Risalita torrente Secolo

 

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Data: 20/09/2013
Verificato il: 08/06/2019
Difficoltà: EE
Distanza percorsa: 12,5 km 
Salita accumulata: 460 m
Discesa accumulata: 460 m 
Altitudine massima: 500 m
Altitudine minima: 235 m 
Pendenza max: +28%   -31%
Pendenza media: 5,7 % 
Altitudine P.: 360 m A.: 360 m
Durata: 4:20  + soste
Note: Se copiate le coordinate del punto di partenza su Google Maps vi indichera una strada ne pressi di Serrazano ma da questa non sarà possibile raggiungere il punto di partenza dell'escursione in auto. Per Goolge Maps non ci sono strade che conducono alle coordinate indicate qui sotto e vi indica quella che arriva più vicina in linea d'aria. Vi consiglio di usare il form qui sotto inserendo la località di partenza e poi cliccando sul pulsante Goole Maps vi condurrà sulla strada giusta, quando finiscono le indicazioni stradali proseguire ancora sulla stessa strada per 1,3 km.
Indicazioni stradali per il punto di partenza dell'escursione   

Coordinate punto di partenza
43°14'55.36"N 10°50'7.33"E

Attrezzatura consigliata
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cane guinzaglio

cane guinzaglio

cane guinzaglio

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DESCRIZIONE

Il luogo di partenza di questo percorso si trova in località “Pian di Creta”, che si raggiungerà imboccando la stradina di Sant'Ippolito, alle porte del paese di Montecerboli. Al bivio sulla dx, provenienti da Pomarance, in località 'Croce al Masso', proseguiremo sulla via alberata di cipressi, chiamata localmente gli "Alberini", che sale verso la vasta campagna di Sant’Ippolito, un tempo ricca tenuta della famiglia Bicocchi. Non appena la strada si fa piana, si prosegue voltando sulla sx, in direzione dell'antico podere 'la Corte'. Si dovranno percorrere ancora km 3,5 per raggiungere il luogo di partenza costeggiando la recinzione di una azienda faunistica. Il punto da cui avrà inizio il nostro itinerario sarà facilmente riconoscibile da un piccolo spazio, vicino alla recinzione dove potremo posteggiare l'auto, mentre di fronte, sulla sx, oltre l'argine della strada è presente un pianoro, dove in ogni stagione si concentrano numerose specie di piante tipiche delle rocce serpentine.(coord. 43°14'55.36"N 10°50'7.33"E)

Imboccato il sentiero, dovremmo mantenere sempre la sx, trascurando un paio di incroci e da lì a poco troveremo una piccola sorgente denominata "Fonte di Farneta". Continuiamo il cammino lungo il sentiero che in brevi tratti si fa aperto, facendoci intravedere il sottostante tortuoso percorso del torrente Secolo. Dopo poco più di 1 km. di cammino quasi tutto in discesa, ci troveremo nel cuore del "Bosco di Farneta", alle pendici dell’omonimo Puntone, davanti ad una bellissima macchia di cerro, dove è possibile ammirare qua e là, anche superbe e giganti piante di Tasso, qui conosciuto con il nome di “Libo”. Approfondimenti

Questo remoto angolo di bosco secolare, una volta era considerato meta ambita dai cercatori di funghi, che sfidavano la malfamata reputazione del luogo per riuscire a trovare splendidi esemplari di porcini e cocchi. Non era raro però, che proprio in questi luoghi i cercatori di funghi perdessero facilmente l'orientamento, costretti anche a trascorrere la notte all’agghiaccio.

In fondo alla discesa troveremo davanti a noi l' incrocio del sentiero n.10 proveniente da "Monna"col sentiero n. 11 e svolteremo a sx per arrivare in meno di 700 m. sul greto del torrente.

Questo luogo, conosciuto nella zona come "Bocca di Secolo", è l’esatto punto dove il Trossa, proveniente da sud ovest riceve come affluente il Secolo che proviene invece da sud est.

Da qui inizieremo la risalita del torrente Secolo, che all'inizio scorre in un ampio letto quasi pianeggiante, ma che mano a mano che si risale, tende a curvare aggirando e scavando i prominenti costoni di Gabbro. Approfondimenti 

Risalito il corso d'acqua, per poco meno di 1 km, l'alveo del torrente inizia a restringersi tra alte e scoscese pareti grigie, che alcuni anziani cacciatori della zona usano chiamare “Tiro ai sassi”.

