Dai Lagoni rossi al Frassine

Antiche strade tra la Val di Cecina e la Val di Cornia

anna stefano paolo

17.5 km, 07:08:15

Coordinate punto di partenza: 43° 9'54.60"N 10°46'43.06"E   google maps cane-guinzaglio no inverno
- Percorso il : 30/09/2020 - Tempo impiegato: 7:08:00 h - Tempo in movimento: 5:23:00 h
- Distanza percorsa: 17,5 km - Dislivello tot. In salita: 350m - Pendenza: med.4,5% max 20,8%
Verificato il: .................
- Note: Niente da segnalare.
- Difficoltà : E
linea sep
attrez cons bastoncini1 scarponi1
linea sep
bot mappa logo minibot traccia
linea sepGalleria foto 37 immagini
  • lagoni-rossi_001
  • lagoni-rossi_002
  • lagoni-rossi_003
  • lagoni-rossi_004
  • lagoni-rossi_005
  • lagoni-rossi_006
  • lagoni-rossi_007
  • lagoni-rossi_008
  • lagoni-rossi_009a
  • lagoni-rossi_010
  • lagoni-rossi_011
  • lagoni-rossi_012
  • lagoni-rossi_013
  • lagoni-rossi_014
  • lagoni-rossi_015
  • lagoni-rossi_016
  • lagoni-rossi_017
  • lagoni-rossi_018
  • lagoni-rossi_019
  • lagoni-rossi_020
  • lagoni-rossi_021
  • lagoni-rossi_022
  • lagoni-rossi_023
  • lagoni-rossi_024
  • lagoni-rossi_025
  • lagoni-rossi_026
  • lagoni-rossi_027
  • lagoni-rossi_028
  • lagoni-rossi_029
  • lagoni-rossi_030
  • lagoni-rossi_031
  • lagoni-rossi_032
  • lagoni-rossi_033
  • lagoni-rossi_034
  • lagoni-rossi_035
  • lagoni-rossi_036
  • lagoni-rossi_037
  • sfondo
  • titolo
  • titolo2
  • trenino_01
  • trenino_02
  • trenino_03

DESCRIZIONElinea sep

Inedito e avvincente itinerario che ci ha portato a scoprire nuovi orizzonti di notevole interesse!

Partendo da quel che resta del piccolo villaggio geotermico di Lagoni rossi, ormai da anni abbandonato, abbiamo sconfinato tra le provincie di Pisa e Grosseto, lungo il tracciato dell'antica Via Volterrana, in direzione sud verso il fiume Cornia e il conosciuto santuario della Madonna del Frassine.

 La nostra marcia ha inizio nei pressi del piazzale antistante il pozzo geotermico di “Colla2”, (Coord.43°09’54,7”N 10°46’43,5”E) da dove si prosegue lungo una comoda strada in discesa che porta verso una casa colonica che lambiremo sulla nostra sinistra. Ci risulta che questo edificio una volta fosse sede degli uffici e dei magazzini della vicina miniera di lignite.

 Lo scorrere del torrente Guardigiano aveva messo in evidenza un'area con visibili strati di lignite picea in banchi con spessore di 30 cm, fino a un metro. Dal 1916 al 1924 vennero scavate due gallerie di cui una lunga 45 m sulla sponda dx e l'altra di 65, sulla parte opposta, per esplorare un giacimento situato a 50 m di profondità. Durante il periodo della prima guerra mondiale i lavori vennero sospesi e ripresi nel 1920 con il supporto di 71 operai di cui 44 erano prigionieri di guerra.

 Da qui a breve, già immersi in un bosco lussureggiante, attraverseremo in ripida discesa il guado sul Botro del Guardigiano', un piccolo affluente di dx del Cornia, per proseguire sulla nostra strada, quasi in assenza di dislivello, immersi in un ombroso bosco misto, che ci sorprende per le numerose piante di albero di Giuda, che sbucano floride tra la vegetazione.

 L'interpretazione degli studiosi riguardo all'etimologia del toponimo 'Guardigiano' (anticamente 'Gualdigiano'), viene collegata alle vicende della colonizzazione romana e identificata come proveniente dalla parola longobarda 'wald=gualdo=bosco'.

 lagoni rossi 001Dopo circa 200 m dal guado con un po' di attenzione inizieremo a sentire lo scrosciare dell'acqua e noteremo sulla sx una vecchissima, breve staccionata di protezione e dopo appena qualche metro si intercetterà sempre sullo stesso lato della strada, l'inizio di un piccolo viottolo (Coord.43°09’46,2”N 10°46’23,1”E), che in un brevissimo tratto scosceso, ci porterà sulla riva sassosa del Botro del Guardigiano.

