Le Golazze Aperte di sera |
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appuntamento ad un tramonto speciale |
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10 km, 05:16:20 |
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Galleria foto 21 immagini
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DESCRIZIONE Un facile, semplice itinerario ad anello, che rinnoverà il piacere di accompagnarci in uno dei luoghi più emblematici e conosciuti della Riserva di Monterufoli-Caselli per apprezzarne i suoi panorami, illuminati dalla luce del tramonto.
Questa volta abbiamo deciso di raggiungere il caratteristico punto panoramico delle Golazze aperte, percorrendo l'antica strada del 'Castagnolo', quindi lambendo le pendici del Poggio al Pruno, ritorneremo al borgo della Sassa, nostro punto di partenza. Non appena lasciate le case del piccolo borgo, ci incammineremo lungo la stradina 'del Poggetto' che sulla dx ci porta in salita fino ad incontrare i ruderi del podere 'Pian del Corso' e subito dopo, verso l'incrocio con la vecchia Via del Castagnolo (Coord.43°15’22,0”N 10°41’15,3”E), che prende il nome dall'omonimo poggio. La imboccheremo a sx, in prossimità di uno spazio aperto tra la vegetazione che ci mostra ampie vedute panoramiche sulla vallata dello Sterza e da qui, proseguiremo in una piacevole discesa.
Si ipotizza che la Via del Castagnolo possa ricalcare l'antico tracciato di una strada di valico che attraversando i Poggi della Gherardesca, collegava Sassa a Castagneto, a Bolgheri e al mare. Il suo nome si lega ad antiche coltivazioni di castagni, praticate nella zona.
Seguiremo questo comodo percorso che si snoda prevalentemente in un bosco alto e ombreggiato, a prevalenza di cerri, che ci accompagnerà per circa km 3,300 fino a raggiungere la sbarra che separa le due grandi riserve, quella di Caselli e quella della Macchia della Magona (Coord.43°14’26,2”N 10°40’04,6”E). Questo punto, dove si dirama l’ultimo tratto di tragitto che ci porterà al nostro appuntamento serale, è a noi ben noto perché comune in parte, al sentiero che porta all'antico ''Terminone'', una curiosa struttura di pietre e mattoni alta circa 2 metri, punto di incrocio e di confine del Bosco di Caselli, con quello della Magona e la Macchia di Bolgheri. Ci soffermeremo nei pressi di un tabellone esplicativo, che ci mostrerà la cartina della Riserva con foto e spiegazioni di tutte le sue caratteristiche. Sulla sinistra invece, un altro cartello metallico ci indicherà la via per raggiungere il punto panoramico delle 'Golazze aperte', che abbiamo scelto di raggiungere per goderci il tramonto del sole. Volteremo quindi in direzione SSE in prossimità di un vecchio tavolo-ristoro e seguendo l'indicazione procederemo in un piccolo camminamento che si snoda nel bosco, in una successione di sali-scendi, fino a raggiungere la nostra meta in poco più di 400 metri. All'improvviso, dopo il fitto del bosco, arriveremo ai piedi di Poggio alla Nocca, su un tipico affioramento di roccia serpentina, che si spalanca quasi a picco sullo splendido panorama che si mostra di fronte a noi. Le verdissime colline della 'Macchia della Magona', sembrano perdersi fino al mare in un susseguirsi di impluvi e dolci rilievi, fittamente ricoperti dalla macchia mediterranea. Estasiati da questa immensa vista e da tanta bellezza, notiamo su un'altura in lontananza in direzione SSO, l'austero profilo dell'antico maniero di Castiglioncello di Bolgheri, che ha ospitato la prima cantina del noto vino 'Sassicaia', mentre di fronte, il lungo viale dei cipressi cari al Carducci, disegna due linee che scendono fino al luccichio del mare.
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Riprendiamo quindi il nostro cammino, illuminato dalle luci delle nostre torce frontali, rifacendo indietro lo stesso breve percorso, fino al bivio della Riserva. Da questo punto, voltando a sx, proseguiremo nella stradina della Magona che affacciandosi ogni tanto sulle luci rossastre del crepuscolo, ci porterà comodamente in circa 800 metri fino all'incrocio successivo.Raggiungeremo infatti, dopo un'ampia curva, un grosso masso sul lato destro della strada che ci indica la direzione di 'Poggio al Pruno' e da questo punto (Coord.43°14’42,7”N 10°40’02,5”E) seguiremo tutto il percorso in salita, che in 1,3 km ci porterà a circa 600 metri di quota, fino alla sommità del Poggio a lambire la recinzione di una struttura attualmente gestita come casa vacanze. Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) POGGIO AL PRUNO già detto MONTE AL PRUNO nella Maremma Volterrana. - È una montuosità che corre in linea quasi parallela al littorale fra la bocca di Cecina e la Torre S. Vincenzio, la cui base volta ad oriente è bagnata dal torrente Sterza , fra il grado 43° 7' e 43° 19' di latitudine ed il grado 28° 15' e 28° 22' di longitudine. Sono situati nel fianco settentrionale del Poggio al Pruno i paesi di Monte Scudajo, Guartdistallo e Casale, nel suo fianco occidentale i castelli di Bibbona, Bolgheri, Castiglioncello, Segalari e Castagneto, e nella sua schiena acquapendente nella Sterza i villaggi della Sassa, e di Caselli. Sopra questo Poggio ricco di marmi, di gabbri e di altre roccie pilutoniane, esisteva la chiesa di S. Salvatore sul Monte al Pruno della Diocesi di Volterra, per la quale nel 16 giugno 1232 fu pronunziato un lodo dagli arbitri, sotto il portico della piazza di Bibbona, mercè cui restarono terminate le controversie a cagione di confini parrocchiali fra quella prioria e la pieve di S Giovanni Battista a Querceto. - (ARCH. DIPL. FIOR., Carte della Com. di Volterra)......... Denominazione: Poggio al Pruno, Monte al Pruno - Via, Strada Traversa della Camminata Popolo: (S. Salvatore sul Monte al Pruno) Comunità: Montecatini Val di Cecina Giurisdizione: Montecatini Val di Cecina Diocesi: Volterra Compartimento: Pisa Stato: Granducato di Toscana Continueremo ora, illuminati dalla luce della luna e da quella delle nostre torce, in una comodissima strada ghiaiosa tutta in discesa, che in circa 2,4 km ci porterà di nuovo fino al borgo di Sassa, che sembra aspettarci per una breve visita. Passeggeremo, ristorati dalla brezza della sera, immergendoci nella tipica atmosfera estiva che si respirava una volta nei piccoli borghi, dove ancor oggi, tra le sue minuscole stradine le persone si trattengono a veglia sedute davanti casa, a godersi la frescura serale in incessanti..... parlottii. Continuando a camminare nel dedalo di vicoli e piccole vie, notiamo come tanti degli edifici del paese, siano abbarbicati sulla roccia, talvolta in una vera e propria continuazione simbiotica che probabilmente ne ha ispirato il nome! (Approf: Sassa) Torniamo a riprendere le auto, concludendo così la nostra bella passeggiata, che ancora una volta ci ha dimostrato quante magnifiche occasioni, ci possano essere vicino a noi per scoprire o riscoprire, le meraviglie di una natura così ricca e particolare, accostata al fascino e alla magia dei nostri amati borghi, da sempre custodi di tradizioni e antiche usanze, che vorremmo non si perdessero mai! |