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Andando ancora avanti, il tranquillo percorso del Secolo, lascia il posto ad un tormentato tragitto che ci permette di ammirare incantevoli scorci di selvaggia e incontaminata bellezza. Saremo costretti a cimentarsi in arditi passaggi tra enormi  massi di roccia, che lo scorrere dell’acqua,  ha scavato con profondi solchi da cui scaturiscono zampillanti cascatelle.  

Poco più avanti incontreremo sulla dx, il 'Rio Sancherino' un piccolo torrentello, che confluisce le sue limpide acque nel Secolo. In questo punto, il tragitto del Secolo svolta bruscamente a sx in direzione E-NE, tornando di nuovo a solcare una stretta vallata di gabbro, serpeggiando in strette e anguste curve che regalano a chi risale, nuovi e avvincenti scenari resi straordinari dalla tipica e rigogliosa vegetazione. Le rive del torrente infatti si arricchiscono di ontani neri e carpini, che ci regalano sensazioni di silenzio e di pace, tanto da sentirci lontani e dimenticare per qualche ora la moderna quotidianità e i suoi rumori. In certi tratti della risalita, non é raro incontrare nella stagione estiva i granchi di fiume (Potamon fluviatile), che negli ultimi tempi sembravano essere scomparsi e che simpaticamente si lasciano fotografare assumendo pose di sfida davanti all’obiettivo.

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Continuiamo il nostro cammino finché il corso d’acqua diventa sempre più stretto, tanto che in alcuni punti, stenta addirittura a scorrere e a farsi spazio tra la straripante vegetazione ripariale, particolarmente rigogliosa.

Poco più avanti, dopo aver percorso 6,5 km complessivi di risalita, giungiamo in prossimità del ponticello della vecchia strada che in passato, congiungeva Larderello a Serrazzano, luogo che in passato è stato testimone di un curioso aneddoto. Da qui, abbandoneremo il torrente per iniziare il largo anello che ci riporterà al punto di partenza. Aneddoto: "Argene e il re!"

Lasciando il torrente sulla sx, non si può fare a meno di notare e attraversare la gigantesca vecchia cava di gabbro, che testimonia attraverso la sua spettacolare imponenza, quanto sia stata ricercata per molteplici utilizzi, questa pietra, che così bene rappresenta e caratterizza la storia geologica della nostra zona. Risaliamo la strada di servizio della vecchia grande cava, soffermandoci a guardare il paesaggio appena attraversato, osservandolo da una dominante e alternativa prospettiva che ci fa intravedere dall'alto il percorso compiuto. Oltrepassata la sommità, ci troveremo nelle immediate vicinanze del podere "La Corte"con le sue curiosità storiche e minerarie. Approfondimenti

Oltrepassiamo il cancello metallico, per imboccare la strada bianca verso sx, (quella percorsa con l’auto prima della partenza) e la percorreremo per circa 2 km in leggera discesa, attraversando il ricorrente mondo fatto di rocce ofiolitiche, con la loro asprezza, i loro colori e la loro tipica ostinata, meravigliosa vegetazione.

Oltrepassiamo il cancello metallico, per imboccare la strada bianca verso sx, (quella percorsa con l’auto prima della partenza) e la percorreremo per circa 2 km in leggera discesa, attraversando il ricorrente mondo fatto di rocce ofiolitiche, con la loro asprezza, i loro colori e la loro tipica ostinata, meravigliosa vegetazione.

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Sulla sx, nella pendice di bosco che scende verso il Secolo, lambiremo una zona conosciuta come "Le Preselle". Nel secolo scorso infatti, la potente famiglia dei Bicocchi, volendo estendere le proprietà terriere fino al confine col torrente Possera, offrì in permuta, ai proprietari dei rispettivi terreni coltivabili, fertili, ben esposti e vicini al paese di Montecerboli, degli appezzamenti boscati in prossimità della zona di Campo alla Corte. Con l'idea di assicurarsi il legname, allora ritenuto una risorsa e una preziosa fonte energetica, i proprietari dei terreni adiacenti al paese, accettarono lo scambio e tali spazi di macchia vennero denominati "Preselle". Da qui procediamo ancora avanti fino alla nostra auto, punto di partenza di questo avvincente viaggio, che ci ha fatto conoscere un altro caratteristico corso d'acqua ancora incontaminato.

Tutte le foto scattate durante il percorso

20 immagini

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