MONTIONI

e le cave di allume

Data:  18/12/2022 Verificato il:  ../../….     carrozzadergambini
Distanza percorsa  14,4 km Difficoltà difficoltaxxx   Note
Salita accumulata  480 m Discesa accumulata 480 m Niente da segnalare
Altitudine Massima  245 m Altitudine Minima 70 m
Altitudine partenza:  83 m Altitudine arrivo 83 m
Pendenza massima  28,4 % Pendenza media 6,2 %
Durata  06;13:00 Tempo in movimento 04:38:00
Attrezzatura consigliata scarponi1bastoncini
Coordinate punto di partenza:   43° 0'48.56"N 10°45'38.13"E
download1wikiloc estate no cane guinzaglio 
Grafico 
DESCRIZIONE

 Interessante percorso adatto a tutti, che attraverso i suggestivi boschi della Riserva interprovinciale di Montioni, ci condurrà alla ricerca delle antiche cave di allume, riscoperte e sfruttate in epoca napoleonica.
 Inizieremo la nostra escursione dal piazzale del piccolo abitato di Montioni, dove superato il torrente ‘Acqua nera’, volteremo a dx e potremo osservare i resti di un edificio seminascosto dalla vegetazione, che mostra le bocche delle batterie dei forni dove veniva trattato il materiale proveniente dalle cave.

 Il Parco di Montioni è un’area protetta suddiviso tra le province di Grosseto e Livorno, con una superficie di oltre 7000 ettari, conosciuto soprattutto per le sue miniere di allume. L’intera superficie del parco è quasi completamente ricoperta da un’area boschiva che in passato ha garantito il legname e il carbone per i forni dove veniva cotto il minerale di allume e per le fonderie di Follonica. Prezioso anche per l’estrazione del sughero e per il ciocco d’erica, utilizzato per la produzione di pipe.

J18 montioni 004Allungando lo sguardo sulla nostra sx, dietro la struttura dei vecchi forni, noteremo un pianoro che ospita un piccolo campo sportivo e dove, per volere di Elisa Bonaparte, vennero impiantate una serie di vigne coi più rinomati vitigni francesi. Proseguiamo ancora a fianco del torrente, scorgendo sulla dx l’elaborata struttura di un ponte che tramite una gora regolava l’acqua all’adiacente mulino, di cui sono visibili i resti.
Non lontano, sempre circondati da alti boschi di cerri, aceri e carpini, spiccano i resti delle ‘Terme della Baciocca’, un piccolo stabilimento termale ad uso privato di Elisa Bonaparte, che veniva alimentato dalla sorgente sulfurea che scaturiva sul retro dell’edificio. 

 Il piccolo stabilimento termale ad uso della principessa Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, sfruttava le acque sulfuree che sgorgavano sul retro a circa 31° di temperatura.
 L’edificio presenta forme geometriche regolari con numerose arcate classiche, anche se oggi appare fatiscente e privo di copertura. All’interno si possono notare dei fori concavi che ospitavano le vasche, mentre sul retro si apre il vano di una cisterna che serviva alla raccolta delle acque. Vi erano anche due vasche in marmo di Carrara, realizzate nella bottega del Canova, oggi rispettivamente conservate nel giardino della Villa Granducale di Follonica e all’ingresso della Palazzina dei Mulini a Portoferraio.

J18 montioni 004Lasciando dietro di noi le terme di Elisa, proseguiamo su un percorso che si fa sempre un po’ più ciottoloso che dopo circa 300 metri ci porta nei pressi di alcune grotte e cunicoli da dove veniva estratto il minerale di allume. Osserveremo a distanza, anche altre cave che si trovano più in profondità, protette da una recinzione metallica. (approf. Montioni e l’Allume)

Dopo l’interessante visita, riprendiamo il cammino tra i sassi rossastri per raggiungere un percorso didattico che via via riporta i nomi di alcune essenze che incontriamo, descritti su dei cartellini ormai scoloriti.
Attraversiamo un’alta lecceta fino ad arrivare nei pressi di un’area attrezzata, punto di incontro di vari sentieri, dove noi proseguiremo sul comodo percorso che si snoda di fronte, fino a raggiungere una carrozzabile che imboccando a dx in leggera salita, ci condurrà verso Poggio Sentinella.

Proseguiremo su questa strada circondati da fitti cespugli di Cisto di Montpellier, che ci lasciano immaginare la loro bianca fioritura primaverile.

Ignorando una prima deviazione sulla sx, cammineremo fino a trovarne una seconda, sempre a sx, al culmine del rilievo, che ci servirà per raggiungere il vecchio podere e il suo speciale punto panoramico affacciato sul mare. Un' enorme quercia secolare un po’ ripiegata e i curiosi ruderi di un porcile, ci anticipano il podere che aggiriamo sulla dx per portarci fino alla vetta del poggetto. Passeremo accanto a un pozzo rotondo che forniva l’acqua all’adiacente lavatoio e proseguiamo fino al punto panoramico ricoperto da fitti cespugli di marruca. (Coord 42°59’57,7’’N 10°44’26,3’’E)
Dopo la breve sosta, ristorati dall’affaccio che si apre inaspettatamente sul mare davanti a Piombino, dovremo ritornare indietro fino alla deviazione che ci ha condotto fin qui, per proseguire verso sx.
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 J18 montioni 004Ritorniamo nuovamente sul nostro percorso che ora in discesa, attraversa un fitto bosco di macchia mediterranea, fino a raggiungere un punto dove troveremo un incrocio (che supereremo nella medesima direzione approfittando di un’ampia apertura della recinzione a fianco al cancello) e da dove purtroppo, avrà inizio un ‘fondo chiuso’ che ci costringerà a camminare fiancheggiando per alcuni km, una rete metallica.

