Piccolo anello del Poggio della Parruca

2.2 km, 00:43:31

Coordinate punto di partenza: 43°15'11.43"N 10°52'43.33"E   google maps cane-libero estate-no
- Percorso il : 08/07/2015 - Tempo impiegato: 00:43:00 h - Tempo in movimento: 00:41:00 h
- Distanza percorsa: 2,18 km - Dislivello tot. In salita: 140 m - Pendenza: med. 12,0% max. 48,6%
Verificato il: 30-04-2023
- Note: Niente da segnalare.
- Difficoltà : E
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Descrizione itinerario

Il piccolo rilievo della Marruca, si trova alle porte dell’abitato di Montecerboli, quasi di fronte ai ruderi dell'eremo di San Michele e al Poggio di Spartacciano. E' costituito esclusivamente da rocce ofiolitiche, che a tratti potranno rendere un po' difficoltoso il nostro cammino, ma che sarà ugualmemente allietato dai bei panorami e dalla tipica vegetazione. Questo breve tracciato infatti, soprattutto se percorso nel periodo primaverile potrà presentarsi estremamente interessante e piacevole per le numerose fioriture di piante spontanee specifiche delle formazioni rocciose del serpentino. poggio marruca 9

Il luogo di partenza e di arrivo di questo anello sarà la località di “Croce del Masso” piccola area verde posta all’ingresso del paese di Montecerboli, provenienti da Pomarance.(coord. 43°15’12,1”N 10°52’42,8”E 435m slm.)

Inizieremo il cammino imboccando la “Vecchia Strada dei Gabbri”, in direzione NE  e dopo aver incontrato ed oltrepassato un grande cancello di ferro, cammineremo ancora per una cinquantina di metri. Svolteremo sulla sx seguendo il ripido sentiero sassoso, che si inoltra in una bassa pineta di pini impiantati ed altre  essenze mediterranee, che in poche centinaia di metri ci porterà fino alla sommità del Poggio della Marruca (489 m slm).

Terminata la salita, a circa un centinaio di metri prima di arrivare alla vetta del Poggio, incontreremo un piccolo pianoro chiamato  'Croce degli Scouts', dove a guardia della vallata torreggia una grande croce metallica, che in primavera è contornata dalle numerose specie fiorite del serpentino e da una piccola pianta di Marruca che sta crescendo timidamente.  

Si pensa infatti che il rilievo, possa aver preso il suo nome dalla Marruca, un arbusto talmente spinoso e intricato anticamente utilizzato come recinto impenetrabile, a difesa di proprietà, boschi e pascoli. 

La 'Marruca' (Paliurus spina-christi, appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae) è popolarmente chiamata 'Spina di Cristo', perché i suoi rami intricati e spinosi ricordano la corona della Crocefissione.  (Approf.)

poggio marruca 1

Fin dall’inizio del nostro tragitto, sarà impossibile non notare,  l’ingombrante presenza di alcuni pozzi geotermici con le loro lucide tubiere metalliche, che per km e km solcano sinuose le nostre colline, alternando il loro chiaro bagliore al verde dei campi coltivati e delle vaste aree boscate.

 Mentre osserviamo l’infinito reticolo scintillante, che unisce i pozzi geotermici alle centrali dalle alte torri di cemento, ci fermiamo a riflettere come potrebbe essere stato il panorama davanti a noi, senza l’inconfondibile profilo delle torri refrigeranti che caratterizzano, da circa un secolo, tutta la Valle del Diavolo.  Forse è vero che tutte le istallazioni geotermiche della zona, rendono al paesaggio, un’atmosfera diabolica, ma siamo consapevoli che la geotermia, nel bene e nel male, possa essere una particolare realtà industriale che ha dato alla nostra terra, vita e lavoro, facendo conoscere la sua unicità in tutto il mondo. Larderello che fin dai primi del 1900 vanta il più antico centro per lo sfruttamento della geotermia, è ritenuto caposaldo dell’ energia rinnovabile,  unico fin da quando i fumi e le pozze di fango in ebollizione maleodoranti di zolfo, avevano fatto credere che questa potesse essere davvero la “Valle del Diavolo” e non un tesoro della natura.