Sorpresi dallo spettacolo inaspettato, ammireremo la suggestiva cascatella incastonata nella roccia scura e il profondo pozzo d'acqua che si apre davanti a noi, circondati dal verde e dal silenzio del bosco, interrotto solo dal rumore scrosciante dell'acqua.

Dopo le immancabili foto, risaliremo il breve tragitto che ci porterà di nuovo sulla strada che avevamo lasciato, proseguendo verso sx.

lagoni rossi 001Ancora immersi nel bosco ombroso, che in lunghi tratti segue il piccolo corso d'acqua, notiamo che gran parte della strada che percorriamo, è ricoperta da tratti di un antico selciato che ci guida piacevolmente e che ci rende orgogliosi e compiaciuti di poter camminare in una via così ricca di storia!

Secondo la Tavola Peutingeriana, antica carta itineraria dell'epoca imperiale, la città di Volterra e Populonia erano collegate da una strada, che scendendo dalla Valle dello Zambra, toccava Pomarance, Bagno a Morba, il territorio intorno castello della Leccia, fino alla Valle del Cornia e al mare, passando per Lagoni rossi, le Grotte rosse di Montalto e costeggiando il 'Gualdigiano', come si trova in una ricognizione del 1296: <<iuxta botrum rivi Gualdigiani et iuxta stratam de Cornia qua itur Maritimam>> Naturalmente altri tratti della 'Strada Maremmana' di diramavano per congiungere altrettante zone limitrofe o come la <<Saena-Aquae Populoniae>>, proveniente da Siena che si univa nei pressi dei Bagni del Re, al tratto principale diretto a Populonia.

lagoni rossi 001Proseguendo per l'antico tracciato, superiamo un piccolo ponticello sul Botro del Fontino e continueremo così fino a trovare un bivio sulla nostra dx, con l'indicazione di una casa vacanze che ignoreremo, portandoci a dritto, fino a raggiungere alcune costruzioni rurali e un grande recinto per cavalli, in località Botro dei Massoni.

Da qui l'ambiente, anche se ugualmente piacevole, diventa nettamente più antropizzato e, dalla nostra storica strada, che qui diventa asfaltata, possiamo ammirare la vasta pianura verdeggiante che nasconde il letto del Cornia.

lagoni rossi 009aAncora una volta, saremo sorpresi dalla vegetazione che ci accompagna, che vicino agli argini della strada ci mostra numerose piante di Marruca, che avevamo conosciuto solo in altri trekking, nelle zone della Maremma.

Dopo circa 250 m da casa Massoni, intravediamo sulla sx, un incrocio con una via erbosa ( Coord.43°08’27,7”N 10°45’33,5”E) che scende decisamente nella verdissima piana del Cornia, e che imboccheremo per portarci fino al greto del fiume.

Cammineremo affiancando alte piante di finocchio e canne di palude fino a raggiungere degli spazi boscosi, dove con sommo piacere, tra grandi piante di frassino che popolano tutta la zona, notiamo la presenza di numerose farnie, che ci mostrano le loro pittoresche ghiande già mature. (Approf:Farnia)

lagoni rossi 001lagoni rossi 001Andiamo ancora avanti seguendo i flebili segni della stradina fino a costeggiare le rive di un piccolo laghetto, dove le immancabili paperelle nuotano indisturbate.

Da questo punto decidiamo di abbandonare la strada per seguire il letto del fiume e, dopo averlo attraversato, proseguiremo in direzione S-O, fino a superare sulla sx, un piccolo fosso detto Rio secco.

Marciando ora in direzione Est, procediamo su un angusto sentiero seminascosto tra le canne e la vegetazione tipica delle paludi, che ci porterà in breve tempo, a passare di fianco ad un secondo laghetto. Da qui continueremo lungo una stradina erbosa, fino a scorgere in mezzo ad un campo arato, i pochi resti dell'antico sito termale del 'Bagno del Re'.

lagoni rossi 001Raggiungiamo con piacere l'importante sito archeologico, che purtroppo oggi è lasciato alla totale incuria tanto da apparire ormai sommerso da una folta vegetazione di rovi e di edera, che lasciano intravedere solo piccole parti delle mura e una imponente volta. (Coord: 43°07'29,8''N10°45'48,2''E)

 Il complesso termale del Bagno del re Porsenna, detto anche Bagnaccio o Bagno Regio, era già conosciuto probabilmente, in epoca romano-imperiale per le virtù curative delle sue acque e per i preziosi prodotti, come il vetriolo e l'allume che venivano raccolti. Passato in seguito ai Goti e ai Longobardi, che nel 570 sottomisero il territorio, si sa che nel 779 esisteva un insediamento presso queste sorgenti chiamato 'Balneum regis' le cui acque continuarono ad essere apprezzate fino ai secoli XII° e XIII°.