 Ci indirizziamo dritto davanti a noi sull’ampio camminamento affiancati sulla dx dalla vecchia recinzione (in direzione NO) e la seguiremo nella medesima direzione, ignorando un paio di attraversamenti; fino ad incontrarne un terzo, dove dovremo fare particolare attenzione. (Coord 43°01’11,2’’N 10°43’34,4’’)
 Da questo punto proseguiremo in direzione N E e voltando sulla dx, dopo pochi metri, ci troveremo davanti una ripida e ciottolosa discesa che ci accompagnerà nella vallata dove scorrono alcuni torrentelli, tra cui il Botro delle Lastre.
 Dal punto in cui attraverseremo il primo fosso, accompagnati ancora per poco, dalla immancabile rete, il bosco inizia ad essere meno fitto e intrigato, impreziosito da alte cerrete con la presenza di aceri, carpini, olmi e frassini. L’ambiente, decisamente più piacevole e rilassante, mostra tutti i colori del bosco che fanno da cornice al nostro cammino.
J18 montioni 004 Ad un certo punto noteremo sulla sx, la presenza di alcuni cartelli esplicativi, di cui uno illustra il tracciato di un percorso e l’altro dà delle importanti indicazioni sul particolare tipo di foresta che stiamo per attraversare.

 La cerreta mesoigrofila: con questo termine si definiscono le piante che vivono in suoli molto freschi, ma non propriamente umidi e paludosi; perciò le specie presenti in queste cerrete, diffuse nelle vicinanze di piccoli corsi d’acqua, grazie anche a suoli profondi e fertili, possono raggiungere dimensioni apprezzabili fino a sfiorare i 30 metri di altezza. Oltre al cerro, si può notare la presenza dell’acero campestre, carpino bianco, frassino meridionale, olmo e corniolo.

 

 Andremo avanti, nella piacevole pianura ignorando le ultime indicazioni (per San Lorenzo) dirigendosi in direzione E, sempre affiancati sulla dx, dal Botro alle Lastre. Attraverseremo con piacere questa foresta caratteristica, attenti alle sue piante speciali, ai funghi, ai licheni e alle mille varietà dei muschi che la fanno sembrare incantata, fino a che raggiungeremo un punto, nelle vicinanze della S.P.19, in cui si avvertiranno in lontananza anche i rumori delle auto.
 Dovremo fare attenzione sulla nostra dx, per poter individuare i flebili segnavia che ci faranno deviare decisamente verso Montioni attraversando il botro alle Lastre, che ci ha piacevolmente accompagnato fin qui. Poco dopo, proseguendo nel bosco, troviamo una piccola area attrezzata dotata di una tettoia-riparo per la pioggia e seguendo la flebile segnaletica ufficiale, ci indirizziamo di nuovo verso Montioni e le cave di Poggio Saracino. !!!!!!Si consiglia vivamente, data la scolorita segnaletica e la non perfetta condizione dei sentieri, l’utilizzo della traccia strumentale o di una cartina della zona!!!!!!
 Ci dirigiamo ora in direzione S-SO, su un tratto che si snoderà in leggera e continua salita, costantemente immersi in piacevoli boschi. Poi scenderemo lungo un sentiero ciottoloso che ci porterà di nuovo in piano, dove con un po’ di attenzione individueremo sulla dx, il percorso da seguire (segnalato da un vecchio e sbiadito cippo segnavia). Attraverseremo un piccolo fossetto e sempre immersi in un nuovo piacevolissimo bosco, saliremo costantemente fino a raggiungere una collinetta ex-coltivo, ricoperta di peri selvatici e cespugli di marruche, da dove nelle colline di fronte, potremo notare in lontananza i depositi delle scorie di ‘Poggio della Speranzona’.

 Finalmente giunti sul Poggio Saracino, noteremo a sx, una vecchia struttura di legno per l’avvistamento degli animali selvatici, dove noi continueremo dritto scollinando, sul percorso verso l’area attrezzata sottostante delle antiche cave.
Giunti nel piazzaletto, seguiremo il breve tragitto in salita che ci porterà di fronte a una spettacolare parete di roccia in cui si aprono, su più livelli, diversi cunicoli che ci fanno pensare ad antiche caverne, dove  veniva scavato il sasso di allume, dal 1500 fino agli anni ‘30 del 1900.

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 J18 montioni 004Dopo le immancabili foto, riprendiamo il cammino del ritorno, lambendo alcuni edifici che facevano parte del villaggio minerario, tra cui la ‘Palazzina della Direzione’, che custodiva all’interno una piccola chiesetta. Giungeremo infine alla piazzetta della cisterna, seminascosta dai cipressi che la contornano, fermandoci a interpretare le formelle sulla stele di marmo bianco, che celebrano l’operato di Elisa e la figura di Napoleone.

 Da questo punto proseguendo nella breve discesa, giungeremo nel piazzale dove ci aspettano le nostre auto e dove non è raro essere accolti da alcuni cinghiali semi-domestici, che sembrano salutare gli escursionisti.

 

 Bella e interessante escursione, in un ambiente variegato e ricco di storia, ma che data la condizione dei sentieri e della relativa segnaletica, è sicuramente da percorrere con l’aiuto di cartografia o di tracce GPX.

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