina e dopo una leggera curva a sx che anticipa un’ardua discesa, ecco comparire la visione del piccolo borgo medioevale. Distratti da queste vedute e da quelle che continuiamo a scorgere a dx verso il Trossa, Pomarance e la grande fattoria di Libbiano, ci ritroveremo alle porte del paese in cui entriamo risalendo i tipici vicoli che si snodano lungo le mura di pietra grigia.
Non possiamo fare a meno, concedendoci un ultimo sforzo, di inerpicarci fino alla sommità del paese, dove nel mezzo ai ruderi dell’antico castello, si trova un magnifico punto panoramico con tanto di cannocchiale!(Approf: Libbiano) Da quassù si può veramente spaziare in ogni dove, ammirando le campagne colorate e i verdi versanti boscosi, tra l’esuberanza del famoso ‘Pinzo di Micciano’ che dall’altra parte della valle, difende gelosamente lo storico borgo rivale!! Concludiamo così una lunga passeggiata ricca e rilassante, con l'intenzione di unire due borghi purtroppo sempre più spopolati ma che mantengono inalterato l’indiscutibile fascino tipico di altri tempi, testimoni silenti di tanta storia nostrana!!…… |