 Da qui ritorniamo indietro per il breve tatto che ci riporterà ad attraversare nuovamente il campo, fino a raggiungere il bordo della strada regionale 398 della Val di Cornia. Ne percorriamo circa 300m e in prossimità di un incrocio denominato 'Ponte alla tavola', ci indirizzeremo sulla 'Via del Frassine' per raggiungere in poco meno di 1 km, la graziosa chiesa, importante per il suo valore religioso, essendo l'unico oratorio mariano di tutta la Maremma, meta di numerosi pellegrini.Poco distante dall'incrocio, impossibile non notare una ex casa cantoniera recentemente rimessa a nuovo per diventare un emporio multifunzionale, grazie all'impegno del comune di Monterotondo Marittimo.

lagoni rossi 001A questo punto imbocchiamo in salita la rilassante strada che ci porta al santuario, ombreggiata da boschi misti dove spiccano numerose le piante di frassino e la percorriamo fino ad incontrare le curate abitazioni della periferia. Dopo un filare di cipressi secolari entriamo nella piazza dove spicca la chiesetta della Madonna miracolosa, abbellita dai fiori delle ordinate aiole che la circondano.

lagoni rossi 001Ci concediamo una visita all'interno del santuario, per ammirare il busto ligneo della Madonna e la piccola galleria degli ex-voto, che si trova dietro l'altare. Qui è anche custodita una cassa di legno scuro con cui, secondo la tradizione, venne trasportata la statua. (Approf: La Madonna del Frassine tra storia e leggenda)

 Il borgo del Frassine, nel secolo VI° nasce come insediamento longobardo con nome di 'Gualdo del Re' e solo intorno all'anno 1000 prende l'attuale nome di Frassine, dovuto alla cospicua presenza di frassini nei suoi dintorni. La pianta, ritenuta magica secondo le tradizioni longobarde, veniva bruciata per scacciare gli spiriti del male.

 Dopo l'interessante visita, riprendiamo il nostro cammino ritornando a percorrere in discesa la stessa strada che ci aveva accompagnato fin qui e, mentre usciamo dalla borgata, notiamo in corrispondenza di un piccolo slargo sulla nostra dx, un cippo dedicato alle vittime della guerra e della lotta partigiana che in questi luoghi ebbe importanti e tragici episodi.

 Il Frassine, fu luogo di un sanguinoso scontro tra partigiani e fascisti, avvenuto il 16 febbraio del 1944, nei pressi di Campo Bizzi, che si concluse con la sconfitta della 3^ Brigata Garibaldi, l'uccisione di 5 partigiani e la cattura di 14 deportati.

 Proseguiamo fino a raggiungere nuovamente l'incrocio con la strada regionale che abbiamo imboccato in direzione NE  superando il ponticello sul fosso 'Fossone' e, per evitare di percorrere per intero il tratto di strada asfaltata che ci riporta verso il fiume, scegliamo di scendere nell'argine del campo sottostante.

lagoni rossi 001Continuiamo fino a passare il Rio Secco (Coord: 43°07'46,3''N10°46'16,6''E) e continuiamo su una strada pianeggiante sterrata, ma ben battuta, che segue l'alveo del Cornia, che in questo tratto di percorso ci mostra alcune piante che caratterizzano l'ambiente fluviale. Notiamo infatti numerose piante di 'Polanisia dodecandra', una neofita americana, comparsa intorno agli anni '60, in alcuni fiumi dell'Italia centrale e della Pianura Padana, in compagnia del 'Papavero giallo cornuto' che ha trovato proprio qui il suo comodo habitat.

Continuiamo il nostro viaggio e dopo qualche centinaio di metri, devieremo a sx abbandonando la nostra strada. (43°07'58,4''N10°46'02,6''E). Da qui percorreremo ancora alcune centinaia di metri, fino al punto in cui dobbiamo attraversare il fiume Coord 43°08'33,9''N10°46'07,1''E) e lo facciamo in prossimità di una spiaggetta e un pozzo d'acqua limpidissima, dove decidiamo di fermarci per ristorarci con il solito spuntino, per goderci questo angolo silenzioso e suggestivo.