 Lasciando ad ognuno la possibilità di riflettere ed avere il proprio legittimo punto di vista, ci piace vedere coesistere, la bellezza e l' unicità della nostra zona, con aspetti non del tutto naturalistici, ma che caratterizzano fortemente questo luogo unico al mondo. La speranza e l’auspicio, naturalmente, sarà quello di  poter vedere in futuro uno sfruttamento di questa preziosa  risorsa, ancora più rispettoso verso questa terra, il suo ambiente e per la sua gente.

poggio marruca 2

Continuando il nostro breve viaggio, arriveremo alla sommità del rilievo di Poggio della Marruca dove potremo spaziare sugli ampi panorami che mostrano le tubiere e gli sbuffi della Valle del Possera con le vicine centrali di Larderello. Aiutati da un puntatore che ci invita a goderci la bellezza che ci circonda, scorgeremo sullo sfondo il borgo di Montecastelli e la Rocca  Sillana, antico baluardo a guardia dei tesori di tutta la vallata. Più a Nord, Pomarance e Volterra, in un gioco prospettico che ne ricorda l’antica predominanza, per poi arrivare fino allo sconfinato verde della Foresta di Monterufoli che si allunga in direzione del mare.

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Resteremo sicuramente sorpresi, specialmente nel periodo di fine maggio, per le fioriture delle numerose tipiche specie, vera attrattiva e unicità del percorso, che in così poco spazio, si concentrano e si mostrano nella loro preziosa bellezza. Non potremo far altro che osservare e fotografare la spumeggiante Stipa etrusca, i cespugli gialli dell’Alisso bertoloni, la rara Stregonia, il Timo del serpentino, i Lilioasfodeli  e tante altre specie. Ci accompagneranno per l’intero percorso, fino a confondersi con le numerose varietà di Orchidee, talvolta non comuni, messe a dura prova dall’inospitalità delle rocce serpentine, a contrasto con i surreali panorami fumanti.

cdg f stipa etrusca 005 cdg r alisso bertoloni 002 cdg r stregonia del serpentino 001 cdg r timo del serpentino 001 cdg f lilioasfodelo maggiore 001
approf.  Le intrepide piante delle ofioliti

Continuiamo il tragitto seguendo il tracciato in direzione Nord in mezzo alla vegetazione costituita da bassi cespuglieti di Macchia Mediterranea e dopo aver cominciato a ridiscendere il poggio riappariranno davanti a noi, lunghe file di bassi pini alternati a giovani piante di lecci, ginepri, scope, ornielli  con le belle fioriture dei cisti bianchi e rosa, che regalano macchie di colore a tutto l’ambiente.

Scendiamo ancora di quota lungo l’ampio sentiero, fino ad arrivare ad uno dei pozzi geotermici che si vedono in questa zona, con la sua tubazione lucente che spicca tra la vegetazione che lo circonda.

Il pozzo, denominato “Gabbro 9” alimenta la vicina "Centrale Nuova Gabbro" e contribuisce per circa 7MW di produzione, sui 18 totali prodotti da questa centrale. Sappiamo che il pozzo è profondo 958 metri, con casing produzione 13 5/8 fino a m. 860. Il vapore sgorga fino alla superficie con una portata di 60 T/h, ad una pressione di 7 bar, alla temperatura di 234°C.

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Attraversato il  piazzale, percorreremo la strada di accesso che si congiunge alla Regionale scendendo per qualche centinaio di metri ancora, fino a un piccolo crocevia, dove intravediamo in basso sulla sx la “Centrale Nuova Gabbro”. Proseguiremo sulla dx, oltrepassando il grande cancello e incamminandoci di nuovo lungo la “Vecchia Strada dei Gabbri” in direzione Sud. Chiuderemo così l’anello tornando al punto in cui siamo partiti.

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 (La centrale geotermica di “Nuova Gabbro” ha una potenza istallata di 20MW ed è in grado di produrre annualmente 133 milioni di KW, pari al consumo di 50.000 famiglie. Da essa viene anche acquisito il vapore per il teleriscaldamento che serve al fabbisogno di tutto il paese di Pomarance e le campagne vicine).