La valle dell' Adio:
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8.8 km, 04:59:00 |
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Galleria foto 34 immagini
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DESCRIZIONE Arrivati al Paese di Micciano, si può parcheggiare l’auto nei pressi del piccolo cimitero che troviamo poco prima dell’ingresso del borgo (quota 429 m.). Da qui ci incammineremo lungo la Strada Provinciale in direzione di Ponteginori, per circa 800 metri fino ad arrivare nei pressi di un nucleo di abitazioni denominato “Aietta” e a questo punto imboccheremo una carrareccia che si trova sulla nostra sinistra a ridosso del gruppetto di case. Percorriamo la piccola strada che si inoltra in un fitto ed ombroso bosco di lecci, fino a costeggiare dei vecchi campi non più coltivati, in fondo ai quali tenendoci a destra ci possiamo affacciare su una estesa costa di bosco tagliato che scende fino al greto del torrente Adio. Scendiamo comodamente lungo una delle piste scoscese, servite per il trasporto della legna, arrivando fino al greto del corso d'acqua (quota 205 m). Dopo aver guadato il torrente su un altrettanto ripido pendio, continuiamo a camminare fino a raggiungere i ruderi dell' antico podere 'Landuccia', ormai quasi completamente inghiottito dalla vegetazione e da questo punto, voltandoci indietro, scorgeremo in lontananza, il piccolo borgo di Micciamo affacciato sulla sua caratteristica rupe scoscesa. (Approf: Micciano) Manterremo sempre la destra rispetto ai ruderi e continuiamo inoltrandoci nell'ombroso bosco fino a trovare una piccola deviazione, che ignoreremo per proseguire sulla nostra strada, ancora per circa 500 metri, fino a scorgere sulla destra il sito della vecchia zolfara. La raggiungeremo, cercando di individuare sempre a dx, un angusto passaggio che scende seminascorto tra la vegetazione, per trovarci dopo pochi metri, tra i bellissimi colori e le sfumature del terreno, regalati dagli affioramenti dei vapori di zolfo stratificati e cristallizzati nello scorrere del tempo. La zolfara di Libbiano. Uno degli ultimi esempi di quei rari depositi superficiali di zolfo che dal medioevo al XVII secolo hanno costituito una cospicua fonte di ricchezza. Situata in corrispondenza di un incrocio di faglie a ridosso della confluenza tra il Fosso Cupo e il torrente Adio, essa rappresenta il risultato di intensi fenomeni di alterazione, prodotti sulle rocce, dal pasaggio di fluidi idrotermali e di emanazioni gassose ricche di H2S e di CO2.....(tratto da: 'Tesori sepolti' di A.Marrucci-R. Nannoni) Da qui, con un po' di spirito di avventura si può discendere verso valle fino ad incontrare il “Fosso cupo”, che dà origine ai famosi “Tre Conchini”, una serie di caratteristici pozzi modellati nella roccia, dallo scorrere dell'acqua. Ma volendo raggiungere il luogo molto più agevolmente, basterà risalire di nuovo verso la strada già percorsa all'andata e proseguire per circa 500 m, fino a trovare il bivio sulla sx, che in discesa ci porterà fino al torrente.
Ripartendo da qui (quota 247 m) proseguiremo per un sentiero subito a ridosso della sponda del torrente, da dove inizieremo la lunga e appassionante risalita verso il paese di Micciano. Potremo raggiungere, dopo circa 500 metri a quota 302 m , la “Rocca di Balacaia”, uno sperone roccioso da cui si gode una superba vista su tutta la valle. Continuiamo il percorso di ritorno, attraversando la conca sassosa della 'Sorgente Sulfurea', un importante ed esteso sito di interesse geologico- minerario, che fino a pochi anni fa ha appassionato i ricercatori e i collezionisti di minerali. La 'Sorgente Sulfurea' è una grande putizza che si estende per circa 200 m lungo il pendio, raggiungendo una larghezza di 40-60m. Il luogo ben riconoscibile per i radicali fenomeni di alterazione subiti dalle rocce e per l'elevata acidità del suolo che impedischi l'attecchimento della vegetazione, è caratterizzato da manifestazioni idrotermali e gassose con diffuse esalazioni di idrogeno solforato e anidride carbonica, che hanno determinato cospicui fenomeni di silicizzazione, con estese, se pur sottili, concrezioni di zolfo. Altre mineralizzazioni presente sono costituite da Antimonite, Quarzo, Barite, Blenda e Galena. (tratto da: Tesori Sepolti di A. Marrucci-R. Nannoni) Proseguiamo ancora per lo stesso sentiero e dopo circa 450 metri, chiuderemo il nostro anello incontrando di nuovo la pista già percorsa. Cammineremo per la stessa strada ancora per circa 1400 metri fino a raggiungere la nostra auto.
UN GRANCHIO NELL'ADIO |