Appena ripreso il cammino, pian piano inizieremo a salire dolcemente tra i campi incolti ricoperti di ceppite fiorite, insieme alle numerose varietà di bacche autunnali che stanno giungendo a maturazione in un'esplosione di colori.

lagoni rossi 001Ritorneremo così a lambire il solito bosco rassicurante, fino a che in lontananza scorgiamo la sagoma di una grande quercia secolare che ci anticipa i ruderi del vecchio podere di San Leone, con le sue antiche e robuste mura.

Da questo punto attraverseremo un boschetto che accoglie il nostro passaggio come una splendida galleria verde, fino a condurci alla residenza San Guglielmo, un vecchio podere rimesso a nuovo come casa vacanze.

Qui possiamo notare sull'argine sx della strada, la particolare colorazione rossa del terreno, che ci accompagnerà con le sue sorprendenti sfumature per tutta la strada del ritorno. Dalla parte opposta invece rigogliose olivete punteggiano le collinette sottostanti, fino a quando il maestoso bosco del Poggio della Ghirlanda, dominerà tutto il paesaggio con i poderosi cerri e le querce sughere dai rami rosseggianti.

Superiamo sulla dx, l'ingresso di un cantiere geotermico (Bosco2) e proseguiamo in salita verso il borgo dei Lagoni rossi, dove ci aggireremo curiosi, tra i fantasmi di vecchi edifici che un tempo hanno ospitato i lavoratori del borgo e le loro famiglie. (Approf: ''Il trenino di Lagoni rossi'')

lagoni rossi 001 lagoni rossi 001Il piccolo villaggio di Lagoni rossi, oggi in abbandono, fu edificato per ospitare gli operai e le rispettive famiglie, quando ebbe inizio l'estrazione dell'acido borico dai lagoni presenti nella zona. Prende il suo nome da un toponimo del 1500, poiché tutta la zona si presentava come una palude fumante, intervallata da laghetti gorgoglianti tra il caratteristico terreno rossastro, ricco di ossido di ferro che ne accentua il colore. Arricchiva il villaggio, la presenza della scuola elementare, della chiesa e del circolo ricreativo. Si trattava dello stabilimento più lontano da Larderello (circa 29Km). I lavori di sfruttamento risalgono al 1819, quando ancora l'evaporazione era fatta col fuoco di legna. Nel 1850 la popolazione della fabbrica era di 80 persone, mentre nel 1940 era di 68 abitanti e 25 operai in pianta stabile.

 Oltrepassando una collinetta fumante, sbiancata dall'azione dei fenomeni geotermici di putizze e fumarole, ci portiamo per una breve visita, in direzione della chiesetta del villaggio, altra meta importante del nostro percorso. L'edificio religioso è stato recentemente restaurato, grazie al sostegno di Enel Green Power, su segnalazione del parroco don Renzo Chesi.

lagoni rossi 001 Data la notevole distanza da Lustignano, paese più vicino, il principe Piero Ginori Conti, nel 1935 decise di far costruire la chiesa dello stabilimento. La prima pietra fu posta il 20 luglio dello stesso anno e l'8 settembre del 1936, venne solennemente inaugurata dal vescovo di Volterra, come attesta la targa di marmo che sovrasta la facciata. La sua gradevole architettura, su disegno dell'ingegner Lamberto Musi, segue le tendenze di quel periodo che imitavano lo stile romanico, con l'interno a croce latina corredato di paramenti e arredi sacri. Un cappellano stipendiato dalla Società svolgeva regolarmente il suo ministero.

 Ignoriamo la piccola strada che continua il suo tragitto in salita oltre la chiesa e che ci porterebbe verso Poggio del Tesoro, dove alcuni anni fa, in occasione dei lavori per la realizzazione di un vapordotto, ci fu l' importante ritrovamento di una antica necropoli.

Riprendiamo però la via del ritorno, che in una ventina di minuti, ci condurrà al piazzale dove ci aspettano le nostre auto, mostrandoci ancora sbuffi di vapore tra la vegetazione tipica delle paludi che ricopre tutta la zona circostante.

Interessante, semplice e appagante escursione che si snoda in un territorio dai mille volti e dalle molteplici bellezze; un tuffo nella natura, ora selvaggia, ora ordinata e rilassante, accompagnati dal fascino e dal mistero di storie antiche e di tramandate leggende....una piacevole escursione che a ogni passo ha saputo catturare la nostra attenzione!

 

lagoni rossi 001

lagoni rossi 001 

 

 

 

 

 

 

  Queste due immagini, risalenti ai primi anni del 1900, sono state reperite da Internet e pubblicate a solo scopo divulgativo, senza fini di lucro.(I diritti appartengono ai rispettivi autori).